Siracusa, don Rosario guida il movimento che difende la costa
Sicilia Il Plemmirio, sulla Penisola della Maddalena, minacciato da 8 progetti di resort. Un giovane sacerdote è alla testa dei contrari
La tutela del paesaggio è un principio costituzionale ma affinché non resti lettera morta occorre che i cittadini veglino sulle amministrazioni. In un momento di “distrazione”, infatti, potrebbe capitare che un bene comune, come una costa, sia trasformato in un bene di lusso per pochi. Siracusa: da alcuni anni la Penisola della Maddalena è al centro di una battaglia che vede schierati da un lato costruttori e società turistiche che con l’avallo dell’a mministrazione locale vorrebbero trasformare l’area in un grande resort, dall’altro una rete di associazioni in difesa del paesaggio e dei beni comuni guidata da un giovane parroco, Rosario Lo Bello.
IL LUNGO tratto di costa, a ridosso di una zona marina protetta, è un monumento naturale e archeologico. Nel 2007 una variante al Piano Regolatore Generale approvata dal Comune di Siracusa rende edificabile l’area del Plemmirio. La variante, ereditata dal vecchio Prg e confermata nelle linee guida del nuovo piano sia dall’amministrazione di centrosinistra sia da quella di centrodestra, inserisce la costa tra le “Aree di nuovo impianto per la ricettività turistico-alberghiera”, aprendo le porte alla costruzione di otto villaggi turistici.
Nel 2008 la società Elemata, con sede ad Amsterdam, acquista circa 260 ettari di terreno nella zona della Pillirina e nel 2009 presenta il progetto per un villaggio. Un altro tratto di costa, il promontorio di Ognina, attira l’attenzione della multinazionale One& Only, colosso mondiale dell’industria turistica, che propone di realizzare un resort di lusso su 150 ettari di natura selvaggia.
Il piano di “rilancio” del turismo a spese dei beni comuni suscita un’ondata di indignazione che unisce abitanti, associazioni ambientaliste, parrocchiani, studenti. Il fulcro del movimento è Lo Bello che incita i siracusani a battersi perché la costa resti un bene di tutti. Si organizzano incontri pubblici, volantinaggi, manifestazioni, gli attivisti assediano le riunioni del consiglio comunale contestando la variante. Nella sua redazione, spiegano in u- na nota del 2010, non si sarebbe tenuto conto del parere del Consiglio regionale Urbanistica che evidenziava la presenza di siti di interesse comunitario e aree protette. Il Consiglio regionale Urbanistica, inoltre, aveva prescritto al Comune di Siracusa una Via (Valutazione di impatto ambientale) mai ottemperata. Infine, sull’area insistono anche altri vincoli, contenuti nel Piano Paesistico del 1999. Dunque, scrivono gli attivisti siracusani, appaiono “del tutto incompatibili… le aree in oggetto con le destinazioni previste dalla variante”.
La controproposta portata a- vanti dagli ambientalisti riprende un’istanza del Wwf sottoposta alla Regione nel 1999: istituire “un’area terrestre a ridosso dell’Area Marina Protetta del P le mm i ri o” in cui sia vietata “qualsiasi nuova costruzione entro i territori della Penisola Maddalena”. Lo Bello prova a coinvolgere trasversalmente tutti gli schieramenti politici.
Nel 2010 il sacerdote e il presidente del Wwf Siracusa, Giuseppe Patti, convincono il presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, a riprendere l’iter per la riserva e vincolare l’area. Nel 2017 la Maddalena è inserita tra i Siti d’interesse comunitario. Tra alterne vicende la lotta ambientalista è continuata fino ad oggi. “Nel 2017 – spiega il parroco – è stato approvato un Piano paesaggistico provinciale che tutela la costa ma le ultime dichiarazioni dell’ex assessore regionale ai Beni culturali, Vittorio Sgarbi, lasciano intendere pressioni indebite da parte di alcuni deputati siracusani per il suo annullamento. Contro il Piano sono stati presentati anche ricorsi al Tar, dopo una prima sospensiva il Consiglio di giustizia amministrativa della Regione ha ripristinato il Piano fino alla sentenza e questo ci lascia sperare. Continuiamo a vigilare e a combattere”.
NON TUTTI hanno gradito l’attivismo del sacerdote e qualcuno ha provato (invano) a fermarlo con articoli e lettere diffamatorie e con sortite presso i suoi superiori. “Rosario Lo Bello – ha commentato Salvatore Settis che segue la vicenda da anni – sta mostrando costanza e coerenza nel perseguire, nonostante i continui attacchi a cui è stato sottoposto, la salvezza del paesaggio in una delle aree più preziose del Mediterraneo. È bello che ad occuparsi di questo tema importantissimo sia, nella civile Siracusa, un giovane che ha ‘cura d’anime’. Perché anche il paesaggio ha un’anima: quella dei suoi cittadini”.
La battaglia
Il parroco: “Pressioni politiche e ricorsi per annullare il Piano paesaggistico. Vigiliamo”