Il Fatto Quotidiano

CARO MICHELE SERRA, NON SARANNO I LEGHISTI A LAVARVI LA COSCIENZA

- » ANDREA SCANZI

Non è vero che la sinistra, quella salottiera almeno, detesti Matteo Salvini: al contrario, lo adora. Gli vuole bene. Spera che duri in eterno, perché ne ha bisogno: lungi dall’essere il nuovo Goebbels, Salvini è l’alibi della sinistra. Il cazzaro facilmente detestabil­e da attaccare a favor di telecamera, con un post o un tweet, per rifarsi una verginità. Per fingere di non avere colpe. E continuare come se nulla fosse, convinti di esser sempre nel giusto.

Si pensi a Don Michele Serra. Il sacerdote laico della quasi-sinistra italiana, quello che con Craxi faceva il barricader­o e con Renzi marcava visita, ha regalato giorni fa al volgo un’omelia laica assai pensosa. Non l’hanno letta in tanti, perché Serra ha scelto come organo di diffusione una pubblicazi­one inconsapev­olmente carbonara chiamata Il Foglio. Una testata, peraltro, che il Serra incendiari­o di Cuore avrebbe bombardato dalle fondamenta, e che invece adesso va benissimo come megafono per pompieri in disarmo. Don Michele, con consueta prosa aggraziata e abuso di citazionis­mo (ora Altan e ora il New Yorker), ci ha detto che chi ha votato M5S ha inequivoca­bilmente sbagliato. Ancor più se di sinistra. E sarà per colpa loro che moriremo non democristi­ani ma fascisti: “Abbiamo davanti decenni o secoli di destra popolar-sovranista. Io sono troppo vecchio per vedere risorgere una nuova civilizzaz­ione”. Amen. Se un alieno scendesse sulla Terra e leggesse unicamente Serra, immaginere­bbe l’Italia in balia di dittature e fucilazion­i. E il bello è che Don Michele ci crede davvero. Certo: viviamo tempi mesti. Certo: il lessico di Salvini è spesso raggelante (il suo agire un po’meno, essendo “solo” l’agire di un Minniti che ce l’ha fatta). E certo Don Michele è oltremodo intelligen­te.

C’È SOLO UN PICCOLOpro­blema: Don Michele non ha il diritto di lamentarsi. Lo ha perso quando ha accettato, lui e quasi tutto il suo giornale, la vergogna renziana. Lo ha perso quando, al massimo di quel che resta della sua vena iconoclast­a, ha votato la Bonino (cioè Renzi). Lo ha perso quando continua, con quell’odiosa spocchia di chi è superiore poiché di sinistra, a credere che lui e “la sua parte” siano ontologica­mente nel giusto, anche se quella “parte”(quella “sinistra”) fa così schifo da decenni che ormai Salvini risulta molto meno indigesto di quasi tutta la dirigenza renziano-piddina. Se solo Don Michele parlasse con gli “elettori che sbagliano”(il lessico è sempre quello) dei 5 Stelle, scoprirebb­e che non hanno cambiato idea: rivoterebb­ero la stessa cosa o al massimo si asterrebbe­ro, perché pur di non rivotare “sinistra” si farebbero evirare da Orban in orbace. Ad avere diritto di criticare e massacrare il Salvimaio sono in tanti, anzitutto quelli che – proprio in quanto di sinistra – si opponevano a Renzi. I Montanari, i Robecchi, i Giannini. Ma i Serra e gli Zucconi, no. Se la sinistra italiana è sepolta sotto cumuli di macerie e riesce a perdere persino a Siena, non è colpa di Lega o 5 Stelle: è anche colpa di chi per anni si è accontenta­to della brodaglia rancida che gli imponeva il partito. Se Salvini è il ministro dell’Interno, è anche colpa loro. Del loro tifo colpevole. Della loro pavidità imperdonab­ile. Avevate voci adatte per il vaffanculo e vi siete accontenta­ti di appendere il poster della Boschi in camera. Per questo, come cantava qualcuno che Don Michele conosceva bene, “per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti”. E non vi basterà un Salvini per lavarvi la coscienza (anche se vi piacerebbe da matti).

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