“In Libia Salvini dovrà rinegoziare con le tribù”
Stefano M.Torelli (Ispi) “Le proposte italiane sono condivisibili, ma dubito verranno mai accolte dall’Unione ”
“Le proposte del governo italiano sono condivisibili, di buon senso. Ma dubito che verranno mai accolte con un accordo formale”. Stefano Maria Torelli, ricercatore presso l’Istituto di studi di politica internazionale, si mostra scettico sulla possibilità di un’intesa.
Le prime reazioni dopo il summit sembrano positive, a cominciare da quella del premier spagnolo Sanchez: “Riunione positiva, con passi in avanti”.
Sono parole per stemperare il clima. Ma sono anni che si discute delle responsabilità del paese di primo arrivo e degli hotspot. E mi sembra difficile che gli altri stati accettino le proposte italiane. Anche perché c’è stata un’altra bozza di riforma, quella della Bulgaria, che andava in tutt’altra direzione.
Ossia?
Prevedeva che il primo paese di approdo debba continuare a prendersi carico di tutta la procedura relativa al richiedente asilo, rimanendone responsabile addirittura per otto anni. E il meccanismo di redistribuzione dei migranti era molto complesso.
Il premier Conte ha respinto la proposta di Francia e Spagna sulla creazione di hotspot, o per meglio dire “centri chiusi di accoglienza” in Paesi europei. Che ne pensa?
Realizzarli in Europa sarebbe sicuramente più semplice che farlo in Nordafrica, dove crearli mi sembra fuori della realtà. Però anche in questo caso, partendo dall’assunto che serve il consenso di tutti i Paesi coinvolti, mi sembra una proposta che non potrà concretizzarsi. Intanto oggi il ministro dell’Interno Matteo Salvini sarà in Libia. Con quale obiettivo?
Come è noto, in Libia ci sono una serie di organizzazione criminali e di famiglie locali che pesano. E di fatto andare in quel Paese significa coinvolgere questi attori. Tradotto, Salvini dovrà fare come il suo predecessore Minniti, accordarsi con i potenti locali.
È probabile che cercherà di mantenere in piedi l’architettura costruita dal precedente ministro, e che ha portato al 76 per cento in meno di sbarchi. Dopodiché ci sono problemi con cui fare i conti. Se è vero che Minniti trattò anche con esponenti di fami- glie tribali, in quei mondi vale la parola data dalla singola persona. Quindi certi accordi andranno rinegoziati. Brutalmente: anche da un punto di vista economico? Non credo che quello sia il punto centrale. Queste persone si aspettano un ritorno politico, il riconoscimento di un ruolo in un Paese che è tuttora nel caos. Vogliono essere trattati come interlocutori. Il M5S e il ministro degli Esteri Moavero sostengono che l’Europa rischia di sgretolarsi sui migranti. Esagerano?
A mio avviso sì. Credo che ci siano anche altri temi molto rilevanti.
Il ministro dell’Interno cercherà di mantenere l’architettura creata da Minniti. Ma in quel Paese tanti invocano un ruolo