Il Fatto Quotidiano

Oggi i ballottagg­i balneari: Salvini sfida il Pd in Toscana

I grillini (esclusi) sono l’ago della bilancia

- » DANIELE ERLER

Quasi tre milioni di italiani votano oggi nei ballottagg­i per le amministra­tive, in 75 comuni (14 sono anche capoluoghi di provincia) a cui si aggiunge il terzo municipio di Roma. È soprattutt­o una sfida fra centrodest­ra (trainato dalla Lega) e centrosini­stra, con i Cinque Stelle in campo solo ad Avellino, Imola (dove potrebbe esserci uno storico sorpasso ai danni del centrosini­stra), Ragusa e Terni. Nei grandi Comuni è in vantaggio il centrodest­ra in 29 e il centrosini­stra in 20, in molti casi l’ago della bilancia possono esserlo gli elettori dei Cinque Stelle. Ma in un voto con l’estate già iniziata bisogna tenere conto anche dell’incognita astensione: potrebbe scompiglia­re le carte rispetto al primo turno. C’è anche un curioso derby fratricida a Imperia fra l’ex ministro azzurro Claudio Scajola (già sindaco due volte nella città ligure, sopra al 35% al primo turno) e l’architetto Luca Lanteri (28,7%), sostenuto dal presidente della provincia Giovanni Toti. Scajola si candida con una lista civica.

MA LA PARTITAè interessan­te soprattutt­o in Toscana, dove non a caso Matteo Salvini ha deciso di chiudere la campagna elettorale. Il Pd gli ha schierato contro i suoi big: Paolo Gentiloni, Walter Veltroni e Maurizio Martina. Nel cuore delle regioni rosse il centrodest­ra cerca uno storico ribaltone: nel primo turno era in vantaggio a Pisacon Michele Conti (33,4%) contro Andrea Serfogli (32,3%). Ma inseguiva a stretto raggio anche a-Massa(Alessandro Volpi del centrosini­stra a 34%, Francesco Persiani del centrodest­ra al 28%) e a Siena (l’ex sindaco Bruno Valentini del centrosini­stra a 27,4%, Luigi De Mossi al 24,2%). Nella città del palio ci sono in gioco i voti di un insieme di liste civiche, che unite rappresent­ano circa il 40% delle preferenze al primo turno. Valentini si è apparentat­o con Pierluigi Piccini, ex sindaco dal 1990 al 2001, e soprattutt­o portatore in dote di più del 21% dei voti al primo turno. De Mossi spera invece in chi, anche nel centrosini­stra, avrebbe voluto un nome nuovo rispetto a quello del sindaco uscente.

Nelle Marche, altra regione tradiziona­lmente rossa, si vota ad Ancona, unico capoluogo di regione chiamato oggi alle urne. La sindaca uscente, Valeria Mancinelli del centrosini­stra, ha mancato di un soffio la vittoria al primo turno, con il 48% delle preferenze. Il suo sfidante, Stefano Tombolini (28%), è stato consiglier­e di opposizion­e in seno a una lista civica, ora è sostenuto anche dal centrodest­ra. Difficile immaginare delle sorprese, nonostante l’incognita dell’astensione e l’appello di Tombolini al voto dei Cinque Stelle.

UN’ALTRA roccaforte rossa a rischio è Imola. In questo caso però a cercare il colpaccio sono i Cinque Stelle: la campagna elettorale si è chiusa con i big (Luigi Di Maio, Danilo Toninelli, Riccardo Fraccaro e la sindaca di Torino Chiara Appendino). Al primo turno la candidata del centrosini­stra Carmen Cappello si è fermata al 42%, mentre Manuela Sangiorgi dei Cinque Stelle al 29. Decisivi i voti del centrodest­ra, che era rimasto al 23.

In Lombardia, regione saldamente in mano a Lega e Forza Italia, finora Sondrioha resistito come unica roccaforte di centrosini­stra. Ma al primo turno era in testa Marco Scaramelli­ni del centrodest­ra (46,8%), inseguito dal centrosini­stra di Nicola Giugni (36,1%).

La regione che oggi coinvolge più elettori – sono circa 520 mila – è la Sicilia. A Messina c’è il caso curioso di Cateno De Luca, un candidato sindaco che ha ottenuto il 19,8% al primo turno, ma senza eleggere nessun consiglier­e comunale: le sei liste civiche che lo sostenevan­o non hanno superato il quorum del 5%. Al ballottagg­io contro di lui c’è Dino Bramanti del centrodest­ra (28,2%).

Ragusaè uno di quei comuni (gli altri sono Pomezia e la sarda Assemini) in cui i Cinque Stelle partono in vantag- gio dal primo turno: Antonio Tringali era al 22,7%, Giuseppe Cassì del centrodest­ra al 20,8.

Più complicata la situazione a Siracusa. Il ballottagg­io nasce dallo strappo interno alla lista “Diventerà bellissima”, il movimento del governator­e Nello Musumeci. Da una parte c’è Paolo Ezechia Reale (37%), sostenuto dal gran parte del centrodest­ra. Dall’altra Francesco Italia (19,55%), ex vicesindac­o renziano, che spera nei voti del Pd (che al primo turno ha sostenuto un altro candidato).

Fra le altre città al voto, c’è Ternicon il leghista Leonardo Latini (49,2%) appoggiato dal centrodest­ra, contro Thomas De Luca (Cinque stelle, 25%). Ad AvellinoNe­llo Pizza (centrosini­stra, 42,9%) contro Vincenzo Ciampi ( Cinque Stelle, 20,2%). A ViterboGio­vanni Maria Arena (centrodest­ra, 40,2%) contro Chiara Frontini ( civica, 17,6%). A Br in di si Roberto Cavalera (centrodest­ra, 34,7%) contro Riccardo Rossi (centrosini­stra, 23,5%). A Teramo Giandonato Morra (centrodest­ra, 34,6%) contro Gianguido D’Alberto ( centrosini­stra, 21,1%). Si vota dalle 7 alle 23.

Roccaforti

Il centrodest­ra sogna i colpacci a Siena, Pisa e Massa. M5S vuole consolarsi con Imola

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LaPresse Piazza Salvini a Siena e il sindaco Valentini
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