Proteste e inchieste: Macron è un disastro
Francia Il presidente Macron perde colpi sull’immigrazione e popolarità: ultimo guaio l’indagine sulla campagna elettorale a Lione, En Marche sarebbe stata “agevolata”
Non c’è solo la crisi dei migranti a far passare una settimana difficile a Emmanuel Macron. Un’inchiesta è stata aperta ieri dalla magistratura francese sulle presunte irregolarità nel finanziamento della campagna elettorale per l’Eliseo dell’allora candidato En marche.
Alcuni media aveva notato giorni fa che Macron aveva ottenuto tariffe di favore, con sconti fino al 75%, per l’affitto di alcuni locali per i comizi. La Corte dei conti ha tuttavia validato i conti del partito. Le indagini avviate ieri, su denuncia di deputati di destra, ri- guardano invece il ruolo svolto nella campagna dal comune di Lione, città di cui Gérard Collomb, attuale ministro dell’Interno, era sindaco.
I magistrati dovranno stabilire se il comune ha messo a disposizione del candidato mezzi e personale a costi imbattibili. Questa è l’u lti ma noia che colpisce il presidente, già bacchettato nei giorni scorsi per i suoi gusti di lusso (dopo la polemica per la piscina al forte di Bregançon, pare che Macron abbia rinunciato a rinnovare i campi da tennis della residenza de La Lanterne, a Versailles).
SUL PIANO EUROPEO, Macron sembrava destinato a diventare il “paladino” d’Europa, aiutato anche dalla Brexit e dalle crisi del governo Merkel. Poi c’è stata la vicenda dell’Aquarius, e si ritrova sempre più isolato. Ma sulla nave di Sos Mé di ter ra née piena di migranti, Macron ha deluso anche parte dell’opinione pubblica francese. Se giorni fa avesse aperto i porti alla nave, poi accolta in Spagna, Macron avrebbe potuto mostrare l’ “umanità” della Francia di cui si è tanto vantato in campagna elettorale. Ma così non è stato. La Francia ha “perso il treno della Storia” ha commentato Anne Hidalgo, la sindaca socialista di Parigi. Gelo anche all’interno dello stesso partito presidenziale, la République en Marche, con le parole dure di un marcheur della prima ora, Sébastien Mabile, avvocato e docente, che ha sbattuto le porte di LRem: “Abbandono quest’avventura – ha scritto in un tweet – con la vergogna di vedere i valori della Francia affondare con i migranti in fondo al Mediterraneo”. Macron ha tutto l’interesse di mantenere la linea dura con Matteo Salvini: dare anche il minimo credito al ministro dell’Interno italiano in Europa rischierebbe di far crescere “la lebbra dei populismi” anche in Francia e aiutare Marine Le Pen, la leader dell’ultradestra che, dopo la sconfitta all’Eliseo e le difficoltà di rilanciare il suo partito, spera di cavalcare la popolarità della Lega, anche in vista delle Europee del 2019.
E poi la maggioranza dei francesi non vuole che il Paese accolga i migranti. Il 60% condivide anche le parole del ministro Collomb che vede unaFrancia “sommersa dall’immigrazione”. Neanche la nuova legge sull’asilo e l’immigra- zione, ora esaminata in Senato, è condivisa da tutti. Diverse associazioni hanno denunciato che accelera le espulsioni e raddoppia la durata delle detenzioni, complica il ricongiungimento familiare e limita l’accesso all’assistenza medica dei sans papiers.
TRA CRISI MIGRATORIA che scuote l’opinione e le tensioni sociali che agitano la Francia (con i ferrovieri che prolungano lo sciopero a luglio per la riforma dello statuto, anche se la legge è votata), la popolarità di Macron ha subito una battuta d’arresto ed è in calo (-9 punti). I sondaggi mostrano la delusione degli elettori del centro-sinistra verso la politica economica e poco sociale di Macron, mentre sale l’adesione degli elettori del centro-destra. Oggi il presidente sarà in Vaticano ed è un segnale per il suo elettorato cattolico. Dopo l’incontro con papa Francesco, con il quale affronterà il tema dei migranti, e una visita alla comunità di Sant’Egidio, Macron sarà al Laterano per ricevere il titolo di “primo canonico onorario” della basilica di San Giovanni, un’antica onorificenza che risale a Enri- co IV, alla quale altri presidenti avevano rinunciato, tra cui i socialisti François Mitterrand, e più di recente, in nome della Francia laica, François Hollande.
In Vaticano
Il capo di stato oggi diventerà “primo canonico”, titolo rifiutato da Hollande