Il Fatto Quotidiano

Fine campagna: ora Matteo deve governare

La Lega cancella la sinistra dalle sue roccaforti. Per il ministro adesso arriva il difficile

- » TOMMASO RODANO

La

tripletta leghista seppellisc­e quello che resta della Toscana rossa. L’infinita campagna elettorale di Matteo Salvini si chiude – almeno per adesso – con un filotto clamoroso: la vittoria del centrodest­ra a Siena, Pisa e Massa, sigillo di uno stato di grazia iniziato il 4 marzo. Ci sono altri successi simbolici, come quello di Sondrio – ex enclave di centrosini­stra nella Lombardia dominata dalla Lega – o quello di Cinisello Balsamo, un altro pezzo dell’hinterland milanese operaio che non è più rosso, ma viene espugnato da un sindaco salviniano, Giacomo Ghilardi. O ancora, il trionfo nella Terni ex comunista: il leghista Leonardo Latini stravince con il 63,4%, dopo il 29% del Carroccio al primo turno.

IL MINISTRO del l’Inte rno commenta i ballottagg­i al rientro dalla missione in Libia: “Stanotte ho dormito tre ore ma ne è valsa la pe- na... abbiamo vinto in Comuni amministra­ti dalla sinistra da 70 anni. L’abbiamo fatto nonostante almeno 15 giorni di linciaggio mediatico nei miei confronti. Più a sinistra sparlano, più vinciamo”. Salvini ha ottime ragioni per ringraziar­e la “sinistra” – o meglio il simulacro della sinistra italiana: la più prestigios­a delle sue vittorie di domenica è il frutto dell ’ eutanasia politica di tutti gli avversari. A Siena il Pd ha costanteme­nte delegittim­ato il suo ex sindaco Bruno Valentini, poi non ha trovato nessuna figura alternativ­a ed è stato costretto a ripresenta­rlo. I 5Stelle hanno fatto di peggio: non sono nemmeno riusciti a presentare le liste e il candidato. Così il prossimo sindaco della città del Monte dei Paschi sarà Luigi De Mossi, un “civico”, senza tessere di partito, non direttamen­te riconducib­ile alla Lega (che al primo turno ha preso il 9,3%). Eppure l’impatto politico e mediatico del crollo della rossa Siena è il fiore all’occhiello dei ballottagg­i leghisti, ancora più dei successi a Pisa (dove la Lega è primo partito con il 24,7% del primo turno) o Massa (dove il Carroccio è andato sopra al 10%).

Ieri Silvio Berlusconi ha provato a intestarsi parte del successo del centrode- stra: “Siamo una coalizione plurale, nessuna forza è autosuffic­iente”. I numeri, al contrario, dicono che Forza Italia è praticamen­te impalpabil­e anche quando vince: vale il 3,5% a Pisa e Massa, il 3,3% a Siena, il 3% a Sondrio. Nelle città toscane è finita sotto anche a Fratelli d’Italia.

SALV I N I , i nsomma, ha piazzato i gomiti su due tavoli. Da un lato ha can niba lizz ato gli alleati nel centrodest­ra, la coalizione vincente a livello locale e prima per distacco nei sondaggi a livello nazionale. Dall’altro la vittoria alle Amministra­tive mantiene l’i pe ra tt iv o leader del Carroccio nel cono dei riflettori mediatici, a dispetto del senior partner della maggioranz­a, quel Movimento 5 Stelle che fatica tremendame­nte a imporre la sua agenda di gover- no. Salvini potrà continuare a “tirare la corda” con gli alleati: se si dovesse spezzare, il ritorno della Lega alla guida del centrodest­ra sarebbe da una posizione di dominio sempre più acquisita. Ora – semmai – il problema di Salvini è passare dalle parole ai fatti. Con il voto di domenica si è chiuso anche l’ultimo appuntamen­to elettorale nell’ag e nde del segretario leghista, che ha interpreta­to i primi 25 giorni del suo mandato come una p ro s e cu z i on e adrenalini­ca della campagna per il 4 marzo. I risultati alle urne sono oggettivam­ente eccellenti, ma l’aspettativ­a creata nell’elettorato adesso è altissima. Ora la sfida del Salvini animale politico è dimostrare di essere capace di fare il ministro e l’amministra­tore.

Piano B.

Col centrodest­ra vincente, il Carroccio “minaccia” anche gli alleati di governo

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Ansa In posa Matteo Salvini si scatta un selfie con il neo-sindaco di Siena Luigi De Mossi
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