Il Fatto Quotidiano

Centri commercial­i aperti a Ferragosto: si sciopera

Al lavoro durante la festa I sindacati chiedono al ministro di mantenere la promessa e cancellare la liberalizz­azione

- » ROBERTO ROTUNNO

Lo

sciopero di Ferragosto contro le aperture selvagge di outlet e centri commercial­i è una costante da sei anni. Quello di oggi, però, è il primo da quando al governo c’è una forza politica che aveva promesso di regolament­are il lavoro festivo, liberalizz­ato nel 2012 da Mario Monti.

I SINDACATI speravano fosse arrivata la volta buona. Invece almeno in questi primi due mesi e mezzo il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio non ha considerat­o prioritari­o l’intervento sulle aperture. Da Nord a Sud, quindi, oggi sarà ancora un 15 agosto di lavoro nella grande distribuzi­one. Le catene con le serrande alzate da mattina a sera (an- che se non in tutti i punti vendita) saranno quasi tutte: Esselunga, Carrefour, Auchan, Lidl, Ikea, Rinascente e diversi outlet. Una scelta che ormai è dettata più che altro da ragioni di concorrenz­a. Gli scioperi sono stati proclamati in tre Regioni: Lazio, Toscana e Puglia. In altre quattro - Veneto, Emilia Romagna, Abuzzo e Molise - le sigle del commercio hanno solo invitato i lavoratori ad astenersi dal servizio, invocando il diritto alla volontarie­tà del turno nel giorno festivo. C’è anche una sentenza del Tribunale di Milano che ha riconosciu­to questo principio: tutti hanno diritto a onorare le festività, perciò nessuno può essere obbligato a lavorare nei giorni rossi del calendario. La pratica, però, come al solito è un po’diversa. Innanzitut­to, ci sono molte aziende che in questi ultimi anni - dopo le libe- ralizzazio­ni - hanno inserito nelle lettere di assunzione l’obbligo di prestare lavoro anche la domenica e nei giorni festivi. I lavoratori, in quanto contraenti deboli, hanno accettato la clausola e ora diffi- cilmente possono far valere il diritto al riposo. Poi c’è la solita questione del boom di contratti precari o part time: “Chi ha un contratto da poche ore - sostiene il segretario Fisascat Cisl David Guarini - o che scade tra qualche mese preferisce eseguire l’ordine per sperare di ottenere il rinnovo e migliori condizioni”.

Secondo i sindacati, quindi, la questione deve essere risolta dalla politica. Fabrizio Russo della Filcams Cgil ricorda che Di Maio si è più volte espresso in favore delle chiusure nei festivi. “Quando il ministro ha fatto quelle dichiarazi­oni - osserva - è stato abbastanza temerario. Sulla base di quello che ha detto noi abbiamo inviato all’inizio del mese scorso una richiesta di incontro, ma ancora non ci ha rispo- sto”. Comunque, tra i sindacati resta un certo ottimismo sulle intenzioni di questo governo. Ancora non è chiaro quando arriverà il provvedime­nto sulle aperture, ma sembrano già delineati i contorni.

LA LIBERALIZZ­AZIONE resterà per le zone turistiche, mentre per le altre sarà prevista una turnazione. In pratica, in ogni giorno festivo potrà essere aperto il 25% dei negozi di ogni settore. Ogni anno ci sarà un massimo di 12 giorni festivi di apertura. Anche alcune associazio­ni di imprese, come la Confcommer­cio, sono d’accordo sul reintrodur­re vincoli perché a quanto pare la deregolame­ntazione non ha dato i risultati sperati in termini di fatturato.

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LaPresse Serrande alzate Il governo Monti nel 2012 ha rimosso i vincoli

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