Il Fatto Quotidiano

“A Lanzalone dagli 50 mila euro”

L’immobiliar­ista sponsorizz­ava l’avvocato con l’ad di Banca Carige

- » FERRUCCIO SANSA

Il tentativo di procurare consulenze a Luca Lanzalone. E l’acquisto di una villa in Grecia. Emerge dalle intercetta­zioni di Luca Parnasi. È il 4 giugno scorso, Parnasi parla con Paolo Fiorentino, ad della banca genovese Carige. Era stato Sandro, il noto costruttor­e padre di Luca, a farli incontrare quasi chiedendo a Fiorentino di seguire con spirito protettivo quel figlio un po’ “esuberante”. Luca Parnasi tocca l’argomento Lanzalone: “Tu fagli fare qualcosa anche a Lanzalone, dagli 50... 30.000 euro di consulenza ... fagli fare una cazzata! Costruiamo questo percorso a tutto tondo! Così quando è il momento...”. Carige – estranea all’inchiesta come Fiorentino – smentisce: “Non abbiamo dato consulenze a Lanzalone”. Fiorentino con il Fatto aggiunge: “Conoscevo Lanza- lone come presidente di Acea. Era una persona emergente”.

Ma la conversazi­one tra Parnasi e Fiorentino contiene un altro passaggio: “Parnasi – riassumono i carabinier­i – consiglia di lavorare sulla villa o su una caparra... Parnasi dice che può fare una caparra o un finanziame­nto su una banca greca, secondo una tec- nicalità con cui poi si perde tutto. Fanno fare un contratto da un avvocato greco”, ipotizza Parnasi “e caricano lì. Parnasi dice che la costruisco­no là, e incassano la cosa entro l’an no”. Fiorentino ricorda così quel passaggio: “Credo che Parnasi volesse fare un acquisto immobiliar­e in Grecia. Si rivolse a me perché conosco persone impegnate nel settore immobiliar­e greco. Quella conversazi­one non ha avuto seguito”. Fiorentino e Carige sottolinea­no: “Parnasi ha chiesto finanziame­nti a Carige, ma non ne ha avuti”.

INTANTO l’inchiesta si arricchisc­e delle dichiarazi­oni di Luca Caporilli, “dirigente di Eurnova”(di cui era presidente Parnasi che si è dimesso ieri): è finora l’unico che fa ammissioni. Caporilli era finito in carcere, con Parnasi e altri quattro. Davanti al pm Barbara Zuin, ha dichiarato: “Parna- si non ha mai fatto mistero con noi collaborat­ori della necessità di finanziare i partiti per lavorare. Io non mi sono mai occupato del finanziame­nto ai politici e dell’erogazione di somme di denaro a soggetti pubblici, ma sapevo che molti di loro richiedeva­no denaro e che Parnasi accettava le loro richieste. Io non mi sono occupato dei finanziame­nti perciò non so se siano stati fatti lecitament­e o illecitame­nte”.

Sul ruolo di Lanzalone spiega: “È il referente del Comune per lo Stadio e lo è stato sin dall'inizio del 2017, fino al giorno del nostro arresto”. Un’affermazio­ne importante per l’accusa che vuole dimostrare che l’avvocato genovese era consulente di fatto del Campidogli­o. Anche il dg dell’As Roma, Mauro Baldassoni, sentito come persona informata sui fatti, ha parlato del ruolo di Lanzalone per il Comune nella questione stadio: “Praticamen­te fino al momento in cui è stato arrestato”, anche se poi ha aggiunto: “Il suo ruolo è diminuito d’intensità nel tempo (...) è grandement­e scemato a seguito della chiusura della conferenza dei servizi, ma era lui il nostro interlocut­ore”.

Lanzalone ha dato una versione opposta: il suo ruolo in Comune sarebbe terminato nel marzo 2017. Successiva­mente avrebbe parlato dello stadio solo per curiosità.

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LaPresse Luca Lanzalone

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