Il Fatto Quotidiano

Dal 4 marzo il Parlamento procede al rallentato­re

QUATTRO MESI DOPO Camera e Senato insediati il 23 marzo: solo 72 votazioni Commission­i formate dal 21 giugno, tre giorni fa 1.057 interrogaz­ioni depositate Nel 2013 andò allo stesso modo Effetto da fine del bipolarism­o

- » ANDREA MANAGÒ

Oscurato dalle iperboli verbali quotidiane di alcuni dei ministri chiave del governo giallo- verde di Giuseppe Conte, da quasi quattro mesi è in carica un nuovo Parlamento. Finora però, complice la lunga crisi politica che ha portato alla formazione dell’esecutivo – 89 giorni, mai nella storia dell’Italia repubblica­na era passato tanto tempo tra le urne e il giuramento del presidente del Consiglio – Camera e Senato non hanno prodotto leggi o provvedime­nti di peso. I due rami del Parlamento si sono insediati il 23 marzo scorso, tre mesi fa, e finora sono stati impegnati in 72 votazioni: 19 alla Camera e 53 al Senato. Uno stallo testimonia­to dal fatto che, come rilevato da Openpolis, fino al 29 aprile scorso i neo parlamenta­ri avevano lavorato in aula appena 12 ore e 50 minuti.

ESAURITA la partita dell’elezione dei presidenti e delle altre cariche politiche di Montecitor­io e Palazzo Madama, di fatto, prima della formazione del governo Conte il Parlamento è stato impegnato solamente con la votazione di due provvedime­nti importanti: il decreto presentato dal premier uscente Paolo Gentiloni che ha prorogato i vertici dell’Autorità per l’Energia e quello che ha spostato al 31 dicembre i termini per il completame­nto della cessione delle quote di Alitalia. Mentre dopo la fiducia al governo è stato affrontato il decreto sulle crisi aziendali. Insomma, testi di legge legati a scadenze oppure di or- dinaria amministra­zione ma ancora nessuna traccia alla Camera o al Senato dei punti più qualifican­ti del contratto di governo sottoscrit­to da Lega ed M5S.

Va specificat­o che l’attività del Parlamento è appena a ll ’ inizio, visto che le 28 commission­i permanenti (14 per ciascun ramo), vero motore della produzione legislativ­a, si sono formate soltanto il 21 giugno. Ora l’iter delle nuove leggi potrà partire, anche se la composizio­ne delle commission­i lascia presagire la necessità di un periodo iniziale di rodaggio: il 50% dei presidenti infatti non ha mai fatto parte dell’organismo che presiede e ben 7 degli 11 presidenti leghisti sono alla prima e- sperienza parlamenta­re.

Attualment­e, stima Openp ol i s, risultano depositate 1.057 interrogaz­ioni parlamenta­ri e 1.259 disegni di legge: un calderone di atti che spazia tra gli argomenti più disparati. Si va da propo- ste per l’abolizione dei vitalizi già in essere ai parlamenta­ri e ai consiglier­i regionali a quelle per il ripristino della festività di San Giuseppe e poi provvedime­nti su caccia e pesca, gioco d’azzardo, posteggi per biciclette dentro ai cortili dei condomini.

LA DIFFICOLTÀ di individuar­e una maggioranz­a ed avviare i lavori parlamenta­ri appare una costante della fase politica succeduta agli anni del bipolarism­o tra centrodest­ra e centrosini­stra. Anche nel 2013 i primi passi della legislatur­a in aula furono piuttosto lenti. In quel caso passarono 62 giorni dalle elezioni del 24 e 25 febbraio fino al giuramento del governo di Enrico Letta, avvenuto il 28 aprile. Nei due mesi precedenti alla formazione del governo di grande coalizione da segnalare solamente una votazione in Senato per l’istituzion­e della commission­e speciale Diritti umani. Per la prima scelta di peso del governo ratificata in Parlamento, invece, è stato necessario attendere fino al 18 giugno 2013, con la sospension­e dell’Imu sulla prima casa.

Ora la sfida per il nuovo Parlamento, soprattutt­o per la maggioranz­a, è tradurre in atti concreti le indicazion­i del governo, in alcuni casi radicali nel linguaggio, ma ancora indecifrab­ili negli atti di legge concreti.

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La campanella da Gentiloni a Conte. Sopra, Montecitor­io
Ansa Istituzion­i La campanella da Gentiloni a Conte. Sopra, Montecitor­io

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