Kebab, pizza e fritti: il successo è straniero
Crescita a doppia cifraa per i locali sempre più gestiti da extracomunitari
Nonostante la crisi c’è un settore in Italia sempre più in espansione.
Si tratta del settore italiano che si dedica alla produzione di kebab pizza e fritti take away che, secondo la fotografia scattata da Unioncamere- InfoCamere sui dati del Registro delle imprese italiane tra il 30 giugno 2013 e il 30 giugno 2018, ha registrato un incremento nell’ultimo quinquennio di circa il 17% arrivando ad avere 6mila imprese in più rispetto al 2013 col risultato di portare a 40mila il numero totale di kebabbari-pizzaioli presenti sul territorio nazionale.
MA SE IL SETTORE è sempre più in crescita sono in pochi i piccoli proprietari che riescono a mantenere in vita il proprio esercizio commerciale. Sempre secondo i nu- meri del Registro delle imprese italiane, infatti, la metà dei luoghi di ristorazione dedicati alla produzione di pizza e kebab una volta aperti è stata costretta a chiudere a causa della forte competizione in un segmento di mercato in cui la corsa al prezzo più basso è sempre in auge e risulta enormemente importante per attrarre clienti golosi sì, ma anche molto attenti al portafoglio.
Le regioni in cui si registrano i numeri più alti di questi kebabbari-cicala sono in primis la Lombardia con il suo esercito di più di 6mila esercizi commerciali nel settore, seguita dal Lazio con i suoi 4mila e dall’Emilia Romagna che ne ha all’a t ti v o 3900. Mentre in termini relativi a far registrare l’impennata più grande è il Trentino Alto Adige con il suo 27%, dietro cui si attestano Sicilia e Lombardia rispettivamente con una crescita del 24 e del 22%.
Se poi si va a guardare alle province il regno delle rosticcerie e delle friggitorie è sicuramente quella romana vista la presenza sul territorio di ben 3mila attività, mentre si piazzano dietro le province di Milano e Napoli con i loro 2mila esercizi commerciali.
Queste attività rappresentano inoltre storicamente il primo inserimento nell’economia italiana da parte degli stranieri. In particolare delle persone provenienti dai Paesi extra Unione Europea che, con le quasi 9mila attività, nel periodo in esame hanno visto aumentare il numero di locali gestiti oltre 2mila unità (il 36% dell’intero incremento di imprese del comparto), corrispondente a una variazione percentuale superiore al 30% (contro il 17% fatto registrare da tutte le attività del settore).
La regione più attrattiva per queste comunità pare essere la Lombardia che fa registrare più di 3mila ristoranti take-away gestiti da persone provenienti dal di fuori dell’Unione Europea. Mentre la nazionalità che va per la maggiore fra i conduttori di questi esercizi è quella egiziana (2mila imprese) anche se iniziano a farsi strada Paesi come l’Afghanistan e il Bangladesh la cui crescita è stata superiore all’80%.
Insomma nonostante le azioni di chi come Marco Bucci, sindaco del centrodestra a Genova, prova a contrastarli vietando la loro apertura nel centro storico del capoluogo ligure, i produttori di kebab continuano a gran richiesta a dilagare in Italia, con o senza cipolla.