Polmonite, 200 ricoverati e due vittime L’incubo della falda acquifera inquinata
Indagano i pm, psicosi e corsa all’acqua minerale nei supermercati
L’ULTIMO CASO reso noto ieri è quello di un 55enne ricoverato in gravi condizioni al Policlinico di Milano. Resta un mistero l’origine dell’epidemia di polmonite che da una settimana ha colpito a macchia d’olio la Bassa Bresciana, sconfinando verso le province di Mantova e Cremona. I casi accertati in una settimana sono oltre 200 e il trend è in costante aumento, come dimostra il flusso di nuovi ricoveri per polmonite registrati negli ospedali dei comuni coinvolti: tra i paesi più colpiti del Bresciano figurano Carpenedolo (34 casi), Montichiari (26) e Calvisano (20), anche se il bilancio nelle scorse è già notevolmente salito. E ci sono anche le prime vittime che potrebbero essere ricondotte all’emergenza in corso, un 85enne di Carpenedolo e una 69enne di Calvisano, su cui nelle prossime ore verrà eseguita l’autopsia. La Procura di Brescia ha aperto un fascicolo per epidemia colposa e ha ordinato ai carabinieri del Nas di acquisire la mappatura delle reti idriche, dei pozzi e degli acquedotti che forniscono l’acqua ai paesi coinvolti e di cercare di individuare nei pazienti in cura nei diversi ospedali elementi che possano indicare un’eziologia o luoghi di esposizione comuni.
L’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, rassicura la popolazione: “Stiamo facendo tutto ciò che è nelle nostre possibilità – ha reso noto Gallera – e tra qualche giorno avremo i risultati dei campionamenti che sono già stati effettuati”.
I tecnici dell’Agenzia di tutela della salute (Ats) hanno prele- vato 52 campioni dalla rete idrica ed effettuato analisi nelle abitazioni di 28 persone ricoverate in ospedale.
Ma l’ipotesi di una contaminazione venuta dall’acqua, come quella della polmonite da legionella che si trasmette per inalazione attraverso goccioline d’acqua o fenomeni di nebulizzazione, per ora non trova riscontri univoci: finora sono soltanto due i casi di pazienti in cui il batterio della legionella è stato individuato come origine della patologia. In tutti gli altri la causa è ancora ignota e dovranno essere effettuati ulteriori approfondimenti, anche perché non sono state riscontrate connessioni tra le infrastrutture delle reti idriche che servono i diversi paesi. La situazione più eclatante è quella del Comune di Calvisano, tra i più colpiti dall’epidemia con una ventina di casi accertati, che non ha acquedotto né rete fognaria: gli oltre 8mila abitanti attingono l’acqua da pozzi artesiani gestiti privatamente.
L’UNICO ELEMENTO COMUNE, dunque, sembra essere l’acqua attinta dalla falda acquifera. Mentre i tecnici dell’Ats esplorano altre ipotesi per spiegare la diffusione del contagio, come quella della contaminazione attraverso l’aria, nei supermercati dei paesi in cui si diffonde la paura del contagio le bottigliette d’acqua vanno a ruba. Ieri pomeriggio si è svolta una riunione di vertice in Regione con i direttori delle aziende sanitarie di Brescia e della Val Padana (Mantova e Cremona): domani l’assessore Gallera riferirà al consiglio regionale sulla gestione dell’emergenza.