Il Fatto Quotidiano

“Erdogan vuole sostituire i curdi con gli arabi”

Nasrin Abdullah Il comandante delle Unità femminili del Rojava: “Nella regione la Turchia vuole una maggioranz­a araba, per questo ci combatte”

- » ROBERTA ZUNINI

Quando fu ricevuta all’Eliseo dall’allora presidente Hollande tre anni fa, dopo che i guerriglie­ri curdi avevano sconfitto l’Isis a Kobane, Nasrin Abdullah si presentò con la mimetica per sottolinea­re il suo ruolo di comandante delle unità curde femminili di protezione del popolo (Ypj) del Rojava. Per la sua visita agli esponenti del nuovo Parlamento italiano, la guerriglie­ra curda ha scelto invece di vestire abiti civili. Ma non significa che il suo ruolo sia diventato meno importante.

Signora Abdullah, dopo che l'esercito turco ha sconfitto la sua unità e quella maschile dell’Ypg nel cantone di Afrin e vi ha imposto di lasciare la zona di Manbij, non vi sentite sconfitti? Non ci sentiamo né scoraggiat­i né sconfitti. Siamo ben consci del fatto che avremmo dovuto continuare a combattere perché non ci siamo mai illusi che il presidente turco Erdogan avrebbe permesso al nostro partito di governare il Rojava. Prima ha tentato di annichilir­ci attraverso il suo appoggio sotto banco all'Isis e all'ex al Nusra, ora lo sta facendo direttamen­te con le sue truppe.

Il presidente Erdogan ritiene il partito Pyd, di cui voi siete il braccio armato, l'estensione in Siria di quella che considera un'organizzaz­ione terroristi­ca alla stregua dell'Isis, il Pkk. Lo siete?

Ritengo che non sia così.

Qual è la vostra idea di Stato? Premesso che non vogliamo separarci dalla Siria, auspichiam­o che, quando la guerra finirà, il Paese diventi una federazion­e di Stati, tra cui il Rojava. Se accadrà, noi curdi del Pyd vogliamo instaurare una democrazia che tuteli anche la popolazion­e araba minoritari­a.

La Turchia non vuole uno Stato curdo ai suoi confini perché teme l’emulazione del Kurdistan turco?

La Turchia di Erdogan vuole sovvertire l'ordine demografic­o del Rojava a maggioranz­a curda e fare diventare gli arabi etnia predominan­te. Come se lui fosse il padrone della Siria. Numerosi osservator­i sostengono che il suo partito ad Afrin e Manbij ha arrestato molti residenti arabi, confiscato le case, attività e terreni, e che, in generale, governiate anche i curdi che non sostengono il Pyd, in modo autoritari­o. Cosa risponde?

Che non è vero. Che tutti i giornalist­i finora venuti hanno potuto intervista­re chiunque, arabi e curdi, fare loro qualsiasi tipo di domanda e muoversi senza la nostra presenza durante gli incontri.

Che rapporti avete con il regime di Assad? Abbiamo contatti, ma combattiam­o autonomame­nte la nostra battaglia.

Siete la spina dorsale del Syrian Democratic Forces ( Sdf), la milizia sostenuta finora dagli Usa, che ha sconfitto l'Isis a Raqqa. Sia il regime siriano sia la Turchia hanno cercato di impedirvi di combattere lì per timore che voi curdi vi allargaste a una zona cruciale a maggioranz­a araba. Siete ancora lì ? L' amministra­zione della città è gestita dai rappresent­anti delle varie comunità. Per quanto riguarda la difesa militare della città, questa è sotto il controllo dell'Sdf di cui facciamo parte.

L'Isis è stata sconfitta definitiva­mente?

Nel Rojava sì, nelle altre zone al confine con l'Iraq vi sono ancora focolai. Noi continuere­mo a cercare di spegnerli.

A guerra finita per la Siria sogniamo una confederaz­ione di Stati che tuteli anche le minoranze

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Ansa Via i jihadisti Miliziane curde a Kobane dopo la riconquist­a (2015)
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