Il Fatto Quotidiano

Da quando Baggio non gioca più...

- » PAOLO ZILIANI

C’è stato un tempo, come nel 1982 quando campioni del mondo lo eravamo davvero, di nome e di fatto, in cui l’Italia vantava giocatori che nel loro ruolo avevano pochi rivali al mondo come Scirea e Bruno Conti, Tardelli e Paolo Rossi, Cabrini e Gentile (e saremmo tentati di aggiungere Zoff, Oriali e Antognoni), e così per molti anni a seguire grazie a Baggio e Maldini, Totti e Del Piero, Baresi e Nesta, Zenga e Zola. Un tempo in cui non solo eravamo fra i più bravi al mondo, ma i più bravi del resto del mondo venivano da noi: cominciaro­no Maradona e Zico, Platini e Rummenigge, Krol e Junior, Matthaeus e Gascoigne e continuaro­no Gullit e Van Basten, Voeller, Savicevic e Weah, Zidane e Nedved, Bergkamp, Ronaldo e Roberto Carlos, Veron e Crespo.

C’È STATO un tempo, fino agli sgoccioli del millennio, in cui in Italia la Serie A era il Paradiso del Pallone in terra, ma poi quel tempo è finito: senza che nessuno se ne accorgesse, lanciasse un allarme, dicesse niente. E così siamo arrivati a oggi, giugno 2018, con i Mondiali che infuriano, la gente che delira per Croazia e Messico e l’Italia quattro volte campione del mondo a casa, e nonostante questo cieca di fronte al proprio sfacelo. Mentre in Russia Cristiano Ronaldo e Modric incantano il pianeta, nel pollaio italico si pensa a riesumare la salma di Tutankamen Abete per farne il nuovo ( sic.) presidente federale e si continua a ingannare la gente spacciando per sensaziona­li colpi di mercato come Nainggolan (nemmeno convocato dal Belgio) all’Inter, come Emre Can (out in Germania) alla Juventus, come Pastore (out in Argentina) alla Roma, per non parlare dei colpi in canna come Suso (out in Spagna) all’Inter, come Callejon (idem come sopra) al Milan, come Rafinha (out in Brasile) che tutti vogliono ma nessuno se lo piglia. E insomma: una volta avevamo i numeri uno al mondo, roba da Maradona e Ronaldo, per intenderci, mentre oggi fingiamo di delirare per giocatori che non sono nemmeno nei pri- mi 30 dei loro paesi; e con questa mercanzia (per non parlare dei nostri, visto che gli eredi di Gentile e Cabrini sono De Sciglio e D’Ambrosio) pretendiam­o di riempire gli stadi e di vendere il calcio in tv al prezzo della Fontana di Trevi. Invece sarebbe il caso di dirlo: da 15 anni le tv ci rifilano un caviale & champagne che è cibo per gatti. Il supercanno­niere dell’Inter, Icardi, i Mondiali li sta guardando in tv; sugli assi della leggendari­a Juventus meglio soprassede­re con Dybala e Higuain soprammobi­li di lusso, Cuadrado spedito sotto la doccia dopo mezzora, Szczesny subito a farfalle, Khedira gatto di marmo e Benatia da Tso (“Cristiano Ronaldo ci ha fatto gol ma è un giocatore normale”, è persino riuscito a dire). Sapete invece chi si sta facendo onore? Quelli che non erano nessuno e sono stati inventati campioni da Sarri a Napoli (vedi Mertens, vedi Koulibaly) e quelli che noi da veri schizzinos­i abbiamo gettato nella differenzi­ata come Coutinho, che nel Brasile sta mettendo in ombra Neymar, o Kovacic che compativam­o. E che gioca nella Croazia del mal sopportato Brozovic nerazzurro e di quel Mandzukic che alla Juve deve fare il terzino per fare spazio a cuor di leone Higuain, quello che ogni volta che c’è un match che conta se la fa sotto e si nasconde. Capita, nel Luna Park impazzito del calcio di casa nostra.

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Italia 90 Roberto Baggio a 23 anni
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