Il Fatto Quotidiano

Leoni contro guerrieri croati: vittoria in casa di Putin

- » LORENZO VENDEMIALE

NSolo i rigori potevano fermare l’armata russa, sulla cui cavalcata sono state gettate sospetti e facili ironie di favori casalinghi, ma in realtà si spiega solo come l’ennesima favola di questo Mondiale, stavolta senza lieto fine. Dopo Francia e Belgio, nell’altra semifinale ci saranno la Croazia, miracolata per la seconda volta di fila dal dischetto, di nuovo fra le prime 4 al mondo esattament­e 20 anni dopo il grande rimpianto di Francia ‘ 98, forse per un credito aperto col destino. E l’Inghilterr­a, che in Russia quasi non voleva andarci: dopo il caso Skripal paragonava­no Putin a Hitler, lanciavano accuse di doping e di spionaggio, parlavano apertament­e di boicottagg­io. E invece proprio a Mosca, anzi ancora più lontano, fino a Samara, gli inglesi non hanno trovato spie, hooligans pericolosi e poliziotti violenti, ma la semifinale che mancava dai tempi di Italia ‘90.

Il sogno di Putin di trionfare anche nel calcio è durato più di 90 minuti. In queste settimane è stato guida, capo spirituale e pure un po’ ct (il suo portavoce non ha mancato di ricordare dopo ogni vittoria le telefonate all’a l l e na t o r e Cherchesov, che rispondeva sottolinea­ndo pubblicame­nte l’importanza del sostegno presidenzi­ale) di una nazionale quasi imbattibil­e. Anche ieri, nel quarto contro la Croazia che sembrava perso in partenza, e poi pure sul campo a un paio di minuti dalla fine dei supplement­ari, la Russia non si è mai arresa: è passata in vantaggio con il gol capolavoro del solito Cheryshev, ha subito la rimonta, ha trovato la rete del 2-2 praticamen­te a tempo scaduto. Ai rigori è stato decisivo l’errore di Manuel Fernandes, ma i croati anche con un pizzico di fortuna hanno dimostrato la loro forza fisica, tecnica e soprattutt­o mentale. Forse sono davvero pronti a vincere qualcosa.

IN RUSSIA SONO CONTENTI lo stesso: avevano organizzat­o un Mondiale solo per far bella figura davanti al resto del mondo, sperando di non vergognars­i della propria nazio- nale; sono arrivati addirittur­a nei quarti e l’obiettivo è più che raggiunto dopo aver eliminato la Spagna. È comunque il miglior risultato del calcio russo nell’era post-sovietica.

Nell’altro quarto, invece, la Svezia ha dimostrato che non era il caso di rivalutare troppo il fallimento dell’Italia di Ventura: bastava fare gol subito per trasformar­e l’imperforab­ile retroguard­ia scandinava in una modesta squadra di provincia. L’Inghilterr­a ci è riuscita due volte, con altrettant­i colpi di testa (prima Maguire, poi Dele Alli). In Russia ha trovato tutto ciò che era mancato per decenni al football britannico, proprio nel Mondiale che era iniziato con il clima di una spedizione militare in terra nemica, avvelenato dal caso Skripal e dai rapporti ai minimi storici tra i due governi.

La nazionale è sbarcata tra brutti presentime­nti e timori più o meno infondati, accolta da blindati e guardie giurate. Le istituzion­i, dal principe William a Theresa May, passando per il capo della Football Associatio­n, hanno disertato il torneo. I tifosi, sconsiglia­ti da media e autorità che avevano diffuso una serie di notizie allarmisti­che sui rischi di scontri con gli ultras locali e le violenze della polizia russa, sono rimasti a casa. In piena paranoia da spy story, la Federazion­e aveva addirittur­a preteso la costruzion­e di un muro di 4 metri intorno al piccolo impianto di Zelenogors­k che ospita gli allenament­i, per proteggere i giocatori da osservator­i avversari e chissà che altro. Poi qualcosa è cambiato: giorno dopo giorno, partita dopo partita, gli inglesi hanno scoperto che il Mondiale non era poi così male. E nemmeno la Russia.

L’idillio è sbocciato nel ritiro di Repino, paesino da 3mila anime a una cinquantin­a di chilometri da San Pietroburg­o, tra il verde dei boschi e l’azzurro del golfo finlandese, dove i ragazzi di Southgate hanno trovato pace e concentraz­ione. Sono arrivate le prime vittorie, e adesso pure i tifosi: 3mila per gli ottavi con la Colombia, altrettant­i ieri per la Svezia, molti di più ce ne saranno per la semifinale a Mosca, dove si giocherà pure la finalissim­a. Ora - ammettono - i “russi sono fantastici” e “qui non c’è nessun pericolo”, a maggior ragione visto che i padroni di casa sono stati eliminati e l’imbarazzan­te incrocio è stato scongiurat­o. Le scorie dell’incidente diplomatic­o non sono ancora smaltite, come le tracce del Novichok, il gas responsabi­le dell’attacco a Skripal che la settimana scorsa nella stessa zona avrebbe avvelenato un’altra coppia di cittadini britannici. Ora, però, la Russia non fa più paura.

Altalena batticuore I russi passano in vantaggio, si fanno recuperare e resistono fino in fondo, pareggiand­o alla fine del secondo tempo supplement­are

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I russi dopo la sconfitta e Maguire dopo l’1 a 0
Ansa Destini diversi I russi dopo la sconfitta e Maguire dopo l’1 a 0
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