“ILVA, IL PARERE SMENTISCE DI MAIO”
“Il ministro ringrazi il senso di responsabilità del sindacato”
Caro direttore, apprendiamo che il ministero dello Sviluppo Economico aveva dal 21 agosto il parere, da lui richiesto, dell’Avvocatura dello Stato. Nella conferenza stampa del 23 agosto il ministro ha detto che la gara era illegittima mentre leggendo il parere apprendiamo che per l’Avvocatura non è mai esistito alcun serio vizio della procedura. Forse per questo lo ha tenuto nascosto per 17 giorni e fino ad accordo siglato. Nella conferenza stampa ha citato singole frasi di un parere che invece smentisce il ministro. L’unico rilievo, che attiene però ad una ragione di opportunità, riguarda il fatto che la lettera di invito, diversamente da quanto previsto dall’avviso originario, non abbia previsto una fase di rilanci. Rilanci che però la stessa Avvocatura ritenne im- possibili nel giugno 2017. Fu prevista, invece, solo una fase negoziale conclusiva con il vincitore. Tuttavia tale scelta non configura alcun vizio perché non vi era obbligo alcuno di prevederla. E men che meno si poteva seriamente considerare la tardiva e scorretta richiesta in tale senso della concorrente. Che infatti nulla ha obiettato, all’epoca, nelle opportune sedi giudiziarie.
Nemmeno la posticipazione del termine per interventi ambientali è idonea a determinare alcun vizio, visto che la gara già bandita non avrebbe potuto essere riaperta senza integrale annullamento in contrasto con elementari principi di celerità e speditezza del procedimento. Siamo in presenza di una ricostruzione che consente di affermare che la gara non è stata caratterizzata da alcun vizio di legittimità idoneo a comportarne l’annullamento. Non è quindi nemmeno necessario dare ingresso nemmeno alla comparazione degli interessi in gioco, pubblici e privati, attività che comunque avrebbe dovuto essere fatta anche se in presenza di veri vizi di legittimità. Pertanto “l’interesse pubblico attuale e concreto” era un arzigogolo giuridico per scaricare sulla trattativa le sua responsabilità.
La revoca non è mai stata una opzione seria perché avrebbe dato luogo all’indennizzo del vincitore (Arcelor Mittal) con conseguenze eco- nomiche devastanti. Invece il ministro Di Maio ha sempre affermato che esistevano vizi così gravi del procedimento da determinarne l’annullamento. Ora si scopre che questi vizi di legittimità non ci sono, tutte le scelte hanno avuto una congrua motivazione anche quella di non riaprire la gara.
Di Maio ringrazi il senso di responsabilità del sindacato per l’accordo nonostante ci abbia fatto negoziare con un’azienda che aveva ritenuto illegittimamente vincitrice di una gara. Il ministro ha un altra grave responsabilità, aver fatto promesse impossibili ad una città che poi non ha mantenuto.
*segretario Fim-Cisl
Come Bentivogli sa bene, essendo uno dei pochi che il parere dell’Avvocatura l’ha letto, nel documento si elencano diverse irregolarità e vizi nell’a gg iu di ca zi on e della gara. Li elenca lui stesso derubricandoli a particolari secondari. L’Avvocatura, in realtà, rimanda la valutazione di quei vizi – la “discrasia” tra lettera di invito e lettera 0di procedura, l’a ll un gamento dei termini per i piani ambientali, l’impossibilità di fare rilanci – alla stessa Amministrazione che avrebbe dovuto applicare il criterio dell’interesse pubblico. Cosa che, ci sembra, il ministro Di Maio ha fatto disponendo di non annullare la gara e garantendo, anche con una sua iniziativa diretta, la firma dell’accordo.