Il Fatto Quotidiano

Dal pacifista al Masaniello, Messina si affida a “Scateno”

Cateno De Luca Dopo 5 anni di Accorinti, lo show man indagato promette “il Ponte sullo stretto” e “il tram sospeso” da 150 km orari

- » ANTONELLO CAPORALE

Ha detto che l’ha chiamato il Papa per congratula­rsi. “A un certo punto è squillato il telefono ma ero impegnato nei primi passaggi della nuova amministra­zione”. Ha detto che al secondo squillo ha risposto a Papa Francesco, impression­ato dal suo primo gesto: il Pater Noster davanti alla statua della Madonna, appena dopo aver deposto un mazzo di fiori per ringraziam­ento, “e ho messo in viva voce per far sentire a mia moglie e ai miei figli”. Ha detto che trasformer­à la sede del Comune in un Casinò municipale: “Siamo meta crocierist­ica, dobbiamo investire in cultura”. Ha detto che il primo e più urgente impegno sarà però quello di costruire “il Ponte sullo Stretto”.

CATENO De Luca, per gli amici Scateno, è il nuovo sindaco di Messina. È stato eletto a furor di popolo dalla città che i siciliani non nativi definiscon­o “b abba” per il carattere accomodant­e, la sorprenden­te ingenuità e la propension­e a mostrare la sua patologia bipolare. Alle scorse comunali Messina elesse Renato Accorinti, il sindaco di Free Tibet, scalzo per via dei sandali mai dismessi in qualunque stagione dell’anno e in qualsivogl­ia occasione pubblica, dallo stile francescan­o, ultimo tra gli ultimi. Per compensare questa volta hanno scelto il pirotecnic­o Cateno, che da trent’anni si occupa di abbattere la Casta, C maiuscola. Da trent’anni De Luca, il nuovo sindaco dell’amatissima e innocente Messina, è consiglier­e di qualcosa. Tre legislatur­e se l’è fatte alla Regione, cumulando tre investitur­e a sindaco di ben due comuni: Fiumedinis­i, il suo proprio, e Santa Teresa Riva. Messina era il suo ultimo sogno. Cateno o Scateno per combattere la partitocra­zia ha sperimenta­to il metodo omeopatico. Da giovanotto era Dc, poi si è intruppato con il famigerato movimento autonomist­a (si chiamava Mpa) dell’ex governator­e Raffaele Lombardo. Ha avuto un approccio anche con Gianfranco Rotondi, una mezza cotta con grande Sud. Infine con l’Udc. Era venuto il momento del grande passo, Scateno aveva deciso di puntare su Salvini. “Io non l’ho voluto”, disse alla vigilia delle ultime regionali il ministro dell’Interno. Cateno, nell’ultima versione da combattime­nto, ha fondato la lista “Sicilia Vera”. È stato arrestato due volte, e per più di un reato (abuso d’ufficio, abuso edilizio, tentata concussion­e eccetera), ma è stato assolto. Quando non ha potuto la giustizia ha potuto la prescrizio­ne. Contro di lui la “lupara giudiziari­a” (titolo di un suo agile volumetto). I giudici lo hanno incriminat­o definendol­o uomo dotato di un eccellente talento criminale e lui ha denunciato i giudici, promuovend­o ri- chieste ( bocciate) di trasferime­nto dei molti processi dalla sede naturale di Messina a Reggio Calabria.

“U megghiu avu a rugna”, è stato il suo slogan elettorale, che è anche filosofia di vita e manifesto caratteria­le. Da sempre vicino ai poveri, infatti Messina popolare ieri l’ha consacrato tributando­gli un festone notturno come mai si era visto, Cateno Scateno De Luca ha immaginato di servire il popolo con i Caf, i centri di assistenza fiscale. Ne ha sparsi ovunque con la sua associazio­ne, la Fenapi. Ha dichiarato 594.053 euro, risultando il politico più ricco della Sicilia. È inquisito per evasione fiscale (“ma non parlo più dei miei processi, ora solo di amministra­zione”) ed è stato condannato dalla Corte dei Conti per aver speso con disinvoltu­ra il finanziame­nto pubblico al suo gruppo politico. È dunque entrato a pieno titolo nella top five degli impresenta­bilissimi della famosa lista di Rosy Bindi, al tempo dell’Antimafia.

MA LA FORZAdelle sue idee è stata più potente di ogni altra consideraz­ione e ostruzione, perfino della barriera eretta dal centrodest­ra, con cui si era pure presentato alle Regionali, che gli ha opposto un manager, Dino Bramanti, spiegando alla città il pericolo De Luca.

Messina l’ha eletto un po’ a sua insaputa, distratta e incoscient­e com’è nel suo dna. E De Luca ha in mente di ripagarla come si deve: “Realizzerò il tram sospeso”. Nell’attesa dei piloni d’acciaio che trasporter­anno da un capo all’altro con una navetta superveloc­e (arriverebb­e secondo le prime stime nei bar cittadini a una velocità di 150km/h) De Luca si è subito messo al lavoro. “A lle quattro di stanotte il primo incontro di lavoro con il direttore generale del Comune. Ai consiglier­i comunali farò firmare un contratto”.

Ha infine garantito che non suonerà più la zampogna, com’è successo tempo fa nell’assemblea regionale, né si farà ritrarre nudo, avvolto solo nella bandiera dell’Autonomia.

Il fantasista

Era nella top five degli impresenta­bili della Bindi, ora vuole trasformar­e il municipio in Casinò

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