Come fu che i neo-Dc scelsero i 5 Stelle
Il duo Udc-Rivoluzione cristiana al ballottaggio si schiera per “il male minore”
Negli anni 70 Indro Montanelli invitava a “turarsi il naso e votare Dc” per frenare l’avanzata comunista. Quarant’anni dopo, ad Avellino, gli eredi (poveri) della Dc e del simbolo scudocrociato si dicono, in privato, pronti a “ingoiare” e a votare al ballottaggio il candidato sindaco del M5S, Vincenzo Ciampi, pur di abbattere il potere locale del Partito democratico. Che ad Avellino risplende della luce di due ex democristiani del peso di Ciriaco De Mita e Nicola Mancino, gli sponsor dell’a lt ro candidato, Nello Pizza, l’avvocato del sindaco uscente (e non ricandidato) Paolo Foti, dal quale ha raccolto il testimone, la coalizione, il gruppo di grandi elettori.
Avellino è il “predellino” della ditta politica dell’ex ministro berlusconiano Gian- franco Rotondi e di Lorenzo Cesa. È il battesimo di un’intesa su simboli e nome. Se Rivoluzione Cristiana e Udc fanno lista comune, rinasce la Dc. Con un patto a metà tra il politico e il notarile, i due possono usare lo scudocrociato con la scritta Libertas. E la scelta pro M5S al ballottaggio di questa neo Dc 2.0 è singolare. Sia per la distanza siderale che divide ideologicamente i centristi vicini a Berlusconi dai grillini. Sia per la circostanza, pacifica, che tra (ex) democristiani sarebbe più coerente fare un accordo che la guerra. Ma è una decisione della pancia dell’elettorato democristiano, che ribolle di astio politico verso chi ha governato finora in Irpinia.
BASTA LEGGERE pezzi di una chat whatsapp dei candidati Dc ad Avellino. “È difficile ingoiare questa situazione, però dobbiamo pensare anche a dare un cambiamento a questa città, avere una vecchia amministrazione significa stare per altri cinque anni peggio di prima”. E ancora: “Non avendo scelte, con rammarico proviamo almeno la strada dei Cinque Stelle”. “Anche per me è difficile andare a votare per il sindaco Ciampi, ma scelgo il male minore”. “Credo che ognuno di noi, anche facendo un grande sacrificio, debba andare a votare per il M5S, che potrebbe rappresentare una svolta epocale”. Parole che illumina- no lo stato d’animo attuale dei ‘democristiani’ avellinesi pro Ciampi.
C’è pure chi è contrario e lo esterna sui social. “Non si sceglie tra la peste e il colera, tra i soliti briganti e i finti liberatori di un’armata Brancaleone”. Un altro in chat: “Però dobbiamo cercare di imporre a Sabino che faccia inserire qualche nostro programma”. Sabino è Sabino Morano, il candidato sindaco di Forza Italia e di tre liste di centrodestra. “I 5stelle sono inconclu- denti e non ce la faranno”, disse il giorno della candidatura. Ora vuole appoggiare Ciampi. I berlusconiani lo hanno scomunicato: “Scelta personale, i nostri elettori hanno libertà di voto, siamo alternativi al Pd e al M5S”. La Dc, va detto, ad Avellino non ha eletto consiglieri.
“MA PER NOI fare una lista con lo scudocrociato ha avuto un valore simbolico – sottolinea Rotondi, deputato eletto in Forza Italia – e ricordo che Rivoluzione Cristiana ai ballottaggi è stata sempre alternativa al Pd riconoscendo al M5S un elemento di novità, a Parma la prima volta con Pizzarotti, a Livorno con Nogarin. A Roma ho anche fatto una dichiarazione pro Raggi”. Ma a Milano lei sostenne Sala. “Fu un casino locale”. Gli fu negato l’a pp ar en tamento con Forza Italia.
Faida democristiana Le truppe di Cesa e Rotondi appoggiano “lo sconosciuto” in odio a De Mita e Mancino