Il Fatto Quotidiano

Le cariche del capo e il caso Roma al vertice con Grillo

Mosse In attesa dell’arrivo del garante a Roma il capo del M5S vara la squadra per gli enti locali e insiste sui temi per rispondere a Salvini

- » LUCA DE CAROLIS

Il capo che è anche vicepremie­r e ministro ultimament­e è pure un bersaglio. Del Matteo Salvini che straparla di tutto, ma soprattutt­o dei tanti 5Stelle insoddisfa­tti per mille ragioni, più o meno reali. E allora in settimana Luigi Di Maio avrà molto da dirsi con il garante Beppe Grillo, in arrivo mercoledì a Roma anche perché subissato da telefonate di lamentele. Mentre è ormai pronto il nuovo coordiname­nto degli enti locali: un terzetto di eletti, non parlamenta­ri, che prenderà il posto della vecchia trimurti dimaiana composta da Riccardo Fraccaro, Alfonso Bonafede e Giancarlo Cancelleri.

L’UNICA NOVITÀ per ora accettata dal capo, al vertice di un Movimento a cui salire al governo ha tolto serenità. Perché ha riportato a galla antiche ruggini ma anche mostrato i nervi della valanga di nuovi eletti: più smaliziati e ambiziosi dei grillini che nel 2013 entrarono in Parlamento come astronauti sulla Luna.

Cinque anni dopo ecco Di Maio che in assemblea congiunta, giovedì sera, ha alzato la voce per cautelarsi: “Ascolto i consigli ma non i piagnistei, ora tutti voi dovete fare i fatti”. E il corpaccion­e del M5S, dove stavano cercando firme per cambiare i regolament­i dei gruppi e togliergli così potere, ha evitato lo scontro. “Luigi si è difeso attaccando, ma i malumori restano” avverte un dimaiano. E anche per questo nella partita delle presidenze delle commission­i, chiusasi a ridosso dell’assemblea, il leader ha cercato di accontenta­re molti inquieti. Spingendo perché venissero dati ruoli a ortodossi vicini a Roberto Fico (Giuseppe Brescia e Luigi Gallo, il più attivo dei dissidenti). E recupe- rando figure da sempre legate a Grillo, come Carla Ruocco, già nell’ex Direttorio. E da qui si torna al fondatore, che negli ultimi mesi si è defilato. Solo, a seminare opinioni sul suo blog, dove alcuni avversari irriducibi­li di Di Maio come il senatore Nicola Morra han- no trovato casa con i loro post. Ma Grillo è pur sempre il garante.

Così presto sarà nella capitale, anche per valutare gli effetti del caso di Luca Lanzalone. Perché a rappresent­are il Movimento a Genova contro ex iscritti che reclamano l’uso del simbolo sono legali dello studio dell’ex presidente di Acea. E ora bisogna capire come gestire la situazione, assieme a Grillo. Ma a Roma il fondatore dovrà occuparsi anche di politica, eccome. E la speranza dei dimaiani è che tranquilli­zzi i veterani che reclamano più condivisio­ne e democrazia. Calmando indirettam­ente anche i nuovi eletti che sognavano posti di governo.

Nodi connessi a quello di una nuova struttura che affianchi il capo politico, e che faccia da cinghia di trasmissio­ne tra i 300 parlamenta­ri e ministri e sottosegre­tari. Una soluzione per cui spingono anche la casa madre di Milano e molti eletti. E più d’uno giura di averlo sentito proprio da Grillo: “Luigi non può fare tutto da solo, va aiutato”. Ma Di Maio era ed è contrario. Teme guerre di po- tere e sovrapposi­zioni. “Ora l’esigenza è sostituire i responsabi­li degli enti locali” ripete. Così ecco un nuovo terzetto che si dividerà poteri e rogne per aree. E il referente per il Sud sarà certamente Dario De Falco: compagno di liceo del capo a Pomigliano d’Arco, do- ve è consiglier­e comunale, e già tesoriere del suo comitato elettorale. Intanto però si muove anche il presidente della Camera Fico, l’ex primo avversario di Di Maio, che ormai rintuzza Salvini a scadenza quotidiana. E che insiste sull’esigenza di non lottizzare in Rai.

MADAI PIANI ALTI assicurano che l’ex presidente della Vigilanza “viene aggiornato costanteme­nte sul tema”. Ergo, sul lavoro di selezione per il cda di viale Mazzini. Perché su un totale di oltre 200 curriculum, i 5Stelle hanno scelto dieci nomi. Mentre per la carica di amministra­tore delegato vagliano “manager di alto profilo”, da presentare al tavolo con la Lega. Ossia con Salvini, che tutti i giorni scappa in avanti.

“Lo fa soprattutt­o pensando alle amministra­tive, tra qualche giorno si calmerà” pronostica­no dal M5S.

Dove sostengono che il Carroccio al primo turno non sia poi andato così bene (“basta vedere il tonfo a Brescia”). Però il leghista che gioca a fare il premier ha innervosit­o tanti eletti, quindi provocato nuove accuse verso il Di Maio reo di non tamponarlo. Ma per adesso il capo politico punta sui temi, dai diritti dei ridersal reddito di cittadinan­za, come antidoto alle sparate dell’alleato. “Ma se Salvini non la smette dovrà affrontarl­o” sussurrano dal Movimento. In attesa, delle soluzioni.

Fedelissim­o

Nel gruppo dei tre nuovi responsabi­li sui territori c’è De Falco, compagno di scuola del leader

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Ansa Bersagliat­o Il vicepremie­r Luigi Di Maio
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