Il Fatto Quotidiano

Vaccini e “reddito” La solita giornata nera dei ministri del M5S

La sparata “no vax” di Salvini e la stoccata di Tria a Di Maio. Stufo di fare tutto da solo

- » PAOLA ZANCA

Atirare avanti la carretta, Luigi Di Maio, ci sta provando. Gliene va dato atto: soltanto ieri, per dire, il vicepremie­r ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico ha annunciato almeno cinque provvedime­nti a cui sta lavorando. Nel Consiglio dei ministri della prossima settimana, dice, proporrà una norma che favorisca le aziende italiane nelle gare d’appalto pubbliche. Nel primo decreto di questo governo, aggiunge, si vieteranno gli spot per il gioco d’azzardo. Poi, spiega ancora, scriverà un pacchetto per eliminare “redditomet­ro, spesometro, split payment, studi di settore”. Si occuperà di vitalizi, precisa. E siederà al tavolo per scrivere la nuova normativa di lavoro per i riders, con la speranza che facciano tutti come “Dominòs Pizza” che ieri - con sommo gaudio del ministro - ne ha assunti 45 a tempo pieno.

ZERO TITULI, però. La fregola di Luigi Di Maio si infrange contro il muro di gomma del resto del governo Conte, che ogni giorno fa parlare di sé quasi solo per le sparate del ministro Salvini. È andata così anche ieri. Di buon mattino, il leader della Lega ha piazzato lo sgambetto sui vaccini, allargando un po’ le maglie del contratto: “Dieci vaccini per alcuni bambini sono inutili ed alcuni pericolosi”, ha detto. Nell’accordo di governo si parla in realtà solo del “giusto equilibrio” tra coperture vaccinali e diritto all’istruzione anche per i bambini fuori dal recinto del decreto Lorenzin. Salvini, invece, ringrazia pubblicame­nte “per il loro coraggio” i ricercator­i Antonietta Gatti e Stefano Montanari, i teorici dei no-vax ospiti fissi di quella RadioStudi­o24 , dai cui microfoni Salvini stava discettand­o. L’i m ma n ca b il e polverone ha costretto la ministra Giulia Grillo a dire che, della materia, si occupa il suo ministero (“Sì, condivido - ha replicato il Viminale - ma a settembre tutti a sc uo la ”) e pure il vicepremie­r Di Maio a chiarire: “Il contratto parla chiaro. Ognuno ha la sua idea sui vaccini e la nostra la conoscete”. Era reduce, il capo M5S, da un altro botta e risposta a distanza, questa volta con il ministro dell’Economia Gio- vanni Tria che, sollecitat­o sulla immediata introduzio­ne del reddito di cittadinan­za, aveva detto “non so a cosa si riferisce”. Di Maio, per la verità, non aveva mai parlato dell’erogazione degli assegni entro il 2018, cosa peraltro impossibil­e. Ma sullo “scontro” con il Tesoro, come sui vaccini, ieri si sono esercitati numerosi parlamenta­ri dell’opposizion­e.

Sa, Di Maio, che fa parte del gioco: chi fosse l’alleato lo aveva chiaro dall’inizio e sa pure che lo spago che viene dato al ministro dell’Interno è direttamen­te proporzion­ale alla voglia di affossare l’esecutivo gialloverd­e. Eppure adesso, nella lista dei responsabi­li, il capo politico del Movimento mette pure i suoi colleghi di governo, che stanno affrontand­o l’avventura di palazzo Chigi non proprio con il coltello tra i denti. Insomma: oltre a lui ci sono 5 ministri grillini doc, 3 di area Movimento e 24 sottosegre­tari. Eppure, Di Maio, non sente intorno il fri ccico rìo che gradirebbe. Dev’essere evidente anche da lontano, se l’altroieri via Facebook, Alessandro Di Battista ha notato da oltreocean­o: “Dai ministri del Movimento 5 Stelle pretendo un atteggiame­nto di lotta ancora più ostinato. Quello che sta dimostrand­o Luigi tra l’altro, il quale combatte sempre come un leone”.

NON SONO parole passate inosservat­e a Roma, dove il nervosismo del leader M5S è ormai palpabile, come si è visto nell’assemblea dei parlamenta­ri di giovedì sera. All’uscita, il capo politico, ha detto: “Ognuno dica quello che vuole, ma nel tempo libero”. Come a dire che i ministri dovrebbero averne un gran poco. Lui, che di incarichi ne ha parecchi, ha formalizza­to la squadra, proprio per evita- re di finire travolto dai guai: oltre a Vito Cozzoli, capo di gabinetto del super ministero, ha messo a capo della “unità di crisi” (una struttura dedicata alle vertenze aziendali) Giorgio Sorial, che già se n’era occupato da vicepresid­ente della commission­e Bilancio, mentre Salvatore Barca - già distaccato dal Mise per seguirlo a Montecitor­io nella scorsa legislatur­a - guiderà la sua segreteria. La “campagna” sul lavoro è centrale per Di Maio. Obiettivo: recuperare voti a sinistra. Cercando di non farsi travolgere dalla ruspa di Matteo e dall’inerzia dei colleghi.

“Su la testa” La campagne del capo e la flemma degli altri . Di Battista: “Vorrei vedere leoni come lui...” Ci dobbiamo concentrar­e sul contratto Ognuno dica quello che vuole, ma nel tempo libero LUIGI DI MAIO

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 ?? Ansa ?? Il premier Giuseppe Conte con i ministri Giovanni Tria e Luigi Di Maio. A sinistra, Giulia Grillo, titolare della Salute
Ansa Il premier Giuseppe Conte con i ministri Giovanni Tria e Luigi Di Maio. A sinistra, Giulia Grillo, titolare della Salute
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