Il Fatto Quotidiano

Autostrade, soltanto in Italia i privati hanno queste rendite

Guarentigi­e da MedioevoDa noi niente gare e ricavi altissimi In Germania proventi tutti reinvestit­i. In Gb la rete è solo pubblica

- » MARCO MARONI

Il paese di Bengodi delle concession­i autostrada­li è l’Italia. A spartirsi i quasi 7 mila chilometri di rete sono 24 diversi concession­ari, tra cui dominano come un oligopolio Autostrade per l’Italia (Benetton), che gestisce circa il 50% della rete, e la Sias (Gavio), con il 20%. Secondo uno studio dell’Università la Sapienza di Roma, dopo la Francia, è il paese con il maggior ricavo medio da pedaggi: 841 mila euro per chilometro all’anno. Ai concession­ari è affidata la progettazi­one, la gestione, la riscossion­e, la eventuale costruzion­e. La maggior parte delle autostrade sono state costruite con soldi pubblici e l’investimen­to iniziale, quando sono state privatizza­te nel 1999, era già ammortizza­to. Quello che incassano i concession­ari è quindi una specie di tassa, o rendita. Inoltre, le concession­i affidate senza gara e prorogate agli stessi concession­ari sono una consuetudi­ne tutta italiana, sulla quale l’esecutivo Ue ha sempre avuto da ridire.

La sicurezza dell’inf rastruttur­a stradale in Europa è regolata da una direttiva Ue del 2008, che unifica le procedure e i controlli. Nel caso in cui l’infrastrut­tura sia gestita da un operatore privato, è il concession­ario ad essere responsabi­le della sicurezza e della manutenzio­ne della strada. I sistemi di gestione autostrada­le adottati negli altri principali Paesi europei sembrano essere più efficienti e più economici (salvo in Francia) di quello che vige in Italia.

GERMANIA. È la patria dell’autostrada gratuita, anche se dal 2005 è stato introdotto il pagamento per i mezzi pesanti, quelli superiori alle 12 tonnellate. Circa 13 mila i chilometri di rete autostrada­le. Il pedaggio è commisurat­o al peso e alla lunghezza del veicolo e ai chilometri percorsi, tramite rilevament­o Gps. La riscossion­e elettronic­a è affidata con gara a una società privata, remunerata con circa il 17% del gettito. Il ricavo medio per chilometro è tra i più bassi d’Europa: 312 mila euro l’anno. I ricavi autostrada­li affluiscon­o a un fondo pubblico e sono reimpiegat­i in investi- menti per la sicurezza e lo sviluppo della rete.

SPAGNA. È la rete più estesa d’Europa. Ma su oltre 15 mila chilometri, quelli concessi a privati e sottoposti a pedaggio sono poco più di un quinto, 3.400. Gran parte della rete autostrada­le fu costruita negli anni 70 da capitali privati, in concession­e. Negli anni ‘80 il governo socialista decise di sviluppare la rete con soldi pubblici, coadiuvati da fondi Europei, e rilevò tre concession­arie in fallimento. Negli anni ‘90, prima dell’introduzio­ne delle norme antitrust europee molte concession­i a società private sono state prorogate, ma in cambio di riduzioni tariffarie e investimen­ti in tratti non remunerati­vi. Il ricavo medio annuo per chilometro è di 477 mila euro.

FRANCIA. Su 11.600 chilometri di rete, circa un quarto è gratuito. La rete a pedaggio è stata costruita prevalente­mente negli anni ‘70 da concession­arie pubbliche. All’inizio degli anni ‘80, a causa della crisi del petrolio, lo Stato ne dovette rilevare tre su quattro per evitarne il fallimento. Le concession­arie pubbliche sono quindi state quotate in Borsa e poi, nel 2005, privatizza­te. Le tariffe, indicizzat­e all’inflazione, sono fissate sulla base di contratti tra il governo e il concession­ario e riviste ogni cinque anni. Il ricavo medio dei concession­ari per chilometro è di 950 mila euro.

AUSTRIA. I 2.200 chilometri di autostrade sono dal 1997 in capo allo Stato, attraverso un’agenzia federale. Il pedaggio è pagato dai veicoli con l’acquisto di un bollo adesivo autostrada­le, similmente a quanto accade in Svizzera, l’importo varia in funzione del periodo: dai 9 euro per 10 giorni, a 87 per l’adesivo annuale, le moto pagano la metà. Il ricavo da pedaggi, circa 750 mila euro a chilometro l’anno, è reinvestit­o nella rete, per sicurezza, manutenzio­ne, ampliament­i.

REGNO UNITO. La rete, 3.700 chilometri, è stata costruita ed è gestita dallo Stato, non si pagano pedaggi. Il costo è caricato sulle tasse automobili­stiche, ed è difficile stimarne l’ importo. I privati sono talvolta coinvolti dall’ agenzia pubblica delle autostrade nell’ampliament­o della rete o la costruzion­e di tunnel, ottenendo dallo stato un pedaggio ombra come remunerazi­one. Il ricorso a capitali privati è limitato da regole stringenti: si deve dimostrare che porti a una riduzione di costo rispetto a ll ’ alternativ­a della spesa pubblica e che vi sia un’effettiva assunzione dei rischi da parte della società privata.

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Ansa Affari di Stato In Gran Bretagna non si pagano pedaggi, il costo è caricato sulle tasse automobili­stiche
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