Il Fatto Quotidiano

Naufragio: mille migranti affidati a Tripoli

Alto mare La Guarda costiera italiana ha consegnato i profughi. Altri 300 mila sono in arrivo

- » ANDREA PALLADINO

L’ultimo naufragio, in ordine di tempo, tra Italia e Libia ha cifre da brivido: 820 migranti, su sette imbarcazio­ni di fortuna, con un recupero affidato dalla Guardia costiera italiana – che ha ricevuto il messaggio di richiesta di aiuto – ai militari di Tripoli.

ALTRI 300sono da giorni sulla nave umanitaria Lifeline e sul cargo commercial­e danese Alexander Maersk, fermi nel canale tra Malta e la Sicilia e davanti al porto di Pozzallo, in attesa di vedersi assegnare un porto per lo sbarco. E dalla Lifeline è partito il twitter di risposta alle provocazio­ni di Matteo Salvini: "Caro Matteo Salvini, non abbiamo carne a bordo, ma esseri umani. Vi invitiamo cordialmen­te a convincerv­i che sono le persone che abbiamo salvato dall’affogare. Vieni qui, sei il benvenuto”. Polemiche anche per il tweet (poi cancellato) del senatore M5S, Elio Lannutti: "Migranti: credo che di questo passo, le Ong finanziate da Soros ed altri ideologhi della sostituzio­ne etnica, oltre ad essere bandite dovranno essere affondate. Tolleranza zero".

Il passaggio delle consegne dalle autorità italiane a quelle libiche e il blocco dei porti sono ormai un fatto compiuto. Cambio di strategia evidente sulla plancia della nave Ong, Open arms, che aveva dato la disponibil­ità ad intervenir­e, anche perché le poche motovedett­e di Tripoli difficilme­nte potevano far fronte ad un naufragio così vasto. La risposta è stata secca: allontanat­evi. La nave umanitaria ieri sera era in viaggio verso l’area dei sette gommoni, come raccontano fonti della Ong al Fatto. Le imbarcazio­ni però non erano ancora state individuat­e, mentre la notte iniziava a rendere tutto più difficile.

La pressione dalla Libia sta crescendo. Secondo fonti autorevoli ci sarebbero circa 300 mila migranti e rifugiati stretti tra il deserto e il mare. Le stesse fonti – che chiedono l’anonimato – parlano anche di una tensione crescente a Tripoli, mentre l’Unhcr riesce al momento ad organizzar­e l’eva- cuazione dei soggetti più fragili – in numeri irrisori – quasi esclusivam­ente verso il Niger, scelto come luogo di transito provvisori­o. Risale al 19 giugno scorso l’ultimo viaggio aereo organizzat­o dall’Onu, con appena 122 richiedent­i asilo a bordo. Una goccia nel mare. Per il prossimo luglio è prevista l’apertura di un campo di transito da parte del ministero dell’Interno libico, che potrà accogliere le “vulnerabil­ità” (donne a rischio violenza, minori e torturati) identifica­te all’interno dei campi di detenzione per migranti, per mille persone. “Non si tratta, però, di un hotspot”, hanno spiegato fonti dell’Unhcr. Difficile, dunque, trovare vie umanitarie sicure per i rifugiati e i richiedent­i asilo.

Davanti Pozzallo I 300 della nave Ong Lifeline aspettano il permesso di attracco Scontro con Salvini

LA SOLUZIONEp­er la nave della Ong di Dresda Lifeline appare intanto lontana. Ieri l’equipaggio dell’imbarcazio­ne – ferma nell’area Sar di Malta – ha ripetuto di aver urgentemen­te bisogno di un porto per lo sbarco dei 234 migranti, con una situazione di stanchezza e tensione che appariva evidente nei volti dell’equipaggio e dei naufraghi nei video diffusi dall’organizzaz­ione tedesca.

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Ansa I rifugiati

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