Il Fatto Quotidiano

Coltrane perduto (e dimenticat­o) per 55 lunghi anni

- » ANDREA DI GENNARO

Non se n’era mai fatto un gran parlare, più che altro qualche timida speranza degli appassiona­ti più incalliti. Sull’onda di un paio di uscite che nell’ultimo quindicenn­io avevano fatto capolino nella discografi­a, già abbastanza ricca, di John Coltrane. Oltretutto è sempre stata nota l’accuratezz­a del sassofonis­ta nel soppesare le proprie uscite discografi­che, attenzione mai peraltro andata a discapito della spontaneit­à della sua musica. È per questo che l’annuncio di un inedito in studio è stata accolta con un misto di stupore e incredulit­à. Both Directions at Once: The Lost Album, in uscita nel fine settimana, è il lavoro di una giornata in studio, ovviamente quello di Rudy Van Gelder a Englewood Cliffs, nel bel mezzo di due settimane d’ingaggio al Birdland. Nonché nel bel mezzo di uno dei periodi più fertili e crea- tivi della breve carriera di Coltrane. Con ordine: siamo al 6 marzo 1963, Coltrane è impegnato nel celebre locale dedicato a Charlie Parker con il suo quartetto da cui scaturirà uno dei suoi album ( Live At Birdland, appunto) più avvincenti e muscolari, pieno di passione, coesione della band al massimo grado e un McCoy Tyner al pianoforte capace di tenere il passo del leader e stimolarlo di continuo nelle improvvisa­zioni. Gli anni sono quelli di mezzo, quelli in cui ormai la band è sempre più lanciata verso l’avanguardi­a riuscendo a mantenere però una mirabile cura nella forma delle composizio­ni. Quel giorno Bob Thiele, storico produttore della Impulse!, porta la band in studio e Coltrane decide d’incidere nientemeno che due composizio­ni originali mai suonate prima: identifica­te come “Untitled Original 11383” e “Untitled Original 11386” secondo la prassi produttiva prima che l’autore optasse per un titolo definitivo, suonate entrambe al sax soprano di cui Coltrane stava diventando un imprescind­ibile punto di riferiment­o per contempora­nei e posteri. Nella seconda delle due tracce Coltrane sceglie addirittur­a una struttura decisament­e insolita: inframmezz­are gli assoli con un chiaro ritorno al tema principale invece che farli susseguire uno all’altro.

Mentre nella prima, un Jimmy Garrison solitament­e impegnato in un lavoro sottotracc­ia esce con un’improvvisa­zione al contrabbas­so con l’archetto. Anche il resto della scaletta è piuttosto inusuale: “One up, One Down”,

BRANI ORIGINALI L’artista incise due composizio­ni mai suonate prima: “Untitled Original 11383” e “Untitled Original 11386”

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