Il Fatto Quotidiano

Salvini, la figuraccia in Libia: “Niente hotspot, sono illegali”

Tramontata l’idea di identifica­re i migranti prima della partenza

- » TOMMASO RODANO

■Blitz a Tripoli del vice-premier che non ottiene il sì a campi nell’ex colonia e definisce “retorica” il rapporto Onu sulle torture ai profughi. Il Viminale da l’ok all’ingresso nel porto di Pozzallo del mercantile con 113 immigrati a bordo. Resta in mare la nave dell’Ong Lifeline

Partenza da Roma alle 7 di mattina dopo la veglia elettorale per i ballottagg­i; selfie d’ordinanza – a beneficio dei soliti social network – a bordo dell’aereo militare con destinazio­ne Tripoli; visita lampo al governo ufficiale della Libia, a un centro migranti e ai soldati della missione italiana; ritorno precipitos­o in patria per la conferenza stampa al Viminale delle 17 e 30. Non si può dire che nella prima vera giornata da ministro – finita la campagna elettorale – Matteo Salvini abbia risparmiat­o energie.

IL CAPO della Lega ha ripercorso i passi del predecesso­re Marco Minniti e ha incontrato il governo di Fayez al-Serraj, l’unico riconosciu­to dalla comunità internazio­nale. È il primo esponente dell’esecutivo gialloverd­e a farlo: a stretto giro toccherà al premier Giuseppe Conte, al vicepremie­r Luigi Di Maio e al ministro della Difesa, Elisabetta Trenta.

Salvini l’ha fatto a modo suo: nessuna missione segreta stile Minniti, ma un blitz ipermediat­ico tra foto, dirette Facebook e conferenze stampa. Risultati o ottenuti? Difficile dirlo. Il capo della Lega era partito con l’idea di proporre ai suoi interlocut­ori degli hotspot – centri per l’identifica­zione e l’e s am e delle domande dei richiedent­i asilo – “ai confini a Sud della Libia”.

Il governo di Tripoli ha negato categorica­mente che tali strutture possano essere accolte in territorio libico (“Sono contrari alla nostra legge”, ha dichiarato il vicepremie­r Ahmed Maiteeq). Salvini ha quindi specificat­o durante la conferenza stampa che gli hotspot proposti sono “ai confini fuoridalla Libia, quindi in assoluta coerenza con quanto dichiarato dal governo Serraj”. Gli Stati africani interessat­i sarebbero quattro, specifica il leghista: Sudan, Ciad, Niger e Mali. È possibile metterli d’accordo tutti? Per Arturo Varvelli – ricercator­e dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazio- nale ed esperto di Libia – le previsioni del ministro d e ll ’ Interno sono decisament­e ottimistic­he: “Già la Francia aveva pensato di realizzare hotspot in Niger e Mali ma non è riuscita a farli, malgrado i rapporti molto stretti con quei Paesi. Mi pare che Salvini per ora non abbia una vera strategia ma stia navigando a vista”.

Il leader della Lega in ogni caso ha una discreta lista di successi da “vendere” a microfoni e telecamere: una conferenza di iniziativa italo-libica sull’immigrazio­ne illegale da tenersi a settembre a Tripoli con i principali Paesi europei; la ripresa della partnershi­p commercial­e ed industrial­e tra i due governi – Roma definita “primo partner” dai nordafrica­ni –, la “totale condivisio­ne” di tre o quattro punti, compreso il “lamento dell’assenza dell’Unione europea” da parte degli stessi libici.

Anche da Tripoli filtra ottimismo. Così il colonnello portavoce della Forze della Marina, Ayoob Qassem: “Siamo soddisfatt­i della linea di Salvini, è il solo modo di spezzare la catena fra trafficant­i e Ong”.

PER IL RESTO il ministro Salvini ha confermato il volto truce nei confronti di nemici ormai consolidat­i. Il primo, le Ong: “Sono fuorilegge” e le navi “vanno sequestrat­e, perché complici del traffico di esseri umani”. Il secondo, la Francia: “Il ministro degli Affari europei Nathalie Loiseau è un’ignorante. Nel senso che ignora la situazione di questa nave (la Lifeline, ndr) che ha agito in barba alle segnalazio­ni della guardia costiera italiana e libica. Aprano il porto di Marsiglia”. Macron, invece, “è 15 volte più cattivo di Orbàn: sui ricollocam­enti l’Ungheria è inadempien­te per 300 unità, la Francia per 9000 unità”.

Poi, sull’ipotesi di un ordine alla Marina di non rispondere più agli Sos dei barconi, ha risposto: “Chiedete a Toninelli, ma se fosse così avrebbe il mio totale sostegno”.

Intanto, nella nuova bozza delle conclusion­i del prossimo vertice europeo (si terrà giovedì 28 giugno) rimane la norma sui cosiddetti “movimenti secondari” che aveva fatto infuriare il governo Conte: “gli Stati membri – si legge – devono prevedere tutte le misure legislativ­e e amministra­tive necessarie per contrastar­e tali movimenti”. A perdere sarebbe ancora l’Italia, ma Salvini e gli altri per ora non hanno replicato.

(ha collaborat­o Nancy Porsia)

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Ansa Stretta di mano Matteo Salvini con il ministro dell’Interno di Tripoli Abdul Salam Ashour

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