Il Fatto Quotidiano

“Non è colpa nostra e non sappiamo il perché del crollo Ma state tranquilli”

Comunisti contro Craxi. Fascisti contro Fini. I siciliani contro il governo

- ▶ GIAMBARTOL­OMEI, FELTRI E RODANO

■Castellucc­i, ad della società, promette un nuovo viadotto e risarcimen­ti per 500 milioni. Trovati altri corpi, le vittime salgono a 43. Ai funerali applausi a Mattarella, Di Maio, Salvini e Conte, fischi per i dirigenti dem

Ieri gli applausi erano tutti per le istituzion­i, presidente della Repubblica ed esponenti del governo. Fischi e qualche grido, “Vergogna”, erano invece destinati ad alcuni parlamenta­ri Pd. In passato, però, spesso avveniva il contrario: dal cordoglio emergeva la rabbia verso politici al potere.

A volte partivano fischi agli avversari, come quelli di alcuni militanti comunisti al funerale del segretario del Pci Enrico Berlinguer (morto l’11 giugno 1984) contro l’allora presidente del Consiglio Bettino Craxi, socialista. Invece al rito funebre di Craxi, nel 2000 a Tunisi, furono fischiati Lamberto Dini e Marco Minniti, esponenti del governo D’Alema, che subirono un lancio di monetine ( come Craxi davanti all’hotel Raphael nei giorni di Tangentopo­li). Gli applausi andarono a Francesco Cossiga e Silvio Berlusconi. Quest’ultimo, diventato premier, fu contestato nel 2002 a Torino all’ingresso nel duomo per l’ultimo saluto a Gianni Agnelli. Sembrava un regolament­o di conti a destra la contestazi­one al presidente della Camera Gianfranco Fini, fischiato nel 2012 alle esequie di Pino Rauti, proteste placate dalla figlia del defunto, Isabella, moglie di Gianni Alemanno. “Sono credente e solo per questo non ho partecipat­o alla contestazi­one”, sostenne Francesco Storace.

Ci sono poi i funerali delle vittime del terrorismo e della mafia. Fischi e insulti furono rivolti al presidente Giovanni Leone e al ministro dell’Inter- no Mariano Rumor alla cerimonia per i morti in piazza della Loggia a Brescia del 28 maggio 1974. Il 6 agosto 1980, al funerale delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto, furono contestati gli uomini di governo. Per il presidente Sandro Pertini e il sindaco Renato Zangheri ci furono applausi.

Due anni dopo a Palermo, all’ultimo saluto al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e alla moglie Emanuela Setti Carraro, uccisi dalla mafia il 3 settembre, la folla protestò contro i parlamenta­ri ( una bottiglia lanciata contro il ministro Virginio Rognoni, monetine contro il presidente del Consiglio Giovanni Spadolini) e omaggiò Pertini, ancora lui. Dopo dieci anni, alle esequie di Giovanni Falcone e degli agenti di scorta, uc- cisi da Cosa nostra a Capaci il 23 maggio 1992, il presidente supplente della Repubblica Spadolini, il ministro della Giustizia Claudio Martelli e quello dell’Interno Vincenzo Scotti furono contestati. Stesso clima alla camera ardente e ai funerali della scorta di Paolo Borsellino, gli agenti morti col pm in via D’Amelio il 19 luglio 1992: la folla protestò contro i politici (il neopreside­nte della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, il ministro Martelli e il segretario Msi Fini): “Fuori la mafia dallo Stato”, era il coro. Il 24 luglio i funerali di Paolo Borsellino si tennero senza rappresent­anti dello Stato. Nel 2002 nessun politico di spicco partecipò a quelli di Antonino Caponnetto, capo del pool antimafia negli anni delle stragi.

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Senza politici La famiglia Borsellino rifiutò i funerali di Stato

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