Dal pacifista al Masaniello, Messina si affida a “Scateno”
Cateno De Luca Dopo 5 anni di Accorinti, lo show man indagato promette “il Ponte sullo stretto” e “il tram sospeso” da 150 km orari
Ha detto che l’ha chiamato il Papa per congratularsi. “A un certo punto è squillato il telefono ma ero impegnato nei primi passaggi della nuova amministrazione”. Ha detto che al secondo squillo ha risposto a Papa Francesco, impressionato dal suo primo gesto: il Pater Noster davanti alla statua della Madonna, appena dopo aver deposto un mazzo di fiori per ringraziamento, “e ho messo in viva voce per far sentire a mia moglie e ai miei figli”. Ha detto che trasformerà la sede del Comune in un Casinò municipale: “Siamo meta crocieristica, dobbiamo investire in cultura”. Ha detto che il primo e più urgente impegno sarà però quello di costruire “il Ponte sullo Stretto”.
CATENO De Luca, per gli amici Scateno, è il nuovo sindaco di Messina. È stato eletto a furor di popolo dalla città che i siciliani non nativi definiscono “b abba” per il carattere accomodante, la sorprendente ingenuità e la propensione a mostrare la sua patologia bipolare. Alle scorse comunali Messina elesse Renato Accorinti, il sindaco di Free Tibet, scalzo per via dei sandali mai dismessi in qualunque stagione dell’anno e in qualsivoglia occasione pubblica, dallo stile francescano, ultimo tra gli ultimi. Per compensare questa volta hanno scelto il pirotecnico Cateno, che da trent’anni si occupa di abbattere la Casta, C maiuscola. Da trent’anni De Luca, il nuovo sindaco dell’amatissima e innocente Messina, è consigliere di qualcosa. Tre legislature se l’è fatte alla Regione, cumulando tre investiture a sindaco di ben due comuni: Fiumedinisi, il suo proprio, e Santa Teresa Riva. Messina era il suo ultimo sogno. Cateno o Scateno per combattere la partitocrazia ha sperimentato il metodo omeopatico. Da giovanotto era Dc, poi si è intruppato con il famigerato movimento autonomista (si chiamava Mpa) dell’ex governatore Raffaele Lombardo. Ha avuto un approccio anche con Gianfranco Rotondi, una mezza cotta con grande Sud. Infine con l’Udc. Era venuto il momento del grande passo, Scateno aveva deciso di puntare su Salvini. “Io non l’ho voluto”, disse alla vigilia delle ultime regionali il ministro dell’Interno. Cateno, nell’ultima versione da combattimento, ha fondato la lista “Sicilia Vera”. È stato arrestato due volte, e per più di un reato (abuso d’ufficio, abuso edilizio, tentata concussione eccetera), ma è stato assolto. Quando non ha potuto la giustizia ha potuto la prescrizione. Contro di lui la “lupara giudiziaria” (titolo di un suo agile volumetto). I giudici lo hanno incriminato definendolo uomo dotato di un eccellente talento criminale e lui ha denunciato i giudici, promuovendo ri- chieste ( bocciate) di trasferimento dei molti processi dalla sede naturale di Messina a Reggio Calabria.
“U megghiu avu a rugna”, è stato il suo slogan elettorale, che è anche filosofia di vita e manifesto caratteriale. Da sempre vicino ai poveri, infatti Messina popolare ieri l’ha consacrato tributandogli un festone notturno come mai si era visto, Cateno Scateno De Luca ha immaginato di servire il popolo con i Caf, i centri di assistenza fiscale. Ne ha sparsi ovunque con la sua associazione, la Fenapi. Ha dichiarato 594.053 euro, risultando il politico più ricco della Sicilia. È inquisito per evasione fiscale (“ma non parlo più dei miei processi, ora solo di amministrazione”) ed è stato condannato dalla Corte dei Conti per aver speso con disinvoltura il finanziamento pubblico al suo gruppo politico. È dunque entrato a pieno titolo nella top five degli impresentabilissimi della famosa lista di Rosy Bindi, al tempo dell’Antimafia.
MA LA FORZAdelle sue idee è stata più potente di ogni altra considerazione e ostruzione, perfino della barriera eretta dal centrodestra, con cui si era pure presentato alle Regionali, che gli ha opposto un manager, Dino Bramanti, spiegando alla città il pericolo De Luca.
Messina l’ha eletto un po’ a sua insaputa, distratta e incosciente com’è nel suo dna. E De Luca ha in mente di ripagarla come si deve: “Realizzerò il tram sospeso”. Nell’attesa dei piloni d’acciaio che trasporteranno da un capo all’altro con una navetta superveloce (arriverebbe secondo le prime stime nei bar cittadini a una velocità di 150km/h) De Luca si è subito messo al lavoro. “A lle quattro di stanotte il primo incontro di lavoro con il direttore generale del Comune. Ai consiglieri comunali farò firmare un contratto”.
Ha infine garantito che non suonerà più la zampogna, com’è successo tempo fa nell’assemblea regionale, né si farà ritrarre nudo, avvolto solo nella bandiera dell’Autonomia.
Il fantasista
Era nella top five degli impresentabili della Bindi, ora vuole trasformare il municipio in Casinò