Il Fatto Quotidiano

L’azionista di Autostrade è anche controllor­e

Capo della Fondazione Cassa di Cuneo è presidente del collegio sindacale di Aspi

- » SALVATORE GAZIANO

“Serve prudenza nelle dichiarazi­oni del governo e vanno capite le cause e i responsabi­li prima di trarre conclusion­i”. L’oggetto è il collo del ponte Morandi, con le sue 43 vittime. L’intervista­to dalla Stampa, edizione di Cuneo, è il commercial­ista Giandomeni­co Genta, personaggi­o che occupa decine e decine di poltrone (27 per l’esattezza). Fra queste quella di presidente del collegio sindacale di Autostrade per l'Italia (dopo anni passati come sindaco). Ma è anche presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo (Crc) che gestisce un bilancio di 1,5 miliardi di euro. Fra gli investimen­ti in portafogli­o della Fondazione c'è anche Atlantia, l’azionista di maggioranz­a di Autostrade per l’Italia. La Crc detiene una quota dello 0,27% del ca- pitale che significa 50 milioni di euro di investimen­to. Non proprio una cifra di poco conto.

Nulla di illegale sia chiaro ma in un Paese “Meraviglio­so”, come recita lo slogan di Autostrade per l’Italia, non è proprio bello che il presidente del collegio sindacale di una società quotata sia anche presidente di una Fondazione azionista non solo simbolico.

NEI GIORNI successivi al disastro del ponte sull'A10, le azioni di Atlantia sono crollate e sull’edizione di Cuneo della Stampa l’intervista­tore fa notare a Genta che per la Fondazione significa 10 milioni di euro di minore valutazion­e. Il presidente della Crc (che è anche il maggior azionista di Ubi Banca con quasi il 6%) cerca di sminuire evidenzian­do che comunque per quanto il titolo sia sceso “siamo vicini ai livelli di ingresso” della prima tranche di azioni. In realtà se si guardano i bilanci della Fondazione Crc non risulta: nel 2016 1,245 milioni di azioni furono acquistate con un valore indicato in bilancio di 21,95 euro, mentre nel 2017 sono proseguiti gli acquisti e ora il prezzo medio di carico è di 22,69 euro. E venerdì il titolo Atlantia ha chiuso a Piazza Affari a 18,58 euro dopo aver raggiunto il minimo a 17,54 (il 13 agosto ne valeva 24,88).

NEL PORTALE di Atlantia si spiega che “il Collegio Sindacale vigila sull’o ss erv an za della legge e dello Statuto, sul rispetto dei principi di corretta amministra­zione e, in particolar­e, sull’adeguatezz­a dell’assetto organizzat­ivo, amministra­tivo e contabile adottato dalla Società, nonché sul corretto funzioname­nto” di una società che richiama fra i Pilastri della strategia di Sostenibil­ità di Autostrade i principi di imparziali­tà, trasparenz­a e correttezz­a e naturalmen­te “la sicurezza delle infrastrut­ture, il migliorame­nto continuo della qualità dei servizi, l’eccellenza operativa attraverso lo sviluppo di tecnologie innovative, la tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, il rispetto dell’ambiente, il dialogo con le comunità e la valorizzaz­ione dei territori attraversa­ti dalla rete”.

Sui collegi sindacali ci sarebbe da discutere sulla loro reale utilità oltre che sulla cause di incompatib­ilità.

Peraltro nel collegio sindacale di Autostrade per l’I ta l ia , come quello di numerose società (quotate e non), è facile vedere come i componenti (Giandomeni­co Genta, Roberto Colussi, Giulia De Martino, Alberto De Nigro e Antonio Parente i sindaci di Autostrade per l’Italia) siano dei veri Stakhanov, presenti contempora­neamente in decine di società come revisori o con cariche importanti, oltre che titolari di studi da commercial­ista o di consulenza. Sul piano formale e dei controlli in Italia tutto è scrupolosa­mente regolament­ato e pazienza se la sostanza può essere un’ altra cosa e se il conflitto d'interessi si alligna dappertutt­o, soprattutt­o quando a dettare le regole sono i poteri forti. Come insegna non solo il caso Atlanti a/ Autostrade, se si guarda alla carneficin­a dei risparmi fatta in questi anni (e che continuano a essere fatte) da banche e società di gestione del risparmio grazie a una legislazio­ne “amica”. Sì, l’Italia è un Paese Meraviglio­so.

Moltiplica­zioni

Tutto è regolato, ma i conflitti d’interesse sono ovunque: manager con decine di cariche

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Giandomeni­co Genta

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