Bergamo, mattoni e aerei decollano su chiese e banche
La politica guardava solo a Malpensa, ma i bergamaschi hanno puntato su low cost, outlet e turisti. Così un aeroporto ha cambiato una città di banche e chiese
Prendi un volo low cost per Milano e, dopo aver sorvolato campi e capannoni, atterri a due passi da Bergamo Alta, città antica racchiusa nelle mura venete diventate patrimonio Unesco un anno fa. Sei chilometri separano la città d al l’aeroporto “il Caravaggio” di Orio al Serio, terzo scalo milanese che ha superato Linate e incalza Malpensa senza neanche avere avuto il sostegno politico della Lega di Umberto Bossi e Roberto Maroni. Nel 2017 sono atterrati 12.336.137 passeggeri (+10,54%), sedicesimo anno di crescita consecutivo. Cifre straordinarie per una città di 120 mila abitanti. Così, da terzo scalo milanese, Orio al Serio è diventato il terzo aeroporto italiano per passeggeri dietro Fiumicino (40 milioni) e Malpensa (22) e davanti a Venezia (10).
E DIRE CHE A BERGAMO l’aeroporto, voluto negli anni 70 da alcuni imprenditori locali, serviva soprattutto per i corrieri. La svolta è arrivata nel 2002 con Ryanair che ha scelto Orio come hub dell’Europa del Sud. Il fiuto degli affari dei bergamaschi ha fatto il resto: appena fuori dall’aeroporto sorge l’Oriocenter, enorme centro commerciale realizzato nel 1998 da Antonio Percassi, imprenditore e presidente della “Dea”, cioè l’Atalanta. Nei paraggi, alcuni proprietari di capannoni hanno trasformato le strutture in parcheggi in cui lasciare l’auto prima di partire. In città, dove si fermano almeno per una notte 400 mila dei passeggeri atterrati a Orio, sono aumentate le strutture ricettive, soprattutto a Bergamo Alta, dove proliferano i venditori di cibo d’asporto: dalle pizze al trancio alla polenta take away del Polentone, un franchising che rilancia il piatto locale.
MOLTI PENSANOche qualcosa stia cambiando dentro le mura della cittadella antica. L’impressione è di un borgo per ricchi (abitano da queste parti Tomaso Trussardi e Michelle Hunziker, l’ex vicepresidente di Confindustria e presidente della Brembo Alberto Bombassei e il sindaco Giorgio Gori con la moglie Cristina Parodi) assaltato dai visitatori e dove il ceto medio rimane con difficoltà. Da alcuni anni l’Associazione per Città Alta e i colli denuncia “il preoccupante processo di trasformazione in atto in Città Alta a tutto vantaggio di un turismo sempre più invasivo”. Conferma l’impressione Aldo Ghilardi, presidente della Cooperativa Città Alta che dal 1981 gestisce il “Circolino”, ritrovo per anziani e studenti: “È in atto un processo di spopolamento perché i privati, anziché affittare, creano bed and breakfast”. Dal 1971, la popolazione è dimezzata, ora si aggira sui 2.700 abitanti, ma le percentuali degli abitanti per fasce d’età è affine a quella di altri quartieri, con una grande presenza di anziani.
Una delle soluzioni su cui punta l’ amministrazione G ori per tenere in vita Città Alta è la creazione di alloggi per studenti dell’Università di Bergamo. Nell’anno accademico 2015-16 l’ateneo aveva 17 mila iscritti dei quali il 39% proveniente da altre province e il 5,7 dall’estero. “L’università intende arrivare ad avere 20 mila studenti entro il 2020. Sta assumendo un ruolo importante ”, evidenzia l’ assessore all’Urbanistica, Francesco Valesini. COSÌ IL COMUNEe la Cassa Depositi e Prestiti hanno destinato parte della ex caserma “Mont elungo”, a Bergamo Bassa, a residenza: “Ci saranno 300 appartamenti e anche alcune attività del Cus”. È soltanto una delle tante opere di riqualificazione avviate. Un altro grande progetto pubblico trasformerà gli ex Ospedali uniti, sempre di Cdp, nella sede unica della scuola allievi ufficiali della Guardia di Finanza. Molte altre aree abbandonate dalla chiusura di aziende manifatturiere saranno riconvertite dai costruttori privati, la forza trainante di questa stagione dopo la crisi manifatturiera. “Una volta eravamo fa- mosi per la laboriosità e la cocciutaggine”, ricorda Paolo Agnelli, imprenditore nel settore dell’alluminio e fondatore di Confimi Industria, organizzazione alternativa a Confindustria. Operosa Bergamo lo è rimasta, è uno dei principali poli produttivi del Nord, con un tasso di disoccupazione molto basso, anche tra i giovani. Tuttavia la manifattura ha perso terreno, mentre resiste lo stereotipo del bergamasco in canottiera, cappellino di carta e cazzuola in mano. A Bergamo i muratori avranno ancora molto da lavorare con centinaia di milioni che verranno investiti.
