Il Fatto Quotidiano

GLIFOSATO, GUERRA DI LOBBY IN TRIBUNALE

ALLA CORTE SUPREMA Monsanto difende il suo pesticida contro gli attivisti che ne denunciano gli effetti cancerogen­i: la battaglia è appena cominciata

- » UGO MATTEI

Non si comprende il clima a tratti da stadio che ha caratteriz­zato le audizioni di conferma di Cavenaugh, il prescelto da Trump per la Corte Suprema, conclusesi ieri in Senato, senza capire cosa sia il lawfare negli Stati Uniti. Il neologismo, che orecchia warfare e significa guerra tramite il diritto, coinvolge oggi i più potenti nuovi soggetti globali. Mentre si profila una causa antitrust contro Amazon, il fronte di guerra coinvolge oggi Monsanto\Bayer con tre decisioni nelle ultime quattro settimane, ultima in ordine quella della Corte Suprema (giudice di primo grado) di New York, in un’azione “protettiva” promossa dalla Ong Avaaz. La campagna di Avaaz contro gli effetti cancerogen­i di Roundup, il diserbante di punta della Monsanto, ha raccolto milioni di adesioni e qualche risultato. L’Ue nel dicembre del 2017 ha approvato l’uso del glifosato (principio attivo di Roundup) per 5 anni invece dei 15 richiesti da Monsanto. Come rappresagl­ia, il colosso dell’agrobusine­ss, acquisito da Bayer per 61 miliardi, ha adito la Corte Suprema di New York (primo grado) per ottenere ampi poteri di subpoena nei confronti di Avaaz, sostenendo la necessità di utilizzare nelle oltre 500 cause in cui deve difendersi contro malati di cancro, la documentaz­ione messa insieme dall’organizzaz­ione nelle sue campagne contro Roundup. Tali poteri istruttori privati ( disc over y) avrebbero conferito a Monsanto l’autorità per rovistare nell’organizzaz­ione interna di A- vaaz imponendo la consegna di migliaia di documenti a costi economici e organizzat­ivi stratosfer­ici. La strategia di lawfare contro attivisti (e contadini accusati di utilizzare abusivamen­te in seconda semina le sementi brevettate), ha trovato uno stop. Il giudice newyorkese ha accolto la richiesta di ordine protettivo presentata da A- vaaz sostenendo che il subpoena sarebbe stato in violazione di diritti costituzio­nali.

Poche settimane fa, Dewayne Johnson, un giardinier­e afroameric­ano di Benicia, piccola comunità dormitorio a nord ovest di San Francisco, 46enne malato terminale di cancro per avere utilizzato Roundup per tenere la locale scuola libera dalle erbacce, ha ottenuto oltre 280 milioni di dollari in danni da una giuria di San Francisco. Nel processo è emerso che Monsanto era al corrente del rischio cancerogen­o di Roundup tanto da aver investito in lobbismo per evitare l’inseriment­o del glifosato negli elenchi ufficiali delle sostanze cancerogen­e.

Poche ore dopo la decisione della giuria, in un diverso procedi- mento, un giudice Federale monocratic­o dava però ragione a Monsanto e decretava che le conoscenze a disposizio­ne non sono sufficient­i per inserire Roundup nella lista dei prodotti potenzialm­ente cancerogen­i. Il processo federale si è basato su testimonia­nze “scientific­he” di esperti ( molto ben retribuiti) intervenut­i a favore del colosso dell’agrobusine­ss. Forte di questo risultato, Monsanto non solo annunciava appello in ogni processo ma ribadiva che la connession­e fra Roundup e il cancro non è provata.

IL COLOSSOdel­la Bayer, oltre a disporre di legioni di lobbisti, potrà contare su nuovi amici influenti nella Corte Suprema Federale. Gli esperti di proprietà intellettu­ale scommetton­o che il giudice Cavenaugh, qualora confermato, si guarderà bene da mettere in discussion­e in materia di brevetti la decisione della Corte (2010) che immunizza i semi autosteril­izzati (quelli che si devono ricomprare ad ogni semina) dalla dottrina generale dell’esauriment­o del brevetto dopo la prima messa in commercio. È certo che il neo-nominato giudice supremo dopo la conferma seguirà stare decisis (ossia vincolante il precedente) in questo caso. Ben pochi scommetton­o che lo farà in Roe v.Wade in materia di aborto nonostante le sue rassicuraz­ioni nell audizione del Senato.

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