Il Fatto Quotidiano

L’altro “Morandi” che spaventa Agrigento

Gli automobili­sti evitavano il viadotto “Akragas”. I contadini pure

- » ALAN DAVID SCIFO

Da Agrigento verso il mare, è un’enorme struttura in cemento armato, quasi uno sfregio al paesaggio dominato dal giallo del tufo della Valle dei Templi. È un altro viadotto “M orandi”, anche ad Agrigento chiamato da tutti con il nome del suo progettist­a, Riccardo Morandi, così come a Genova e pure a Catanzaro.

LE STORIE delle due strutture sono simili: nella città dei Templi, nel marzo 2015, il ponte lungo 4 km a causa delle forti piogge, venne chiuso e riaperto dopo due mesi di la- vori, ridotto però ad una sola corsia nel tratto centrale con divieto d’accesso ai mezzi pesanti. Nonostante le rassicuraz­ioni dell’Anas, che qualcosa nel viadotto Akragas non sia nella norma è ben visibile anche ai meno esperti: i piloni mostrano tutto il deterioram­ento di una struttura inaugurata nel 1970, in seguito alla frana del 1966. I ferri arrugginit­i sono ben visibili, sotto le campate i contadini passano malvolenti­eri e spesso ritrovano calcinacci.

Prima ancora della chiusura definitiva, il viadotto che unisce Agrigento a Porto Empedocle, si è trasformat­o in un mostro per tutti coloro che quotidiana­mente percorreva­no le due città: la struttura piace poco agli ambientali­sti ed era diventata un tabù anche per gli automobili­sti che, per paura di un possibile crollo, sceglievan­o percorsi alternativ­i.

Dopo le piogge dell’autunno 2017, in seguito a dei video diffusi dall’associazio­ne ambientali­sta MareAmico, i ti- mori dei cittadini sono diventati realtà: quel ponte andava chiuso. E così ha deciso l’Anas, giustifica­ndo l’intervento parlando si di “interdizio­ne finalizzat­a a consentire il più celere avvio dei lavori per interventi di manutenzio­ne già programmat­i”.

Celere ma non troppo. Il viadotto è infatti chiuso da 16 mesi e per la sua manutenzio- ne serviranno circa 20 milioni di euro, con lavori ancora fermi che durerebber­o comunque tre anni. Questi motivi hanno portato in molti, sindaco Lillo Firetto in primis, a chiederne l’a bb a tt imento e la ricerca di percorsi alternativ­i.

INTERVENTI di manutenzio­ne, per un importo nettamente inferiore (3,4 milioni di euro il primo lotto) sono stati invece avviati a Catanzaro, dove esiste un altro ponte “Morandi”, inaugurato nel 1962 e quindi più vecchio dei tre viadotti. Il ponte Bisantis che porta alla città nonostante l’allarme social scatenatos­i dopo la tragedia di Genova, non presentere­bbe problemi, rassicura l’Anas, che assicura anche un continuo monitoragg­io e opere di manutenzio­ni trimestral­i.

Stesso “padre” Una terza opera, la più vecchia delle tre, c’è pure a Catanzaro, ma sarebbe quella più in salute

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Valle dei Templi Il viadotto “Akragas” o “ponte Morandi”

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