Teresa, la fascista a caccia di ex “repubblichini”
Esce oggi “La repubblichina” di Pansa
Memorie di ragazza ‘Sei diventato pazzo, Franco? Tu vorresti disertare per cosa? Per unirti ai comunisti?’
È da oggi in libreria l’ultimo libro di Giampaolo Pansa, “La repubblichina, memorie di una ragazza fascista”, che segna il ritorno del giornalista e scrittore – dopo “Uccidete il comandante bianco. Un mistero nella Resistenza” (dedicato al giallo della morte di Aldo Gastaldi, il comandante partigiano “Bisagno”) – ai temi della “riscrittura” della guerra civile italiana e della Liberazione. La narrazione procede attraverso la ricostruzione storica delle vite dei fascisti che continuarono a seguire il destino feroce e disperato di Mussolini e del suo alleato nazista. Qui pubblichiamo una breve anticipazione del romanzo.
Ci eravamo appena seduti accanto a un tavolino d’angolo del caffè, quando Franco mi disse: “Non indosso più la divisa per un motivo che devo spiegarle. Ho lasciato la Guardia nazionale, mi sono dimesso dal partito e ho deciso di raggiungere una banda partigiana del Monferrato”.
LO SCRUTAI sbalordita. E dandogli per la prima volta del tu, gli replicai: “Sei diventato pazzo? Eri un ufficiale della Gnr (Guardia nazionale repubblicana, nd r ), non puoi diventare un disertore. Se ti prendono, sarai condannato a morte e fucilato. Ma soprattutto tradisci il giuramento che hai fatto: quello di difendere l’Italia da chi vuole conquistarla. Parlo degli inglesi, degli americani, dei francesi, pensa a tutti gli stupri che i marocchini hanno compiuto in Ciociaria... Vuoi essere complice di quelle bestie che hanno violentato migliaia di donne?”.
Franco era diventato livido.
Ma trovò la calma per rispondermi con gentilezza: “In questa guerra orrenda ciascuno di noi è respon sabile delle proprie azioni. Anche tu hai la tessera della Repubblica sociale, ma io non ho mai pensato che tu fossi complice delle deportazioni e delle uccisioni di tanti ebrei nelle camere a gas che non hanno mai indignato nessuno dei fascisti italiani, a cominciare da Mussolini...”.
Di fronte al mio silenzio, l’ex tenente della Gnr continuò: “Capisco che la mia scelta ti sconvolga, Tere. Ma non mi sento un disertore e non vorrei che tu mi giudi- cassi così. Sono soltanto un italiano che con molto ritardo ha compreso di non poter continuare a combattere una guerra sbagliata...”.
“Perché la giudichi sbagliata?” domandai a Franco, con il tono di chi voleva aggredirlo.
“Dovresti arrivarci da sola, Tere” rispose lui. “Prova a immaginare quello che ci accadrebbe se a vincere la guerra fosse Hitler. Che cosa diventerebbe l’Italia? Saremmo soltanto una provincia dell’impero nazista. Mussolini verrebbe retrocesso al rango di vecchio fascista senza più autorità. L’Italia cadrebbe nelle mani di qualche governatore tede- sco, affiancato da un pugno di gerarchi fascisti tra i più faziosi, come Alessandro Pavolini, che ha appena inventato un corpo militare tutto suo, le Brigate nere. Il maresciallo Graziani, che si illude di comandare anche la Guardia nazionale repubblicana, sarebbe ritenuto un vecchio arnese inutile. Gli americani abbandonerebbero l’Italia al suo destino e seguiterebbero a bombardarci con più ferocia di prima!”.
Replicai, impedendomi di urlare: “Smettila con queste previsioni assurde. Non immaginavo che un giovane intelligente come te nutrisse fantasie tanto macabre. Non accadrà nulla di quanto immagini. Per un complesso di ragioni che dovresti conoscere meglio di me. La prima è che la Germania di Hitler è già alle corde. Il capo nazista è circondato da generali traditori che pochi mesi fa, in luglio, hanno tentato di ucciderlo. Gli avversari dell’Italia fascista sono tantissimi. E in cima alla lista c’è una superpoten- za, gli Stati Uniti, che nessuno riuscirà a sconfiggere. Anche noi fascisti italiani saremo battuti. È quasi certo che i partigiani comunisti fucileranno Mussolini. Abbiamo una sola speranza: ottenere dai vincitori di non essere considerati una preda di guerra da sbranare giorno dopo giorno. E tu vorresti disertare! Per fare che cosa? Per unirti ai comunisti, i nostri peggiori nemici?”.
L’EX TENENTE della Gnr scosse il capo e ribatté con schiettezza: “Il nostro Paese verrà salvato soltanto da chi avrà il coraggio di rifiutare il fascismo prima che venga sconfitto. Rifiutarlo dopo che sarà scomparso lo faranno in tanti. E quello sarà un supremo atto di ipocrisia, tipico dei vigliacchi”.