Dal Tesoro alla Cdp, braccio di ferro sulle nomine di Stato
L’incastro di sottogoverno Il dg del Tesoro scelto dal ministro dell’Economia non piace ai 5Stelle. E così lo scontro si ripercuote sulla Cassa depositi
Altro che migranti e decreto Dignità. Al momento sono le nomine di sottogoverno ad agitare l’esecutivo giallo-verde. Lo scontro è sui vertici del Tesoro e della pubblica Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) su cui è in atto un braccio di ferro dall’esito incerto fino all’ultimo, in una partita a incastri tra 5Stelle, Lega e il ministro dell’Economia Giovanni Tria. Tutto si tiene e tutto è interconnesso. L’unica certezza è che si dovrebbe chiudere domani, quando sarà definita la lista dei nomi per l’assemblea di Cdp che venerdì eleggerà il nuovo cda. A confermare la scadenza è stato il sottosegretario a Palazzo Chigi Giancarlo Giorgetti, plenipotenziario leghista per il sottogoverno e, ieri, il vice premier Luigi Di Maio. Ma sono molti i nodi ancora da sciogliere.
DALLE SCELTE sul Tesoro dipendono i nomi della Cassa depositi. Appena arrivato al ministero, Tria ha deciso di confermare le prime linee ereditate da Pier Carlo Padoan, dal ragioniere generale dello Stato, Daniele Franco al capo di gabinetto Roberto Garofoli. Per stringere la presa sulla struttura, però, l’economista 70enne diventato ministro su indicazione del“retrocesso” Paolo Savona vuole scegliere anche il direttore generale del Tesoro, poltrona vacante da più di un mese dopo l’uscita di Vincenzo La Via. I 5Stelle avevano proposto per quel ruolo Antonio Guglielmi di Mediobanca, che ha tanti estimatori quanti detrattori, soprattutto per le sue posizioni eurocritiche. Tria, con la benevolenza di Giorgetti, ha invece optato per Alessandro Rivera, esperto capo della Direzione che si occupa di banche, trovando però nelle ultime o- re la forte opposizione dei 5Stelle, intenzionati a bloccare la nomina, che peraltro spetta al Consiglio dei ministri. I pentastellati considerano Rivera troppo legato a Padoan e alle non esaltanti performance bancarie del governo Ren- zi nelle trattative europee. Probabile che lo stallo possa risolversi con un nome terzo, anche se i candidati interni al Tesoro non mancano, a partire da Stefano Scalera.
LE MOSSE di Tria hanno una loro logica. Per legge al Tesoro spetta la nomina dell’amministratore delegato della Cdp (il presidente va alle fondazioni azioniste), ma la partita è gestita dai due alleati di governo. Il ministro, esautorato e infastidito, ha deciso di rivendicare il direttore generale. Di riflesso sono in stallo anche le nomine in Cdp, dove l’accordo di massima era che l’amministratore delegato lo indicasse la Lega, mentre ai 5Stelle spettava il direttore generale (e in cambio ottenevano anche la casella lasciata da La Via al Tesoro). Le fondazioni bancarie hanno già indicato alla presidenza Massimo Tononi, ex Mps. Come direttore generale ai grillini non dispiacerebbe l’attuale Cfo Fabrizio Palermo. Come ad, l’ultimo nome della Lega è quello di Marcello Sala, brianzolo che non dispiace a Guzzetti, ed è legato a Giorgetti: si è guadagnato i suoi quarti di leghismo come liquidatore di Credieuronord, la banchetta creata dagli onorevoli padani e finita malamente nel 2006. Fu lui a traghettare quel che ne restava verso la Popolare di Lodi (quella di Giampiero Fiorani) poi confluita nel Banco popolare, evitando dissesto e guai peggiori. Manco a dirlo il suo nome non è gradito ai 5Stelle, che peraltro hanno già fulminato sulla via della nomina anche Dario Scannapieco, vicepresidente della Bei, reo di volersi poi nominare un dg senza farselo imporre dalla politica.
Le mosse di Tria hanno incrinato lo schema iniziale. Che ha un riflesso sull’intera operatività del Tesoro, visto che nell’attesa il ministro ha deciso di non assegnare ancora le deleghe a viceministri e sottosegretari. Tutti giurano che lo stallo si risolverà entro domani. Poi si passerà al l’altra decina di controllate di peso. L’unica dove i giochi sembrano fatti è il Gestore dei servizi elettrici (Gse), dove è in pole, indicato dalla Lega, l’ex ad di Sogin, Giuseppe Nucci, coinvolto nell’inchiesta sugli appalti Expo da cui poi è stato prosciolto.
Lo schema
L’ad della Cassa va alla Lega, che punta su Sala Freddi i grillini