“Manager Fininvest pagavano la mafia”: il Biscione perde contro il pm Tescaroli
Il magistrato aveva scritto “Colletti sporchi” con Ferruccio Pinotti
La Fininvest ha perso anche in appello la causa civile che ha intentato contro il neo procuratore aggiunto di Firenze, Luca Tescaroli, uno dei pm di Mafia Capitale a Roma. Pure i giudici civili della Corte d’appello di Venezia, così come quelli di primo grado a Verona, hanno dato torto alla società di Silvio Berlusconi che aveva chiesto i danni al magistrato e al coautore Ferruccio Pinotti per il libro C ol let ti Sporchi, edito da Bur Rizzoli. Il saggio è del 2008, ma il Biscione ci ha pensato due anni per fare causa contro il magistrato antimafia che, insieme a Nino Di Matteo, quando erano entrambi a Caltanissetta, provarono a scoprire i mandanti esterni delle stragi.
I PASSAGGI “incriminati” da Fininvest hanno in qualche modo cercato di minare la credibilità del pentito di mafia Salvatore Cancemi, che si autoaccusò della strage di Capaci. Inoltre, nell’atto di citazione si sostiene che ci siano altre “falsità”.
A proposito di Cancemi, i giudici scrivono che è pacifico quanto riportato nel libro. In merito alla Fininvest si ricorda che le sue dichiarazioni “si riferiscono a ‘versamenti periodici di somme a titolo di contributo’ effettuati a Cosa Nostra da persone fisiche ‘appartenenti al gruppo Fininvest’ea ‘rapporti con i vertici della Fininvest’, dunque ancora con persone fisiche, che ‘Riina si era attivato per coltivare personalmente’”.
Dunque, concludono i giudici, questi passaggi contestualizzati nel libro escludono la valenza diffamatoria: non si può evincere “l’attribuzione al soggetto giuridico Fininvest di un qualche coinvolgimento nelle vicende che hanno condotto alla strage di Capaci, e men che meno di condotte astrattamente riconducibili a riciclaggio di denaro”.
Il Biscione aveva chiesto i danni anche per altri passaggi del libro che fanno un parallelismo storico-processuale tra le vicende Calvi e Dell’Utri: “Il solo fatto, pacifico in causa, che oggetto di uno dei due processi in questione, quello palermitano, fosse ‘l’origine dei soldi delle numerose holding Fininvest’, depriva di consistenza la doglianza in ordine alla diffamatorietà ritenuta di per sé insita nell’associazione del nome Fininvest a tale vicenda processuale. Il collega- mento tra i due processi, peraltro, deriva da una molteplicità di elementi, oggettivi e soggettivi, oltre che dalla tematica del riciclaggio che costituisce il filo conduttore dell’esposizione”. Connessa a questa vicenda è la condanna per diffamazione dell’ex direttore di Panorama Giorgio Mulé e del giornalista Maurizio Tortorella autore di un articolo contro il pm quando Fininvest fece causa civile. Tescaroli venne descritto come un magistrato che ha “un ego ipertrofico”, che se subisce decisioni avverse alle sue tesi da parte dei colleghi e pensa che siano “dettate da errore o da malafede (se non peggio)”. I due giornalisti sono stati condannati a Milano sia in primo grado che in appello nel 2013-2014.