Il Fatto Quotidiano

È IMPOSSIBIL­E FERMARE QUESTA MAREA UMANA

Miraggi autarchici Da Berlusconi e Renzi ai nuovi governanti, l’illusione di “aiutarli a casa loro” e di respingere gli stranieri

- SALVATORE SETTIS

Nel l ’ arduo tentativo di sorpassare in vaniloquio il suo collega di governo Salvini, il vicepresid­ente Di Maio ci ha spiegato dove hanno sbagliato i 136 emigranti italiani morti nella miniera belga di Marcinelle nel 1956: “Questa vicenda insegna che non bisogna partire dall’Italia, che non bisogna emigrare”. Venendo dal ministro del Lavoro, questo alto monito sarà certo rivolto non solo (retrospett­ivamente) ai trenta milioni di emigranti italiani in America, Australia, Europa dal 1860 al 1990, ma anche ai 5 milioni di italiani che oggi lavorano all’estero, nonché ai circa 170.000 italiani che si ostinano a emigrare ogni anno, facendo dell’Italia l’ ottavo Paese dell’Ocse per tasso di emigrazion­e (2,4%), non poi troppo lontano dal Messico col suo 2,7% (dati Comunivers­o). Non sapevano che era meglio starsene a casa, i nostri emigranti i cui discendent­i sono oggi metà della popolazion­e argentina e quasi il 10% di quella statuniten­se. E se per caso i cinque milioni di lavoratori italiani iscritti all’Aire ( anagrafe dei residenti all’estero), convinti dall’argomentar­e del ministro, rientrasse­ro domani in Italia, troverebbe­ro lavoro (o reddito di cittadinan­za) per tutti?

LA MIGRAZIONE di esseri umani è un fenomeno globale di enorme portata e complessa interpreta­zione, e non è con facili boutade o con fandonie improvvisa­te che lo si può affrontare. Ma le parole di Di Maio vanno prese sul serio anche se estemporan­ee. Messe insieme con le invettive di Salvini contro i migranti, sono il sintomo di una concezione del mondo che sarà forse popolare (visto che i due vicepremie­r gareggiano per suscitare vampate di consenso), ma è so pra ttut to lontanissi­ma dalla realtà. Dà per scontate due cose che, viceversa, non sono mai accadute negli ultimi centomila anni: primo, che le comunità degli umani possano (anzi debbano) restar ferme dove sono, senza mai muoversi, senza mescolarsi fra loro, senza cercare altrove condizioni di vita migliori. Secondo, che quando si verificano flussi migratori sia non solo giusto e necessario, ma possibile e fattibile arrestarli ricacciand­oli indietro con operazioni di polizia. Perciò la dichiarazi­one di Di Maio è il rovescio e l’identico di quella che Renzi ci regalò un anno fa : “Aiutiamo i migranti a casa loro”. Ognuno a casa propria, di qua gli italiani che non emigrano, di là i migranti che l’Italia respinge. Tutti “p adroni in casa propria”, secondo lo slogan di Berlusconi che Renzi ripeteva senza pudore. La cultura al cloroformi­o di chi ci governa è a quel che pare ancora e sempre nutrita di miraggi autarchici.

DUE PILASTRI megalitici di un tempio di Tarxien (Malta), del 1500 a.C. circa, hanno in merito qualcosa da dirci. Sono coperti di graffiti che rappresent­ano almeno 38 battelli in navigazion­e fra la Sicilia, le isole maltesi e l’Africa. Allora come oggi. I primi abitanti di Malta vennero dalla Sicilia intorno al 5000 a.C., e nell’arcipelago maltese svilupparo­no una civiltà particolar­issima, caratteriz­zata da sorprenden­ti e gigantesch­e costruzion­i templari. I graffiti di Tarxien, opera di migranti scampati al naufragio (Woolner), raccontano una storia molto semplice: ci dicono che il Mediterran­eo non è una barriera da fortificar­e, ma una strada da per- correre. E che da migliaia di anni il flusso, in tutte le direzioni, è inarrestab­ile.

È VERO, i migranti di Tarxien erano pochi, mentre l’enorme incremento della popolazion­e mondiale ha moltiplica­to i movimenti di popolo fino a proporzion­i quasi apocalitti­che. Ma chi emigra con enormi rischi e sacrifici non lo fa perché non aveva capito che era meglio starsene a casa né perché è un criminale (meno che mai perché migrare è “una pacchia”). Le cause immediate della migrazione che preme alle porte dell’Europa sono conflitti militari, carestie, guerre civili, talvolta pulizia etnica: tutte eliminabil­i in linea di principio, anche se per eliminarle l’Ue fa ben poco, e molto ha fatto per rinfocolar­le (come in Libia). Ma c’è una causa di fondo che non si elimina con interventi di breve periodo: l’enorme squilibrio economico fra le varie parti del mondo. A un tale squilibrio c’è un rimedio vecchio di migliaia di anni: l’emigrazion­e. Nulla può arrestare le folle latino-americane che premono ai confini sud degli Stati Uniti, nulla può arresta- re la marea di popolo che da oltre il Mediterran­eo guarda verso l’Europa. Anzi, i drammatici cambiament­i climatici inneschera­nno nuove ondate migratorie, a cui siamo ciecamente impreparat­i.

PERCIÒ I PLACEBO escogitati da Salvini e Di Maio sono patetici tentativi di rimozione (dall’attenzione pubblica, ma anche dalla loro responsabi­lità politica) di un problema che non sanno come affrontare. Eliminare gli squilibri che causano i movimenti migratori è necessario, ma richiede un progetto di lungo periodo di cui non s’intravvede nemmeno l’abbozzo. Ma i migranti, le donne e uomini e bambini e vecchi che salgono oggi sui barconi, non possono aspettare decenni per salvarsi la vita. Una strategia di lungo periodo è urgente, e dovrebbe includere la possibilit­à ( non l’obbligo) di trovare lavoro “a casa propria”. Ma altrettant­o necessaria e urgente è una strategia di accoglienz­a sui tempi brevi, rivolta ai nostri fratelli che migrano proprio come i nostri nonni cent’anni fa. Una minima informazio­ne e consapevol­ezza storica servirebbe anche ai nostri ministri, corrivi inventori di slogan senza coraggio e senza futuro. Come diceva uno dei grandi storici del Novecento, Eric Hobsbawm, abbiamo l’obbligo di protestare contro chi vuol spingerci a dimenticar­e.

Graffiti maltesi Sui pilastri del tempio di Tarxien (1500 a.C.) almeno 38 battelli tra l’Africa e la Sicilia Italiani all’estero Troverebbe­ro lavoro se tornassero i 5 milioni di connaziona­li che risiedono oltre confine?

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 ??  ?? Pilastri megalitici­A Tarxien (Malta) graffiti con navi nel Mediterran­eo (1500 a.C.). In alto una riproduzio­ne dei disegni
Pilastri megalitici­A Tarxien (Malta) graffiti con navi nel Mediterran­eo (1500 a.C.). In alto una riproduzio­ne dei disegni

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