M5S su Tim cambia cavallo: flirta con Vivendi e B. trema
Tensioni Scricchiola l’accordo tra Pd, Cinquestelle, Lega e FI che ad aprile salvò Mediaset dai francesi schierando Cdp in Telecom a sostegno di Elliott Il nodo della vendita di Sparkle
Silvio Berlusconi da qualche giorno spera che la parola di Matteo Salvini sia salda come l’interessato promette: il leader della Lega dovrà infatti garantire, oltre all’unità del centrodestra alle prossime Regionali, pure la tenuta del pericolante accordone su cui è nata la cosiddetta Terza Repubblica, cioè il favore fatto al fu Caimano grazie all’ingresso di Cassa Depositi e Prestiti in Telecom e l’alleanza della società del Tesoro col fondo Elliott in funzione anti-francese.
A PALAZZO CHIGI regnava ancora, si era ad aprile, Paolo Gentiloni ( col dante causa Matteo Renzi), ma Carroccio e Cinque Stelle diedero la loro interessata benedizione a un’operazione che, in sostanza, garantiva il mantenimento dello status quo televisivo fondamentale per Berlusconi: bloccata Vivendi - che al momento non controlla più la società telefonica e non sa che farsene del suo 20% in Mediaset - va però ancora garantito che le quote pubblicitarie che fanno ricca Cologno Monzese non siano toccate per qualche tempo né per via legislativa, né con una politica aggressiva della Rai. Solo così Berlusconi potrà fare quel che deve per salvare l’impero di famiglia: cedere l’azienda o, meglio, fonderla in una media company ad ampio spettro (cinema, tv, musica, società di comunicazione, internet, telefonia), ma al prezzo che deciderà lui. A suo tempo fu proprio il prezzo, com’è noto, a bloccare l’accordo tra l’ex premier e la Vivendi di Vincent Bolloré.
Per salvare questo equilibrio così delicato, l’uomo di Arcore s’era prima acconciato a dare il placet al governo gialloverde e ora il via libera a Marcello Foa a presidente della Rai dopo averlo bocciato (oggi in Vigilanza dovrebbe ripartire il processo di nomina). Adesso, però, ha un problema grosso: i 5 Stelle stanno pensando di cambiare cavallo, un po’ perché hanno capito che così finiscono per fare il reggimoccolo al duo Matteo&Silvio, un po’ per avere uno strumento di pressione sulla Lega che trionfa nei sondaggi.
Le preoccupazioni di Berlusconi hanno iniziato a prendere corpo in un momento preciso e in un luogo preciso: sabato scorso, infatti, il premier Giuseppe Conte, il vicepremier Luigi Di Maio e l’amministratore delegato di Vi- vendi, Arnaud de Puyfontaine, si sono incontrati a Bisceglie, vicino Bari, per il convegno DigithOn. Organizzatore dell’evento, peraltro, è Francesco Boccia, deputato della minoranza Pd, particolare anch’esso assai preoccupante per la casa di Arcore: i dem di Matteo Renzi - che Pier Silvio Berlusconi vorrebbe tanto vedere in onda su Mediaset - sono stati parte dell’accordone, ma la presa di Renzi sul partito è tutta da verificare al congresso.
Che cosa si sono detti, dunque, de Puyfontaine e i suoi nuovi amici a Cinque Stelle (il manager ha avuto uno scambio a quattr’occhi con Conte)? Il manager ha tentato di con- vincere il premier e Di Maio che Vivendi è in Italia per restare e su basi di parità: “Crediamo nell’Italia che per noi resta un investimento di lungo termine.” In pratica significherà creare un’articolazione societaria italiana (Vivendi Italia) e probabilmente investire maggiormente nella Universal Music a Milano.
E poi c’è Sparkle, la società dei cavi sottomarini di proprietà di Tim, l’amo che de Puyfontaine ha lanciato dal palco delle Vecchie Segherie di Bisceglie in direzione dei grillini: “Sono d’accordo con Di Maio: non credo che vada venduta, è strategica per l’Italia”. E invece Elliott, portata al comando con lo spericolato ingresso nel capitale di Cdp, la vuole vendere, come ha recentemente ribadito il presidente Fulvio Conti: d’altronde Elliott è un fondo speculativo che vede calare da settimane il prezzo delle azioni Tim (da inizio 2018 hanno perso il 25%, da aprile il 40%) e pretende di migliorare i conti subito, magari in attesa di uscire e dare l’assalto a un pezzo di Mediobanca, come ha scritto Il Fatto.
IL LATO GRILLINO del governo ha preso atto in Puglia delle intenzioni di Vivendi: pur non promettendo nulla, Conte e Di Maio hanno garantito che studieranno il dossier, tanto più che il tema della proprietà pubblica delle reti per i 5 Stelle è come una calamita e l’alleanza di lungo periodo con un fondo speculativo nella gestione di una società resta un fatto innaturale. La richiesta dei francesi, d’altra parte, è poco impegnativa: Cassa depositi in Tim assuma un ruolo terzo e lasci fare al mercato.
E qui torniamo allo zio Sil-
Foa presidente Rai Berlusconi, rassicurato da Salvini su pubblicità e alleanza ha dato il via libera: oggi la Vigilanza Il risiko societario
De Puyfontaine ha visto Di Maio e Conte: se vince in Tim, torna in ballo pure il Biscione Crediamo nell’Italia, per noi è un investimento di lungo termine
E ha ragione Di Maio: Sparkle non va venduta, è strategica
IL CAPO DI VIVENDI
vio. Se Vivendi riesce a integrare Tim torna pericolosa pure nella partita Mediaset. Berlusconi è a capo di un impero tv ancora profittevole, ma sostanzialmente obsoleto, che ha l’unico vero punto di forza nell’avere incassi pubblicitari assolutamente fuori scala rispetto agli ascolti: grazie ad antiche alleanze commerciali e ad un sistema bloccato, infatti, con uno share medio stimabile nella fascia 30-35%, le tv del Biscione incamerano spot per il 55-60% del totale destinato alle televisioni (in soldi fa circa 2,5 miliardi l’anno).
Un’apertura del mercato - che prima o poi arriverà comunque - rischia di costare a Cologno Monzese fino a un miliardo l’anno e far calare drasticamente il valore dell’azienda: a quel punto sarebbe il compratore (o il mercato) a fare il prezzo.
INSOMMA, è la politica che farà la differenza in questa partita e ora i Cinque Stelle (e il Pd al congresso) devono decidere se garantire la tranquilla navigazione dell’intesa tra Berlusconi e Salvini o sparigliare. Il problema di Di Maio e soci, a questo punto, è uno solo: la Lega non accetterà di mettere sotto schiaffo il leader di Forza Italia e su questa partita può persino saltare il governo.