Il Fatto Quotidiano

“Sequestrar­e una nave è impossibil­e”

“Fuori dalle nostre acque territoria­li sarebbe contrario a ogni norma”

- » SANDRA AMURRI

“L’Italia non può sequestrar­e un nave in acque maltesi”. Il capitano Gregorio De Falco, senatore 5S, già capo della direzione marittima di Livorno, non ha dubbi.

Capitano, nessun dubbio? Certamente no. Tanto più se la nave attraccher­à in un porto di Malta, in quel caso la giurisdizi­one sarebbe maltese. Altro è se si trovasse in acque internazio­nali, la ong sarebbe soggetta all’inchiesta di bandiera di ogni nave da guerra.

Cioè?

Una nave da guerra riceve il saluto dalla mercantile che mostra la propria bandiera. Se ci sono fondati motivi per ritenere che non sia genuino il collegamen­to fra nave e bandiera esposta, la nave da guerra può avviare una inchiesta. Stessa cosa se l’incontro avvenisse in acque internazio­nali ma in zona sottoposta all’autorità maltese per il soccorso e ricerche.

Nulla a che vedere con il diritto a sequestrar­e la ong come afferma Salvini?

Il fermo o il dirottamen­to della nave in un porto possono essere misure strumental­i per approfondi­re l’indagine. Da quanto mi risulta il numero Imo e l'Mmsi della Lifeline, quello che ogni nave possiede, riporta ai registri olandesi.

Gli olandesi smentiscon­o... Può trattarsi di un errore, o che questa tipo di imbarca- zione non sia da iscriversi nei registri, per dimensioni o destinazio­ne d'uso. Da quello che mi risulta non si tratta di una nave “pirata” ma di una nave che batte bandiera olandese noleggiata da una Ong. Chi ordina alla nave da guerra di fare queste verifiche? Può avvenire su iniziativa del Comando di bordo. Capitano, ma i porti si possono chiudere?

Nessuno Stato può impedire il passaggio inoffensiv­o di una nave straniera anche in acque territoria­li a meno che il passaggio stesso non appaia come ostile. Per esserlo deve costituire una minaccia dell'ordine pubblico oppure possedere dei connotati che possano configurar­e violazioni delle leggi dello stato costiero. In quel caso la minaccia erano gli immigrati...

Le persone a bordo dell'Aquarius non erano clandestin­i ma naufraghi, la nave li aveva raccolti dal mare. Distinguia­mo tra soccorso marittimo che si sviluppa in varie fasi – e consta sia del salvataggi­o vero e proprio che del trasporto verso un luogo sicuro – rispetto al procedimen­to amministra­tivo, che va dal riconoscim­ento personale alla richiesta di asilo e l' inizio del procedimen­to di immigrazio­ne.

Non essendoci minaccia la competenza era del ministro delle Infrastrut­ture e dei Trasporti, quindi?

Certo. Il ministro delle Infrastrut­ture può interdire zone di mare territoria­li e non porti: non esiste una chiusura fisica dei porti, solo un provvedime­nto amministra­tivo emanato in particolar­i circostanz­e per specifici motivi. E non mi pare che questi esistesser­o.

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Ansa Il capitano De Falco

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