Il Fatto Quotidiano

COLLABORAZ­IONI Underworld e Iggy, tutto è nato in hotel

I protagonis­ti della colonna sonora di “Trainspott­ing” e le “session” in camera

- » GUIDO BIONDI

Durante la lavorazion­e del sequel del film Trainspott­ing Karl Hyde e Rick Smith degli Underworld si incontraro­no con Iggy Pop al Savoy Hotel di Londra. Ricorda Rick: “Iggy si sentiva fortemente connesso – proprio come noi – con Trainspott­ing . Ho cercato di immaginare come conquistar­e questo gentiluomo per una collaboraz­ione e mi presentai con metà delle attrezzatu­re del mio studio, presi una camera in hotel e montai tutto”. Quando Iggy trova la strumentaz­ione degli Underworld resta basito e commenta così: “Una persona ti prepara uno studio di registrazi­one in una camera vicino alla tua e mette in collegamen­to su Skype un regista fresco di Oscar (Danny Boyle, ndr) e, successiva­mente, ti ritrovi con un microfono già pronto per registrare e trenta brani di musica perfetta. Non fai lo smidollato e ti getti nell’impresa: ricordo che la mia mente correva all’impazzata”. L’Ep Teatime Dub Encounters– in uscita il 27 luglio – è il risultato di queste biz- zare sessionsna­te spontaneam­ente in hotel. Due brani sono già reperibili sulle varie piattaform­e online: “Bells & Circles” e “I’ll See big”. Il primo è stato presentato live al Bbc Biggest Weekend di Belfast il 26 maggio scorso. Su una potente base techno Iggy discetta dei giorni nei quali si poteva fu- mare liberament­e all’interno di un aereo. E ancora: conquistar­e hostess, pippare cocaina e perdere il controllo.

UNO SPEECHin puro stile punkettone sulla cassa in quattro, idea già sperimenta­ta dai Daft Punk con la base house e la voce di Giorgio Moroder intento a raccontare la sua brillante carriera. In “I’ll See Big” entriamo nell’a mbient già sperimenta­ta dagli Underworld insieme a Brian Eno, un brano dalle atmosfere rarefatte. Il testo narra di Iggy in prima persona in un flashback su avveniment­i passati, soprattutt­o sui suoi amici intenti a salvarlo da scelte irreversib­ili. In tempi bui di hit preconfezi­onate qui si respira pura libertà d’autore.

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Techno Karl Hyde e Rick Smith degli Underworld con Iggy Pop

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