Il Fatto Quotidiano

“Quelle notti in bicicletta per scoprire il silenzio”

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“Prendo la bici e vado a scoprire Bergamo. Anche di notte. Faccio foto, guardo. Non avete idea di quanto siano belli certi vicoli, certi angoli quando non c’è nessuno. Ho sempre esplorato la mia città: in moto e in bicicletta. E adesso che ho compiuto ottant’anni... con la bici elettrica”.

Bruno Bozzetto è tra i padri del disegno animato. Non soltanto in Italia. Nella sua cassetta della posta arrivano da mezza Europa (soprattutt­o dalla Germania) lettere per il signor Rossi che inventò negli anni 60. Da pochi giorni è stata pubblicata la sua ultima fatica:

MiniVip & SuperVip, il mistero del viavai (Edizioni Bao).

Bozzetto, quali sono i tesori di Bergamo?

I luoghi più belli per ciascuno di noi non sono quelli sulle guide, ma quelli che amiamo. Certo, c’è la Città Alta, un gioiello perfetto. Poi San Vigilio. Ma io amo soprattutt­o il silenzio. Se penso a Bergamo la associo all’idea di natura, non a quella di città. E i bergamasch­i? Amo questa gente perché ha una faccia sola: è schietta, rude, aperta, semplice anche. Ovvio, poi hanno anche difetti: urlano sempre, parlano tutti insieme. Il suo signor Rossi è nato a Bergamo...

Sì. Avevo presentato un film al festival cittadino. Non fu ammesso. Davvero non era granché. Ma allora decisi di raccontare una secon-

da storia: quella di un uomo che per fare un film diventa quasi matto. Quel film viene respinto, allora lui in segno di protesta stracciona la pellicola e lo rimanda al festival che stavolta, però, glielo prende. Un po’ come accadde a me. Il signor Rossi era la caricatura del direttore del festival. Rossi è un bergamasco doc?

No, è l’uomo qualunque. Non è di Bergamo o di Roma, non è italiano o francese. E lei, perché ama tanto Bergamo?

Io sono nato a Milano, poi sono venuto qui. Questa è la città dove ho passato l’infanzia. Dagli otto ai dieci anni, non c’è un tempo uguale nella vita. È la stagione dei ricordi indelebili e della meraviglia. La città è uguale ad allora?

No, è diversa. Molto. Non posso dire che sia peggiorata, ma è cambiata molto. Sono diversi i colori, le luci e i silenzi. E anche la gente: una volta uscivi e andavi a casa dei tuoi amici. Così. Oggi devi telefonare prima per avvertire. Ma i bergamasch­i restano un po’ come la gente di montagna, persone vere.

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Bergamasco Bruno Bozzetto, re dell’animazione

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