La Lega ignora i veri problemi e danneggia l’ordine pubblico
Quali siano le altezze di pensiero e gli orizzonti culturali di Salvini se ne è avuto dimostrazione, senza peraltro aver bisogno di conferme, dai suoi primi atti come ministro dell’Interno. Inizialmente ha intavolato e vinto il braccio di ferro sul caso dell’Aquarius con l’obiettivo di mostrare cosa era capace di fare sul tema dei migranti, quando le, senz’altro motivate, lamentele dell’Italia al riguardo potevano essere espresse in modo più decoroso, senza mettere a repentaglio la nostra reputazione internazionale. Subito dopo è passato ad un suo vecchio assillo, quello dei rom, nonostante essi non costituiscano più da tempo un particolare problema per l’ordine pubblico.
L’effetto degli slogan del ministro è stato quello di attirare l’attenzione mediatica verso la questione, ben al di là dell’effettiva gravità della situazione reale.
Ogni giorno, rivestendo, secondo i suoi comodi, i panni di ministro o di segretario di partito, Salvini attizza nuove polemiche, come quella, bruttissima, sulla scorta di Saviano e quella sui vaccini. È da pensare che il prossimo passo sarà un altro cavallo di battaglia della Lega, quello sulla “legittima difesa”, già peraltro ampliata qualche anno fa, ma che si vorrebbe estendere sino ad affermare una giuridicamente inconcepibile immunità per chi uccide in casa propria. Evidentemente Salvini ignora oppure è del tutto indifferente al problema delle organizzazione mafiose, della corruzione endemica presente nel nostro Paese, soprattutto in ambito politico-amministrativo e delle difficili condizioni in cui debbono operare le forze dell’ordine, male retribuite e prive di sufficienti mezzi. In particolare quello che gli sfugge è che il suo ruolo è quello di ministro dell’Interno, responsabile quindi dell’ordine pubblico di un Paese. E dunque ha proprio il compito di far di tutto per mantenere questo ordine invece di essere la causa del disordine che i suoi rozzi slogan hanno determinato e stanno tuttora producendo.