“Fui io a immaginare Veltroni al Quirinale”
MARCO SANTAGATANel 2009 il grande italianista scrisse un giallo “anonimo” di fantapolitica
Era il 2009 – quasi dieci anni fa, un’altra era geologica in senso politico – e i Palazzi del potere s’interrogarono a lungo sul misterioso Anonimo romano che che aveva vergato Il Colle fatale (Longanesi), giallo politico che replicava il fortunato modello di Berlinguer e il professore, altro apocrifo d’autore degli anni settanta.
La trama era questa: D’Alema (Dogliotti) si sente male e muore. Un giornalista sfigato (Miretta) del Guardiano (Repubblica) scopre che è stato ammazzato dopo aver stretto un patto segreto con il leghista Motta (Bossi) per il Quirinale. Il mandante d el l ’ omicidio è Berlusconi ( l’Augustolo) che vuole il Colle tutto per sé ma deve cedere al ricatto dei Poteri Forti e Oscuri, in possesso delle prove che lo inchiodano per l’assassinio di D’Alema (Dogliotti). Risultato: al Quirinale viene eletto un incredulo Celestino Teneroni alias Walter Veltroni.
La rivelazione sull’autore è arrivata l’altra sera a Salerno Letteratura. “L’ho scritto io” ha detto Marco Santagata, grande italianista, mentre parlava del suo ultimo libro, Il movente è sconosciuto. Professore, Veltroni non è stato eletto al Quirinale e noi viviamo l’epoca del cambiamento gialloverde.
Se penso che qui a Pisa ( San- tagata è un vanto accademico della città toscana) domani al ballottaggio rischia di diventare sindaco un leghista che viene dal Msi mi sembra tutto incredibile.
Altro che fantapolitica. L’idea del libro mi venne dall’elezione di Veltroni a segretario del Pd. Un processo che innescò la fine irreversi- bile del governo Prodi.
A lei molto caro.
( Santagata ride). Diciamo anche per motivi di famiglia ( il fratello dello scrittore è Giulio Santagata, prodiano di rango).
Però una previsione l’ha azzeccata: “Di quel pollaio non resteranno che le penne”. Si riferiva al Pd.
La debolezza del Pd era evidente dall’inizio, non c’era un solido fondamento e tutto è sempre stato condizionato dagli equilibri interni.
Poi la catastrofe con Matteo Renzi.
Sembrava la risposta vincente invece è stata una risposta d’immagine, non di sostanza.
E il populismo si è ingrassa-
to sempre di più.
A me la parola casta non piace, ma l’intero sistema è stato cieco nella lettura di quello che sarebbe avvenuto e si è rinchiuso all’interno del ceto politico.
Il suo Colledimostrava proprio questo: complotti e inciuci, tra Berlusconi e Veltroni, tra D’Alema e Bossi. Lei ricorderà che Veltroni evitava di nominare Berlusconi in campagna elettorale, lo chiamava “l’avversario”.
Il libro andò bene? Cominciò a vendere e se ne parlava, era il febbraio 2009, ma dopo una dozzina di giorni Veltroni si dimise da segretario del Pd e il libro invecchiò di colpo.