Nella zona della stazione, dove si concentra lo spaccio e il consumo di eroina, sono previsti molti interventi di riqualificazione. Il più grande è quello di “Porta Sud”, 450 mila metri quadrati nell’ex scalo merci dismesso dalla Ferrovie, dove la Vitali Spa prevede opere con costi stimati intorno al miliardo di euro. È già avviato uno dei progetti più ambiziosi e costosi (120 milioni), il progetto “Chorus Life” sull’area dell’ex Officine Trasformatori Elettrici. Lo costruirà l’Immobiliare Percassi (fino ad alcuni anni fa guidata da Antonio Percassi e ora dal nipote Francesco) per conto della Grupedil del cavaliere Domenico Bosatelli, proprietario
della Gewiss. Su un’area di 150 mila metri quadrati, in gran parte da bonificare, sorgeranno residenze, un albergo e il nuovo palazzetto dello Sport. Il vecchio palasport diventerà la nuova sede della Galleria d’arte moderna e contemporanea, la quale a sua volta lascerà gli spazi alla Pinacoteca Carrara. A poche centinaia di metri c’è uno dei progetti più attesi: il restauro dello stadio “Atleti azzurri d’Italia”, che il patron dell’Atalanta Percassi ha rilevato dal Comune per 8,6 milioni ( ma ne recupererà 2,26 per i lavori di manutenzione già svolti). “L’Atalanta voleva costruire lo stadio nuovo in un parco agricolo – spie- ga l’assessore Valesini –. Doveva estendersi su un’area di 250 mila metri quadri e avere 180 mila metri di superficie commerciale”. Un’enormità. Poi le cose sono cambiate: “La nostra amministrazione ha deciso di alienare lo stadio, che aveva bisogno di manutenzioni e adeguamenti continui”, continua. Il Comune fa un bando e arrivano due buste: una è quella di Percassi, l’altra è quella di Gianfranco Andreoletti, presidente dell’Albinoleffe, che viene esclusa. Così l’8 agosto 2017 lo stadio è passato all’Atalanta, che però anche nella prossima stagione dovrà disputare le partite di Europa League in trasferta al Mapei Stadium di Reggio Emilia perché l’i mpianto orobico non risponde ai requisiti della Uefa. I lavori (per 35 milioni) dovrebbero cominciare al termine della prossima stagione e potrebbero durare tre anni.
NON È L’UNICO PROGETTO di riqualificazione portato avanti da Percassi. Nel 2014, dopo un investimento di 25 milioni, ha riportato le terme di San Pellegrino, dove progetta di aprire outlet. Nel 2013, invece, aveva rilevato a Crespi d’Adda ( frazione di Capriate San Gervasio) il villaggio operaio patrimonio Unesco dove trasferire gli uffici delle sue tante attività, un progetto rallentato dall’ex amministrazione locale. Chissà che prima o poi non recuperi Zingonia, dove l’Atalanta ha il suo centro sportivo: sorto negli anni 60 come progetto di “edilizia totale” de ll’imprenditore Renato Zingone, il quartiere utopistico è diventato un ghetto da incubo e centrale di spaccio.
Ha battuto città 10 volte più grandi. Ora piovono milioni e progetti: outlet, stadio e musei. Ma il centro è solo per ricchi