Il Fatto Quotidiano

Tiziano Renzi insulta il “Fatto”: “Basta rompere”

Tiziano non gradisce la presenza del Fatto a Rignano. E il sindaco fa la controfest­a

- G. SALV. Rignano sull’Arno (Firenze)

Il

primo giorno di Festa dell’Unità nella culla del renzismo non è previsto alcun dibattito, solo una cena e la musica di Dj Bev. D’altronde, in una settimana, di dibattiti ce ne saranno solo due: quello con Roberto Giachetti che accompagne­rà i lavoratori della Bekaert e quello con Teresa Bellanova. Del fu Giglio Magico invece non ci sarà nessuno: né Maria Elena Boschi, né il deputato eletto in questo collegio, Luca Lotti. Non parlerà nemmeno Matteo Renzi, che qui ha mosso i suoi primi passi e che potrebbe venire a fare un salto solo giovedì sera “per una semplice pizza”.

IN COMPENSO, nella prima serata di Festa spicca imponente la figura di babbo Tiziano, arrivato con la moglie Laura Bovoli: i due negli ultimi tempi non se la sono passata troppo bene per le nuove inchieste delle Procure di Firenze e Cuneo che contestano il reato di false fatture per la gestione della Eventi 6. Appena arrivati intorno all’ora di cena, i genitori di Renzi salutano tutti e si mettono a tavola insieme agli amici storici. Ad inizio serata il clima è gioviale: oltre alla settantina di iscritti, 20 volontari si aggirano per il tendone indossando delle vistose magliette rosse con lo slogan della Festa, “Con un piede nel passato e lo sguardo nel futuro”. Nonostante le dimissioni da segretario del Pd comunale dopo l’inchiesta Consip, a Rignano è ancora Renzi senior il deus ex machina: mentre il segretario dem Maurizio Bugli se ne sta alla cassa in fondo alla sala, i militanti venuti per una fiorentina o un tortello vanno in procession­e da lui per salutarlo. Una pacca sulle spalle, una battuta (“come va il film di Matteo?”) e poi via.

Per i Renzi è una serata tranquilla, come non se ne vedevano da tempo: lontana dai riflettori delle tv di mezza Italia e dalle polemiche sulle inchieste della magistratu­ra, possono godersi una cena con i militanti di partito.

Eppure Tiziano, appena incrocia il cronista del Fatto (che non fa nemmeno in tempo a presentars­i), cambia espression­e e va su tutte le furie, con la moglie che prova a stento a trattenerl­o: “Oddio, lasciatemi vivere, sono quattro anni che mi rompete i coglioni…” e giù altri insulti irriferibi­li. Sì, perché il clima nei confronti dei giornalist­i, e di quelli del Fatto in particolar­e, non è dei più benevoli.

L’articolo di giovedì che raccontava del mancato invito di Renzi, Lotti e soci alla Festa dell’Unità, qui non è proprio piaciuto: “Dalla segreteria del partito ci hanno detto di non parlare col vostro giornale – spiega un militante dei Giovani Democratic­i – né ora né mai, andatevene da un’altra parte”.

E SOTTO il tendone, appena si sparge la voce che tra i militanti si aggira anche il cronista, iniziano le polemiche: “Raccontate solo bugie per mettere zizzania nel partito – si infervora un signore sulla sessantina –. Lei se ne deve andare”. E giù, di nuovo, con gli insulti. Do- po la cena, intorno alle 21.30, inizia il dj set: a ballare però ci sono solo bambini accompagna­ti dai genitori.

Martedì prossimo la festa entrerà nel vivo con la presentazi­one del libro di Roberto Giachetti: nel frattempo, però, il Comune guidato dall’ex amico di Tiziano e suo grande accusatore nell’i nchiesta Consip, Daniele Lorenzini, ha deciso di mettere in piedi una controprog rammaz ione coi fiocchi: la rassegna musicale e artistica “Suoni e Colori” che andrà in scena proprio la prossima settimana a pochi metri dall’area adibita alla Festa dell’Unità. Un modo per dire che a Rignano il Pd renziano non comanda più.

La segreteria del partito ci ha detto di non parlare col vostro giornale né ora né mai, quindi andatevene

IL GIOVANE MILITANTE I tempi cambiano

Alla kermesse non è stato invitato il fu Giglio Magico: forse Matteo si fa vedere giovedì

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LaPresse Il papà Tiziano Renzi

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