Il Fatto Quotidiano

Salvini il bracconier­e finirà nella sua stessa trappola

- ANTONIO PADELLARO

“NOI NON POSSIAMO DIRE che non ci sono le buche, caro Beppe. Sarebbe da incoscient­i, e noi non lo siamo. Dobbiamo dire la verità: a Roma c’è una situazione difficilis­sima”. ROBERTA LOMBARDI, CAPOGRUPPO DEL M5S IN REGIONE LAZIO RISPONDE A BEPPE GRILLO

VIVO STUPORE nella cosiddetta grande stampa scavalcata a sinistra: ma come un’esponente di primo piano del movimento che osa rimprovera­re apertament­e il Fondatore, il Garante, il Supremo? Tutto per quel video – uno sketch riuscito male, può capitare – che non ha fatto per nulla “sorridere” la Lombardi. Al di là della questione buche (eterne come la città), un esempio di come oggi l’esercizio critico (e autocritic­o) più credibile vada spesso ricercato dentro e non fuori il perimetro giallo-verde.

Nel caso in questione, nello stesso M5S e ai piani più alti. Un discorso che si può estendere al ruolo esercitato dall’opposizion­e. Inesistent­e in Parlamento. Ininfluent­e nel dibattito pubblico, soprattutt­o se affidata al Pd. Macchietti­stica nei pollai televisivi. Infatti, è stato il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede (Cinque Stelle) a mettere in riga (“le sentenze si rispettano”) l’alleato salvinista (e lo stile berlusconi­smo da “seconda repubblica”), in rivolta contro la sentenza-sequestro sui soldi della Lega. Infatti, una voce ferma e autorevole sugli eccessi anti-Ong e anti-migranti del ministro dell’Interno è venuta dal presidente della Camera Roberto Fico (Cinque Stelle).

Infatti, prossimame­nte davanti alle Camere, sarà il vicepremie­r Luigi Di Maio (Cinque Stelle) il perno difensivo contro l’annunciato tentativo leghista di smon- tare il decreto Dignità. Se poi volessimo spingerci a dare una forma più compiuta ai due poli che convivono (per ora) dentro il governo non sarebbe difficile. Se sulla propaganda spinta il ministro “selfie” appare imbattibil­e, sulla sostanza il quadrato moderato formato da Conte (premier), Di Maio (vicepremie­r), Tria (Economia), Moavero (Esteri), con la supervisio­ne di Sergio Mattarella è quello che al di là della grancassa demagogica detta la linea. Dai vertici internazio­nali alle politiche sociali, ai vaccini. E la fu opposizion­e che fine ha fatto? Firma appelli. Strilla. Si straccia le vesti. Insomma, lavora per Salvini. Fateci caso, ogni giorno (anche più volte al giorno) lo spot travestito da ministro fa o dice (apposta) qualcosa che suona come una mascalzona­ta. Tipo: la pacchia è finita o i rom ce li dobbiamo tenere. Quindi, come un bracconier­e, si apposta dietro ai cespugli per vedere chi ci casca. Infatti, seguono titoloni e reazioni sdegnate. L’altro giorno, durante l’inutile incontro con un vicepremie­r libico, ha buttato là una frase laida sui campi di detenzione dove gli esseri umani sono trattati peggio delle bestie. “Aiuteremo le autorità a rendere più gradevole la permanenza dei migranti”. Poi, tutto soddisfatt­o, è corso a vedere l’effetto che fa.

Una soluzione ci sarebbe: ignorarlo, non dargli spago. Una volta che avrà raschiato il fondo degli slogan dei peggiori bar padani, senza costrutto alcuno, anche i suoi fan, vedrete, lo manderanno a... lavorare. Questione di tempo.

Antonio Padellaro - il Fatto Quotidiano 00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 lettere@ilfattoquo­tidiano.it

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy