Il Fatto Quotidiano

I bomber, l’aquila albanese e la guerra balcanica infinita

Poco neutrale, i goleador provocano Belgrado

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pare, vengono condannati sulla base di una giustizia selettiva – ha detto –. Prima il maledetto tribunale internazio­nale penale dell’Aia, oggi nel calcio il Var.”

Il riferiment­o è alla Corte penale internazio­nale che ha chiuso i battenti lo scorso ottobre, dopo 24 anni di attività. Il suo scopo era di punire i crimini di guerra, quelli contro l’umanità e i genocidi. Ma i serbi hanno spesso accusato il tribunale di essere un organo politico, reo appunto di una “giustizia selettiva”. Più severa nei confronti dei serbi, meno contro croati e bosniaci. E così sul terreno di gioco si vedono gli effetti di una guerra infinita, sedata da una pace tutt’altro che stabile. Il padre di Xhaka rimase per tre anni in prigione, prima di riuscire a fuggire, nei primi anni Novanta, proprio in Svizzera.

LA FERITA sempre aperta riporta alla memoria le violenze della guerra, quando il Kosovo era una regione della Serbia, abitata per la grande maggioranz­a da albanesi. Di mezzo ci sono stati gli scontri etnici, gli attentati terroristi­ci dei separatist­i filo-albanesi, la repression­e dell’ex presidente serbo Slobodan Milosevic e l’intervento della Nato. Dal 2008 il Kosovo è uno Stato autonomo, riconosciu­to da 115 Stati su 193 dell’Onu. Ma non dalla Serbia, che nei Balcani mantiene ancora vive le sue pretese su quella regione. Con l’Unione europea che cerca con difficoltà di sedare le tensioni.

Mentre scorrono le immagini del Mondiale, c’è chi pensa che la Jugoslavia, unita in un’unica nazionale, oggi potrebbe essere fra le candidate alla vittoria finale. Ma è solo una suggestion­e, al limite del fantacalci­o. La storia e la politica sono un’altra cosa. I tifosi russi, tradiziona­lmente filo- serbi, venerdì hanno fischiato ogni volta che Xhaka e Shaqiri hanno preso la palla. Poi però hanno segnato proprio loro due. E per esultare il loro gesto più naturale è stato quello di un’aquila che vola.

“Come il Tribunale dell’Aia” L’allenatore Krstajic paragona il Var al processo sul conflitto: “Solo i serbi sono condannati sulla base di una giustizia selettiva”

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Ansa Lo sberleffo Xherdan Shaqiri e Granit Xhaka, svizzeri di origine kosovara
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