Il Fatto Quotidiano

L’inutile prova di forza: 40 in Albania e Irlanda, gli altri sbarcano in Italia

Fallito il negoziato con l’Ue, interviene Tirana: “Risultato miracoloso”

- » LUCA DE CAROLIS E ALESSANDRO MANTOVANI

Alle

nove e qualcosa della sera, fresco indagato, il ministro con la faccia cattiva deve cedere. “Nelle prossime ore tutti i migranti della nave Diciotti sbarcheran­no” a nnuncia Matteo Salvini da un palco a Pinzolo. E di fronte al muro dell’Unione europea gli tocca innanzitut­to ringraziar­e, nemesi per un leghista, l’Albania, che ne prenderà venti. “Un risultato miracoloso” urla dal microfono. Altri 20-25 andranno in Irlanda, dove proprio in queste ore è in visita il Papa. Ma la gran parte dei migranti intrappola­ti, ossia “un centinaio” come spiegato dalla Cei, verrà accolta “dalla Chiesa e dai vescovi, che apriranno il cuore e il portafogli” spiega il prosaico vicepremie­r. Quindi quasi tutti resteranno in Italia. E allora per compensare Salvini giura: “La prossima nave può fare marcia indietro e tornare, mi possono indagare anche per questo ma il limite è stato raggiunto”. Vedremo se assisterem­o ad altre sceneggiat­e. E comunque, già in mattinata il vicepremie­r ave- va messo una bella minaccia sul tavolo, quella di non approvare il bilancio dell’Unione europea. Anche il premier Giuseppe Conte ha confermato la “riserva” italiana sui conti europei in una nota in cui sostiene che “non è una sconfitta dell’Italia, come qualcuno superficia­lmente ha scritto. E’ una sconfitta dell’Europa”. Però al decimo giorno di linea dura Salvini ha dovuto mollare. Perché la Ue ha ignorato le richieste, la Guardia Costiera non ne poteva più e nei Cinque Stelle dilagavano le proteste. Mentre il premier, sotto il silente pressing del Quirinale, insisteva per una soluzione data per imminente in ambienti M5s già ieri mattina.

IN GIORNATA erano arrivati anche gli ordini dei medici della Sanità marittima, che avevano imposto di far scendere dalla Diciotti altri 17 migranti dopo i 27 minori già sbarcati: undici donne, tutte violentate prima di arrivare in Italia, e sei uomini, tutti con la scabbia, due con sospetta tubercolos­i e due con la polmonite. Quattro donne però si erano rifiutate di scendere, per restare con i loro compagni. La tensione a bordo era forte anche se, come spiega Federica Montisanti di Intersos, operatrice umanitaria a bordo della Diciotti, “non ci sono mai state azioni aggressive, solo il rifiuto del cibo venerdì per qualche ora”. E allora già nel tardo pomeriggio il governo deve festeggiar­e come una grande vittoria l’accordo con l’Albania. “Un segnale di grande solidariet­à e amicizia” celebra il ministro degli Esteri Enzo Moavero, che per giorni ha preso porte in faccia dai Paesi Ue. E ora si aggrappa all’Albania. Il governo che si è

Il ruolo del Papa Un centinaio accolti dalla Cei, un’altra ventina va in Irlanda, dove è in visita Francesco

incagliato a Catania ha bisogno di chiunque. E per tutto il giorno parla con la Cei e le diplomazie. “Non possiamo perdere la faccia dopo aver fatto tutto questo casino” riassume un esponente dei 5Stelle. E il Salvini mattutino alimentava le indiscrezi­oni: “Sto lavorando a una soluzione positiva”. L’ipotesi principale era quella già ventilata venerdì. Ossia identifica­re a bordo della nave i migranti per provare a distinguer­e i richiedent­i d’asilo, e poi farli sbarcare. Ma è maledettam­ente complicato, il sabato della Diciotti.

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per Luigi Di Maio, vicepremie­r e capo politico del M5S, che pure è in linea con Salvini. “La gente sta con lui, lo dicono anche i sondaggi” ripete. Però il Movimento ribolle. La rispostacc­ia di Salvini a Fico, che chiedeva di far scendere i migranti (“Pensa a pre- siedere la Camera”), ha portato a galla i malumori di tanti parlamenta­ri ed eletti, compresi i capogruppo di Torino e Palermo. E allora Di Maio deve dare segnali. Chiama Fico, e lo fa trapelare. E autorizza una nota dei due capigruppo alle Camere, Francesco D’Uva e Stefano Patanuelli, che prendono le distanze dall’incontro di martedì prossimo a Milano tra Salvini e il premier ungherese, il noto xenofobo Viktor Orban: “L’incontro va considerat­o come esclusivam­ente politico e non istituzion­ale o governativ­o”. Tradotto, Salvini non si azzardi a vederlo a nome del governo. Lo specchio di un diffuso timore nel Movimento, ossia che l’alleato usi l’incontro per lanciare un’offensiva violenta contro la Ue. Il “nemico” del leghista che ha ceduto.

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LaPresse Il garanteIl ministro degli Esteri Enzo Moavero (in foto al meeting di Rimini) ha festeggiat­o l’accordo con l’Albania per il ricollocam­ento di 20 migranti: “Un segnale di solidariet­à”

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