“Esami rifiutati”, rischio “infarto”: ecco le perizie dei medici di Rebibbia
Le due relazioni alla base della scelta dei giudici di concedere i domiciliari
Due relazioni mediche – del 28 aprile e del 9 giugno – e la nuova perizia di un cardiologo dell’ospedale di Roma San Filippo Neri, sono alla base della decisione del Tribunale di Sorveglianza di differire la pena e concedere i domiciliari a Marcello Dell'Utri, l’ex senatore di Forza Italia che a Rebibbia stava scontando sette anni per concorso esterno in Cosa Nostra. DA PIÙ DI UN ANNO, i legali di Dell’Utri chiedevano la scarcerazione per motivi di salute e dopo tre no, due giorni fa sono stati accontentati: ieri l’ex senatore ha lasciato la cella dove era detenuto dal 2014 e ha raggiunto la casa di suo figlio, a Roma. Lì starà almeno fino al prossimo 28 settembre, data in cui è fissata l’udienza per discutere la perizia sul suo stato di salute.
Nel frattempo, potrà avere rapporti solo con i parenti stretti, i figli e la moglie, che con i suoi avvocati, Alessandro De Federicis e Simona Filippi, lo hanno accolto ieri all’uscita dal carcere. Non potrà per ora incontrare il fratello Alberto, ma nelle prossime settimane i legali faranno richiesta; mentre ha la possibilità di uscire di casa, informando gli uffici competenti, per sottoporsi ad accertamenti e cure sanitarie. Sono queste le condizioni poste dai giudici della Sorveglianza, i quali hanno stabilito che il sistema carcerario non è più adeguato al quadro clinico dell’ex senatore, affetto da una “patologia cardia- ca” che “ha subito un recente e significativo aggravamento rispetto alle pregresse condizioni”. Vi è insomma “il rischio di una morte improvvisa per eventi cardiologici acuti”. HA PESATO su questa decisione anche lo stato psicologico dell’allora detenuto: “Indicano fragilità e sentimenti di sfiducia
– è scritto nel nuovo provvedimento – su cui incidono l’età e la recente conclusione del ricovero ospedaliero con piantonamento, protratto dal 14 febbraio al 18 aprile, che lo ha emotivamente provato”.
Così i giudici hanno ribaltato una precedente sentenza, quella del 5 dicembre scorso quando il Tribunale di sorveglianza (con un collegio diverso dall’attuale) aveva invece rigettato la richiesta di scarcerazione. A marzo, la Cassazione ha rinviato gli atti chiedendo di valutare di nuovo il caso.
La decisione di due giorni fa però si basa anche su due relazioni dei medici del carcere di Rebibbia, finite nel fascicolo sull’ex senatore ed entrambe richieste dai giudici di Sorveglianza per valutare lo stato di salute del detenuto dopo il ricovero (dal 14 febbraio al 18 aprile) al Campus Biomedico di Roma dove ha affrontato 40 cicli di radioterapia.
La prima relazione risale al 28 aprile scorso. “Attualmente il paziente è fragile – scrivono i medici di Rebibbia – presenta dispnea da sforzo e forti fattori di rischio cardiovascolare (…), presenta ansia reattiva, vissuto di sconfitta per l’attuale situazione detentiva, condizioni queste che influiscono negativamente sul sistema cardiovascolare e immunitario”.
“Il medico di reparto – aggiungono – unitamente al dirigente sanitario evidenziano che le condizioni del paziente di 76 anni sono mediocri, suscettibili di aggravamento improvviso e imprevedibile. (…) Vi è pertanto il rischio di arresto cardiocircolatorio improvviso, infarto acuto del miocardio e di ischemia cerebrale”. Per questo, concludono, “le condizioni di salute non risultano compatibili con il regime carcerario”. DELLO STESSO contenuto è la seconda relazione, quella del 9 giugno. Qui si parla anche del diniego di Dell’Utri a “eseguire indagini analitiche e strumentali per una migliore valutazione della condizione cardiologo” e della decisione “di essere dimesso (...) contro il parere dei sanitari” ai quali l’ex senatore chiedeva “di riprogrammare un ricovero”.
Almeno fino al prossimo 28 settembre Dell’Utri quindi sarà a casa del figlio. Quel giorno, si terrà un’u di en za per stabilire se potrà finire di scontare la sua pena, fino all’autunno del 2019, ai domiciliari o dovrà tornare in carcere. Nel frattempo dovrà sottoporsi a un’operazione al cuore.
Twitter @PacelliValeria
Con il figlio Potrà parlare con i parenti stretti ma non con il fratello. Presto l’operazione al cuore