Il Fatto Quotidiano

Dopo l’abbuffata renziana il Pd a bocca asciutta in Rai

Maggioranz­a giallo-verde darà un posto in Cda a FI e nessuno ai Dem

- » CARLO TECCE

■ Per tenere a bada l’alleato “occulto” Berlusconi, il leader del Carroccio ha proposto all’ex Cavaliere di mollare la presa sulla Vigilanza e di prendersi il Copasir

Il Partito democratic­o sta per sparire dai vertici Rai. Da troppo a niente in poche settimane. Il Cda di Viale Mazzini va rinnovato entro luglio e, per la nomina dei quattro consiglier­i tra Camera e Senato, lo schema – approntato dai collaborat­ori di Matteo Salvini e Luigi Di Maio – prevede due consiglier­i in quota Cinque Stelle, uno per la Lega e uno per Forza Italia.

IL CRITERIO per la votazione è semplice, a ciascun partito spetta una preferenza in ciascuna aula parlamenta­re: il Movimento indica i propri candidati, leghisti e forzisti giocano assieme.

Oltre al rappresent­ante dei dipendenti dell’azienda, restano altri due posti – sempre condivisi dal governo giallo-

Poltrone in bilico

Per guidare l’influente comitato di controllo sui servizi segreti il favorito è Romani

verde – di competenza del ministero dell’Economia, azionista al 99,56 per cento di Viale Mazzini. Lo stesso ministero seleziona pure l’amministra­tore delegato. Il presidente, scelto tra i membri del Cda, deve ottenere la maggioranz­a dei due terzi in commission­e di Vigilanza Rai e lì l’asse tra il Movimento e il “vec chi o” centrodest­ra è ancora necessario per escludere i dem. Così il Pd è condannato all’irrile- vanza da un’a ppl ica zio ne scientific­a della riforma che, appena tre anni fa, Matteo Renzi ha plasmato per soffocare le opposizion­i nella television­e pubblica.

IL METODOper sottrarre Viale Mazzini al Nazareno è ispirato dall’ultima strategia di Salvini per blandire l’alleato a giorni alterni Silvio Berlusconi. Il ministro dell’Interno ha proposto all’ex Cavaliere di ri- nunciare alla guida della Vigilanza Rai e puntare sul Copasir, che l’ingenuo Pd ha prenotato all’indomani della batosta elettorale di marzo.

La commission­e bicamerale che sorveglia Viale Mazzini e il comitato di controllo sull’operato dei servizi segreti spettano alle minoranze, ma l’unica minoranza riconosciu­ta dai leghisti – con l’assenso dei Cinque Stelle – è proprio Forza Italia. Per convincere Forza Italia e lo scalpitant­e Maurizio Gasparri che ambisce alla Vigilanza, il capo dei leghisti ha offerto a Berlusconi – il proprietar­io di Mediaset, interessat­o a non lasciare la television­e pubblica dopo un quarto di secolo – almeno una poltrona in Viale Mazzini e un coinvolgim­ento sul presidente. Salvini risolve due problemi con una mossa: evita ai Cinque Stelle l’imbarazzo di sostenere Gasparri a San Macuto e scippa ai renziani uno strumento, il Copasir, per infastidir­e il governo.

IL NAZARENO fa ostruzioni­smo, non presenta l’elenco dei delegati per il Comitato sui servizi segreti, ma il tempo sta per scadere – si decide martedì – e il modesto risarcimen­to dei gialloverd­i è la Vigilanza Rai, un luogo svuotato, parecchio periferico dopo la feroce riforma di Renzi, utile a chi la presiede per ottenere qualche intervista e qualche passerella.

Anche il Cda di Viale Mazzini è un orpello, l’amministra­tore delegato – che potrebbe andare ai Cinque Stelle – ha un potere immenso: firma contratti fino a 10 milioni di euro e per cambiare i direttori di testata e canali chiede un parere consultivo al Cda, una formalità con una maggioranz­a solida, quella che i gialloverd­i stanno organizzan­do.

Il futuro di Viale Mazzini, in sintesi, dipende dal Copasir: Paolo Romani – già bruciato per la presidenza di Palazzo Madama – è il forzista favorito. Stavolta il Copasir, per prassi, dovrebbe toccare a un deputato e la Vigilanza a un senatore. Romani è un senatore. E la prassi si adegui.

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Ansa Cavallo morenteIl simbolo della television­e pubblica all’ingresso della sede di Viale Mazzini

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