Macron, il Fort Brégançon è più chic con una piscina
Infuria lo scontro sui progetti di privatizzazione, i ferrovieri scioperano da mesi ma la coppia presidenziale pensa a una spesa di 34 mila euro nella residenza estiva
Eora pure la piscina. Appena pochi giorni fa la questione di un nuovo servizio di piatti per i ricevimenti di gala dell’Eliseo, 1200 pezzi in porcellana di Sèvres, aveva già alimentato le polemiche. Una spesa di 50 mila euro che per molti, in questo momento, con i tagli al Welfare e la riforma delle pensioni in prospettiva, è apparsa superflua.
Ora i coniugi Macron desiderano farsi installare una piscina nel giardino del forte di Brégançon, residenza estiva dei presidenti francesi da De Gaulle. Il posto piace alla coppia presidenziale che vi ha già trascorso il fine settimana dell’Ascensione e progetta ora di passarvi alcuni giorni d’estate.
IL FORTINO del XVII secolo si erge su un isolotto roccioso nel mare della Costa Azzurra. Un piccolo paradiso che ha una pecca: la spiaggetta privata è a facile portata di obiettivo dei paparazzi. Già Nicolas Sarkozy e Carla Bruni prima, e François Hollande e Valérie Treirweiler poi, si erano fatti cogliere in costume da bagno e le foto erano finite sui giornali. I Sarkozy avevano preferito andare a stare nel villone di lei, poco lontano da lì e più discreto. Hollande aveva rinunciato a tornarci.
Fare il bagno in totale privacy è dunque il motivo ufficiale per affrontare la spesa: 34 mila euro per una piscina esterna, non interrata, da smontare dopo le vacanze. Benjamin Griveaux, portavo- ce del governo, ha fatto notare, ma sembrava arrampicarsi sugli specchi, che la piscina avrebbe persino permesso allo Stato di risparmiare: costa meno del servizio di sicurezza necessario per proteggere la coppia presidenziale in spiaggia. Ma la piscina, come i piatti di Sèvres, o il Falcon della République preso per uno spostamento di soli 110 km, è un simbolo forte. Con i migranti sui barconi e i ferrovieri che scioperano per salvare il contratto, la vicenda contribuisce a esaltare i gusti di lusso del giovane capo dello Stato che ormai potrà scrollarsi a difficoltà di dosso l’etichetta di “presidente dei ricchi”.
NON È PIACIUTA neanche una frase arrogante di Macron contro la “barca di quattrini” che lo Stato “butta” in sovvenzioni per i poveri che tanto restano poveri. Già c’è stato il taglio ai contributi statali sugli affitti per i più disagiati. A poco più di un anno dall’ar ri vo di Macron all’Eliseo, gli elettori di sinistra che lo hanno votato e anche i simpatizzanti En marche! credono sempre meno in lui. Un sondaggio BVA di ieri mostra invece che Macron è sempre più popolare a destra (+9%). Di certo le sue uscite non contribuiscono a calmare un clima già teso, con lo sciopero dei treni prolungato a luglio, proprio quando la metà dei francesi si prepara a partire in vacanza, e con il rischio di una nuova ondata di proteste che potrebbe sollevare il gi- gantesco piano di privatizzazioni annunciato dalla nuova legge Pacte, che permette allo Stato di portare la sua partecipazione al di sotto del 50%.
Per ora riguarda la Adp, che possiede gli scali parigini di Roissy e Orly, il gruppo energetico Engiee la Françaises des jeux, che ha il monopolio dei giochi. Ma a termine potrebbe riguardare altri “gioielli di famiglia”. Macron dà l’immagine di un “potere indifferente alla questione soc i a l e ” , hanno scritto preoccupati su Le Monde i tre illustri economisti “macroniani” Ph i l i p p e Aghion, docente al Collège de France, Jean Pisani-Ferry, professore a Science Po, e Philippe Martin, economista alla Fed di New York, che avevano redatto il programma economico del candidato En Marche. E sempre su Le Monde si leggeva ieri: “Temo che Macron ci stia portando verso un sistema che dimentica i più modesti”, parola dell’imprenditore François Pinault, terzo uomo più ricco di Francia.
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