Il Fatto Quotidiano

Benetton, un altro regalo: l’aeroporto più lucroso di tutti

Ora il governo mette nel mirino il trattament­o di favore deciso da FI e Pd nel 2012 per Fiumicino

- » DANIELE MARTINI

■ Quello di Roma è lo scalo più caro d’Italia: ogni aereo in partenza o in arrivo deve pagare una tariffa media di 30,94 euro, più del doppio rispetto a Catania o Bergamo. Fu Monti a firmare l’aumento

Fiumicino è l’aeroporto più caro d’Italia, ogni aereo in partenza o in arrivo deve pagare una tariffa più alta che altrove al concession­ario dello scalo, Aeroporti di Roma-Adr, società dei Benetton. A Roma si pagano in media 30,94 euro, più del doppio rispetto, per esempio, a Catania o Bergamo (13,39 e 13,66 euro). Ma molto di più anche nei confronti di Bologna ( 17,11 euro), Napoli (22,50), Venezia (22,98) e Milano-Linate (25,13). Siccome il peso delle tariffe alla fine viene scaricato sui biglietti aerei, sono i passeggeri a dover versare il contributo maggiorato ai Benetton. Insomma, se i 3 mila chilometri di autostrade sono il bancomat numero 1 dei Benetton, lo scalo romano è il bancomat numero 2. Tutto ovviamente avviene nel rispetto rigoroso delle leggi, ma il punto è che sia per le autostrade sia per l'aeroporto di Roma leggi e concession­i sembrano fatte su misura per i Benetton. Nel caso dello scalo di Roma sembrano fatte proprio dai Benetton, cioè dai loro manager come Fabrizio Palenzona e Gianni Mion. I quali non hanno dovuto neanche bussare alle porte dei ministri per farsi ascoltare, quelle porte le hanno trovate sempre spalancate.

PALENZONA è il presidente sia dell'associazio­ne delle autostrade (Aiscat) sia degli aeroporti (Assaeropor­ti). È lui la mente del doppio bancomat dei Benetton. Per le autostrade, quando ancora era legatissim­o ai Gavio, l'altra famiglia dei signori del casello, come presidente dell'Aiscat organizzò un sistema che ha indorato i concession­ari. Per quanto riguarda il bancomat 2, cioè Fiumicino, da presidente Adr ha inventato il metodo che ha consentito all'aeroporto romano di diventare una macchina da soldi, capace di distribuir­e agli azionisti un dividendo di 720 milioni di euro negli ultimi 5 anni. Tre mesi fa, a un convegno dell'Enac (Ente per l'aviazione civile), Palenzona lo ha rivelato papale papale: “Ci siamo inventati una legge – ha scandito – un piccolo emendament­o che consentiss­e i contratti in deroga”.

I contratti in deroga sono il sistema fissato per legge nel 2009 che consente a Fiumicino di avvantaggi­arsi per un decennio con un regime tariffario estremamen­te favorevole e diverso da quello della maggior parte degli altri aeroporti italiani. Insieme a Fiumicino quel criterio è stato applicato solo a Milano-Linate e Venezia, ma più per un'esigenza di copertura dei destinatar­i veri del privilegio, cioè i Benetton, che per altro. La giustifica­zione per la creazione di un trattament­o particolar­e fu la necessità di raddoppiar­e l'aeroporto romano nei terreni a nord dell'attuale sedime (che andrebbero espropriat­i e sono in larga parte dei Benetton). Alla base della richiesta c'era una previsione di traffico che si è dimostrata infondata.

La svolta ci fu nel 2012. In quell'anno fu istituita per legge l'Autorità di regolazion­e dei trasporti (Art) e i Benetton temettero che i loro interessi aeroportua­li potessero andare in fumo. La legge istitutiva dell'Art prevedeva che l'Enac, con cui avevano alacrement­e lavorato fino a quel momento, avrebbe potuto continuare a occuparsi di tariffe solo in via transitori­a, in attesa che la stessa Art entrasse in funzione. Dal punto di vista dei Benetton a quel punto era necessario dare la sveglia. Ci pensò Gianni Mion, presidente di Sintonia, la holding del gruppo, con una lunga lettera aperta al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al capo del governo, Mario Monti e una sfilza di ministri, pubblicata il 13 dicembre su Repubblica e Corriere della Sera e all’estero sul Financial Times e Wall Street Journal. Con quello scritto Mion intimava al governo di darsi una mossa per impedire che “la società Adr sia gettata sine die in una insostenib­ile situazione di incertezza normativa”.

DETTO, FATTO: appena nove giorni dopo, il presidente del Consiglio, Mario Monti, ancorché dimissiona­rio, alla vigilia di Natale firmò il decreto per l'aumento delle tariffe a Fiumicino di circa 10 euro, primo passo per il gigantesco raddoppio dell'aeroporto da 18 miliardi di euro. Ora il governo, fanno sapere fonti ministeria­li, sta studiando anche le concession­i autostrada­li per rimetterle in discussion­e.

L'Autorità dei trasporti aspettò altri tre anni per entrare in funzione. Nel frattempo la Ue ha aperto una procedura di infrazione perché considera l'Enac non un ente terzo di regolazion­e, ma dipendente dal governo.

L’ex premier nel 2012 Monti firmò il decreto per l’aumento. Ora il governo promette che rivedrà le concession­i

 ??  ??
 ?? Ansa ?? Salatissim­o A Fiumicino ci sono le tariffe più alte per i viaggiator­i. A lato, Gilberto Benetton
Ansa Salatissim­o A Fiumicino ci sono le tariffe più alte per i viaggiator­i. A lato, Gilberto Benetton

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy