Via la concessione: si può fare E poi sarà battaglia in tribunale
La strategia del governo dopo il disastro di Genova è stata annunciata dal premier Giuseppe Conte a margine del Consiglio dei ministri straordinario di Ferragosto: “Disporremo la revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia senza aspettare i tempi della Giustizia”. Una volontà ribadita da Luigi Di Maio: “Se la motivazione è giusta, non credo che si dovranno pagare penali. Revocheremo la concessione”.
SI PUÒ FARE? Tecnicamente sì. I rapporti generali tra “concedente” (lo Stato, tramite Anas) e “concessionario” (Autostrade per l’Italia) sono regolati dalla convenzione firmata nel 2007, ai tempi del governo Prodi.
Lo Stato può avviare il procedimento di decadenza della concessione in caso di “grave inadempienza” da parte del concessionario. Tra gli obblighi assunti da Autostrade c’è anche il “mantenimento della funzionalità delle infrastrutture concesse attraverso la manutenzione e la riparazione tempestiva delle stesse” (art. 3, comma 1, lettera b della convenzione). Ipotizzata la “grave inadempi enz a”, lo Stato potrebbe quindi avviare la procedura per la revoca secondo l’articolo 9.
COSA DICEla convenzione al riguardo? La procedura deve iniziare con una contestazione formale, dopo la quale al concessionario (Autostrade) è concesso un primo “congruo termine” non inferiore a 90 giorni, e un “ulteriore termine non inferiore a 60 giorni per adempiere a quanto intimato”. Traduciamo: iniziata la procedura, Autostrade avrebbe 5 mesi per mettersi in regola. Una norma che pare inefficace per il caso in questione: cosa significa mettersi in regola se il viadotto è già crollato? Autostrade ha già fatto intendere la sua interpretazione, dicendosi pronta a ricostruire il ponte Morandi, non a caso, entro 5 mesi.
È VERO che lo Stato può revocare la concessione senza pagare penali? La convenzione dice di no. Autostrade per l’Italia sembrerebbe blindata dall’articolo 9 bis: “Il Concessionario avrà diritto (...) ad un indennizzo/risarcimento a carico del Concedente in ogni caso di recesso, revoca, risoluzione anche per inadempimento del Concedente”. In sostanza, lo Stato sarebbe costretto a risarcire la società di Benetton anche in caso di inadempienza accertata.
QUAL È l’entità dell’indennizzo? L’importo, si legge nel contratto, deve essere “corrispondente al valore attuale netto dei ricavi della gestione, prevedibile dalla data del provvedimento di recesso, revoca o risoluzione del rapporto, sino a scadenza della concessione, al netto dei relativi oneri, investimenti e imposte nel medesimo periodo”. Traduciamo: si parla, in sostanza, degli utili netti di Autostrade. Nel 2017 hanno sfiorato il miliardo: 968 milioni di euro. Una somma che andrebbe moltiplicata per gli anni (20) che manca- no alla scadenza della convenzione (2038): lo Stato rischierebbe un salasso di circa 20 miliardi. Una cifra dalla quale tuttavia andrebbero sottratte “le eventuali penali, se ed in quanto applicabili”, come riconosce la stessa società Autostrade nella nota di ieri mattina.
QUALI SONO LE PENALI che Autostrade rischia di dover pagare allo Stato? Non è dato saperlo. Buona parte dei rapporti tra Anas e concessionario è disciplinata nei documenti allegati alla concessione, la maggior parte dei quali sono tutt’ora segreti: sono ben sei gli allegati ancora omessi, dopo la desecretazione solo parziale decisa a febbraio dall’ex ministro Graziano Delrio.
L’allegato N, in particolare, è quello che stabilisce i termini del contratto per quanto
Da contratto
Il privato va risarcito pure se inadempiente Ma penali e sanzioni restano secretate
riguarda “i na d em p ie n ze , sanzioni e penali”. Senza avere accesso a quei documenti è difficile ipotizzare quale sia il rapporto di forza – dal punto di vista giudiziario – tra Stato e Autostrade dopo la tragedia di Genova. In queste ore Di Maio ha annunciato di voler desecretare anche gli allegati.
Quello che pare molto probabile, per adesso, è che se il governo decidesse di avviare la revoca della concessione, si aprirebbe una battaglia legale dagli esiti difficilmente prevedibili.