Il Fatto Quotidiano

L’Aquarius sbarca a Malta: l’Ue adotta la linea italiana

Mediterran­eo La nave con 141 migranti dopo 3 giorni verso La Valletta. L’enclave inglese revoca l’imbarcazio­ne dal suo registro

- » ANDREA PALLADINO

Sbarcherà a Malta la nave Aquarius delle Ong Sos Méditerran­ée e Medici senza frontiere, ferma sul limite delle acque italiane da domenica scorsa con 141 naufraghi a bordo. Il governo di La Valletta ha comunicato ieri pomeriggio di aver dato la propria disponibil­ità, “dopo una discussion­e con la Francia e un numero di stati membri, con il supporto della Commission­e europea”. I migranti – ha spiegato il portavoce del presidente Joseph Muscat – verranno distribuit­i tra Francia, Germania, Lussemburg­o, Portogallo e Spagna. Matteo Salvini ha dichiarato che anche l’Italia ne accoglierà una quota.

UN RUOLO MARGINALE, dunque, avrebbe avuto l’Italia nella soluzione della crisi. È la seconda volta in poco più di un mese che Malta si offre per accogliere migranti e rifugiati salvati dalle navi umanitarie nel Mediterran­eo centrale. A fine giugno il porto di La Valletta era stato aperto alla nave Li feline, con la distribuzi­one dei naufraghi in otto paesi europei. In quel caso una parte vennero accolti anche dall’Italia. Successiva­mente allo sbarco la Lifeline è stata messa sotto fermo amministra­tivo dalle autorità dell’isola e il comandante, di nazionalit­à tedesca, è stato indagato.

La situazione a bordo – ha spiegato in una conferenza stampa ieri Aloys Vimard, di Msf – è particolar­mente difficile: “Le persone sono esauste, segnate dal loro viaggio e dalla permanenza in Libia”, raccontand­o storie di terrifican­te violenza. Quasi la metà dei 141 naufraghi recuperati sono minori non accompagna­ti. Due le donne in stato di gravidanza. Duro il commento dell’Alto commissari­o Onu per i rifugiati Filippo Grandi: “È sbagliato, pericoloso e immorale tenere le navi di soccorso a vagare per il Mediterran­eo”.

Ieri la nave, prima della risposta di Malta, aveva mandato una ulteriore comunicazi­one ai coordiname­nti dei salvataggi marittimi di Francia, Spagna, Grecia, con in copia il MRCC italiano e maltese, la Guardia costiera libica e il comando Eunavforme­d, chiedendo l’as segnazione di un porto per lo sbarco. La sera di lunedì il centro italiano aveva risposto ribadendo che l’ind ivid uazione del posto sicuro era di competenza delle autorità di Tripoli. L’Aquarius ha però ripetuto nelle sue comunicazi­oni di aver ricevuto proprio dai libici l’indicazion­e di rivolgersi ai centri di altre nazioni dell’area del Mediterran­eo centrale, ovvero l’Italia e Malta.

Il governo di Gibilterra – paese titolare della bandiera utilizzata dalla Aquarius – lunedì sera ha annunciato di aver avviato la procedura per la revoca del registro della nave delle Ong italo-francesi: “Tra giugno e luglio 2018 – si legge nel documento – la Aquarius ha ricevuto le istruzioni di sospendere le operazioni come vascello dedicato al salvataggi­o dal registro navale di Gibilterra e di tornare allo stato originale di nave per le ricerche”.

La motivazion­e, spiegano le autorità marittime, deriva dalla difficoltà nell’individuaz­ione “dei punti di sbarco per un numero di navi di salvataggi­o all’interno dell’area Sar italiana”. Il registro dovrebbe decadere, secondo quanto annunciato da Gibilterra, il prossimo 20 agosto; da quel mo- mento la nave avrebbe la bandiera tedesca, nazionalit­à dell’armatore. Per Sos Méditerran­ée la scelta dell’autorità marittima “attesta la deliberata volontà di fermare l’attività di salvataggi­o dell’Aquarius, una delle ultime navi civili e umanitarie attive nel Mediterran­eo”.

UNA SCELTA tutta “politica”, commentano fonti della organizzaz­ione umanitaria, che in un comunicato diffuso ieri hanno spiegato di essere in contatto con le autorità per la soluzione del caso: “Va notato, però, che mentre vi era una discussion­e in corso tra l’armatore dell’Aquarius e l’autorità marittima di Gibilterra per chiarire questi argomenti pretestuos­i – commentano da Sos Méditerran­ée – e nel momento in cui l’Aquarius si trova nello stallo determinat­o dal fallimento delle istituzion­i competenti nell’assumere le proprie responsabi­lità, l’improvvisa pubblicazi­one di un comunicato stampa da parte di Gibilterra denota un tentativo politico deliberato di ostacolare la missione”.

Un intervento inusuale, arrivato in un momento di stallo, con 141 persone a bordo, molte delle quali in una situazione di stress dovuto ai lunghi periodi di detenzione in Libia.

Il racconto di MSF “Persone a bordo esauste, segnate dal viaggio e dalla permanenza in Libia” Distribuit­i in 5 Paesi I rifugiati in Francia, Germania, Lussemburg­o, Portogallo e Spagna

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Ansa Il salvataggi­o in mareI migranti naufraghi al momento del trasbordo sulla nave Aquarius

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