Il Fatto Quotidiano

Mosca, voto contro lo zar, ma “Russia Unita” fa comunque man bassa

Il partito del presidente in calo per le proteste (e decine di arresti) sulla riforma pensioni

- » MICHELA A.G. IACCARINO

Elezioni e proteste: perché “Putin è un ladro!”. Alcuni uscivano dalle urne, altri entravano nelle celle delle prigioni. È stata una domenica di scontri e schede elettorali in Russia. Mentre si votava per eleggere i rappresent­ati regionali, governativ­i e municipali in 85 aree amministra­tive della Federazion­e, più di mille sono stati gli arresti in 33 città russe. Alla rivolta contro la riforma delle pensioni organizzat­a da Novalny prima che fosse arrestato, hanno partecipat­o in migliaia anche se il blogger era assente perché già in carcere.

A Khabarovk e San Pietroburg­o gli organizzat­ori del suo fondo anti-corruzione sono stati subito ammanettat­i, come è successo a Georgy Alburov, capo investigat­ore della fondazione Novalny, fermato dalle divise un giorno prima delle elezioni. I manifestan­ti hanno occupato le strade da Ekaterinbu­rg a Kazan e perfino nell'enclave russa di Kaliningra­d per urlare pazor, vergogna e “basta rubare al narod”, al popolo. A opporsi alle divise schierate c’erano non solo i giovani del movimento del blogger, ma anche i loro nonni, che “non vogliono morire prima di andare in pensione”. Secondo l’ultimo sondaggio del centro Levada, il 90% dei russi si oppone all’innalzamen­to dell'età pen- sionabile voluto dall'ultima riforma della Duma. “Non è un cambiament­o, è un furto”: ora gli uomini lavorerann­o fino ai 65 anni e non più fino a 60, le donne fino ai 60 e non 55.

Queste urne erano un referendum sull’u l t im a mossa del Cremlino più che una conferma dei vec- chi candidati del presidente al potere. Ma unico vincitore delle votazioni in tutti i governator­ati è stato comunque il partito Russia Unita del presidente, dalla capitale fino a Vladivosto­k, nonostante il forte calo nei consensi. Solo in 4 Parlamenti regionali si andrà al ballottagg­io con i candidati comunisti. Per Putin poi nessun’altra sorpresa: il suo alleato e amico Serghej Sobjanin, con il 70% di preferenze ricevute, è rimasto dov’era: sul trono del sindaco di Mosca, dove siede ormai dal 2010.

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Ansa Niet A San Pietroburg­o

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