“Show” di Renzi al processo al suo “nemico”
In tribunale contro l’ex dipendente comunale che ha querelato per diffamazione
Dopo quattro anni di rinvii, ieri Matteo Renzi ha deciso di presentarsi nell'aula del Tribunale di Firenze dove era stato convocato come testimone già altre quattro volte. “Perché non sono venuto prima? – si è posto la domanda da solo –, Perché da presidente del Consiglio venire a fare uno show non mi pareva proprio il caso”. E in effetti ieri l'ex premier ha fatto uno show.
IL PROCEDIMENTO era nato nel 2013 quando Renzi ha querelato per diffamazione un ex dipendente del Comune di Firenze, Alessandro Maiorano, che da anni lo accusa di aver dilapidato 20 milioni di euro di soldi pubblici in pranzi, viaggi e regali negli anni in cui era presidente della Provincia di Firenze, quindi dal 2004 al 2009. Il processo è iniziato il 7 luglio 2014 e da allora Renzi non s'è mai presentato a testimoniare. Fino a ieri. In aula l'ex premier ha trovato Maiorano e il suo legale, il professor Carlo Taormina che a tratti è parso fare da spalla a Renzi per il suo show. I due, infatti, hanno sin da subito dato vita a continui battibecchi. Eppure la domanda posta da Taormina era chiara: ha usato a fini personali soldi dell'ente? Renzi ha negato. “Quelle spese avevano finalità istituzionale ed erano da me controllate attraverso le voci del bilancio, la finalità istituzionale delle spese era asseverata dai dirigenti della Provincia. Abbiamo avuto verifiche del Mef e della Corte dei conti ma non c'è stata mai nessuna condanna”. Quando Taormina rincalzava Renzi ribadiva tergiversando per poi rivolgersi al giudice, Laura Bonel- li, e provocando non solo la reazione del legale – avvezzo a processi ben più complessi – ma in particolare quella di Maiorano che dal 2012 porta avanti una battaglia tutta personale nei confronti di Renzi. Irritato dalle “non risposte” del senatore, l'ex dipendente comunale è andato in escandescenza tanto da essere più volte allontanato dall'aula. “Stai prendendo per il culo il mio avvocato”, ha gridato, ed è stato preso da un carabiniere e portato fuori tra epiteti vari e un “bugiardo” ripetuto come un mantra. Ma nonostante la querela, il processo e il rischio condanna, Maiorano non ha arretrato di un passo. Ha atteso che terminasse l'udienza e appena Renzi ha lasciato l'aula gli ha gridato contro chiedendo spiegazioni sull'acquisto della “mega villa di via Tacca”. Poi lontano dal tribunale e una volta tornato a casa, Maiorano ha proseguito su Facebook: “Preparati Renzi ho in serbo nuove cosine su di te e famiglia, ti mando in galera tuo padre, tua madre e cognatino”.
EPPURE protagonista dello show è stato l'ex premier, per sua stessa ammissione. Per due ore ha risposto alle domande del giudice e del pm che sostiene l'accusa, Massimo Bonfigli. Poi si è offerto ai giornalisti presenti minacciando “tolleranza zero nei confronti di chi diffonde fake news” che lo riguardano e garantendo che andrà fino in fondo contro Maiorano, dando per scontata la vittoria: “Il denaro che vincerò sarà devoluto all'ospedale pediatrico Meyer” di Firenze. Infine ha promesso che a breve renderà pubblici gli atti inerenti l'acquisto della villa acquistata a poche centinaia di metri da piazzale Mi che la nge lo per 1,3 milioni. E così, ancora una volta, si pone in condizione di poter dimostrare che quel “bugiardo” più volte ripetuto da Maiorano non sia vero.
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